Le previsioni scientifiche di Giulio Tarro, l’allievo di Albert Sabin, al suo fianco per scoprire il vaccino dell’antipolio che ha salvato milioni e milioni di bambini in tutto il mondo.
Ne abbiamo scritto giorni fa, nel reportage sul ‘Giallo Bove’ e con riferimento a due libri firmati da Tarro pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia, “Covid 19 – Il virus della paura” (giugno 2020) e poi “Covid 19 – L’incubo è finito” (giugno 2022).
Profetici perché, per fare solo due esempi, nel primo, oltre a sottolineare i macroscopici errori del nostro governo, che ha agito solo a botte di ‘Tachipirina e vigile attesa’ e negando l’accesso alle cure (come idrossiclorochina einvermectina pur presenti, e poche costose, in tutte le farmacie) legalizzate solo a dicembre 2022 dopo una ordinanza del Consiglio di Stato, ha puntato i riflettori su quei meccanismi della paura, del panico, del terrore usati dai governi occidentale per cloroformizzare e asservire i cittadini, obbligati a quei nefasti lockdown (e poi ai vaccini).
Nel secondo, ha ampiamente illustrato gli effetti avversi causati dai ‘prodotti Covid’, soprattutto quelli a mRMA (comePfizer e Moderna) i quali, del tutto sperimentali, poco efficaci e ancor più poco sicuri, hanno causato e causano enormi problemi, in particolare a carico del sistema cardiocircolatorio, con aumenti di pericarditi, miocarditi, ictus, trombosi e infarti.
Ma c’è di più. Nel libro Tarro propone l’adozione di TEST GENETICI ad hoc, per verificare se l’organismo di un certo individuo può sopportare l’impatto del vaccino: test fondamentali (anche se cari, e lo Stato dovrebbe farsene carico) ma mai presi neanche in considerazioni dai governi che si sono succeduti, con la salute dei cittadini a rotolare verso il baratro.
Eccoci alla ‘chicca scientifica’. Perché praticamente in tempo che più reale non si può, Tarro ha analizzato, addirittura a fine dicembre 2019, ciò che stava succedendo in quelle drammatiche ore a Wuhan, passando ai raggi x le primissime manifestazioni del Coronavirus. E arrivando a fornire una prima indicazione terapeutica: in pratica quella del “plasma iperimmune” che dopo un anno verrà proposta dal mitico dottor Giuseppe De Donno, il quale ha pagato con la vita il suo epico sforzo per sconfiggere, fin da subito, il Covid. Naturalmente massacrato e delegittimato da ‘Big Pharma’ che non poteva lasciarsi sfuggire la storica occasione per realizzare profitti stratosferici con la gallina d’oro dei vaccini, sulla pelle dei cittadini prima cavie e poi danneggiati & uccisi da quei prodotti killer.
Ecco il passaggio basilare nel primo studio di Tarro su Wuhan e il ‘nuovo coronavirus’, pubblicato a metà gennaio 2020 dal bollettino dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
“La progressione verso una malattia delle basse vie respiratorie è più comune nei pazienti con deficit immunitari per quel che riguarda tutto il complesso dei virus respiratori. Per molti di questi pazienti la presenza di anticorpi neutralizzanti nel siero di sangue e nelle secrezioni respiratorie si correla con la protezione dalle infezioni”.
A questo punto, ecco la lettura integrale del testo.
Per poi offrirvi un’altra preziosa chicca. Ossia lo studio firmato da Tarro e pubblicato dall’autorevole ‘International Journal of Reseat Scientific Research’ datato 28 gennaio 2020 e titolato “The New Coronavirus from the Chinese City of Wuhan”.
Il nuovo coronavirus della città cinese di Wuhan con trasmissione interumana
Riassunto
Un focolaio di polmonite nella città cinese di Wuhan è stato riportato all’OMS l’ultimo giorno dell’anno 2019. Una settimana dopo è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV). L’OMS ha stabilito la guida per tutti i paesi per prepararsi alla nuova infezione virale. Dopo tre settimane le autorità cinesi hanno confermato la trasmissione del virus da una persona all’altra. Nel frattempo singoli casi sono stati riportati in Tailandia, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Russia e Messico. Dopo poco più di tre settimane le persone contagiate sono 600 e le vittime 25. Secondo calcoli statistici inglesi sarebbero già 1700 i contagiati per una città come Wuhan di 11 milioni di abitanti.
Introduzione
Il tratto respiratorio può essere infettato da diverse famiglie di virus che sono in grado di dare complessi sintomatologici di grado sempre più severo dal raffreddore a polmoniti fulminanti. Le infezioni virali respiratorie sono la principale causa di morbidità, ospedalizzazione e mortalità in tutto il mondo; infatti l’influenza e la polmonite sono le cause infettive prevalenti di morte del secolo scorso nel mondo. Ancora le infezioni virali respiratorie sono la causa singola più comune di malattia acuta e di ricorso al medico nonché la prima causa di prescrizione degli antibiotici. Riportiamo nella tabella alcuni dati epidemiologici significativi dei virus respiratori umani come la loro incidenza stagionale, le modalità di diffusione, i giorni di incubazione, la loro frequenza di ospedalizzazione ed infine il campione diagnostico da utilizzare.
Patogenesi
Sebbene l’estensione della replicazione virale si correla bene con la gravità della malattia, per la maggior parte dei virus respiratori il meccanismo d’infezione è diverso per i vari gruppi. Le infezioni da rinovirus e coronavirus sono in gran parte limitati al tratto superiore respiratorio, mentre i virus influenzali, il virus respiratorio sinciziale, i parainfluenzali ed il virus della SARS nonché gli adenovirus in genere infettano anche le vie respiratorie inferiori. La progressione verso una malattia delle basse vie respiratorie è più comune nei pazienti con deficit immunitari per quel che riguarda tutto il complesso dei virus respiratori. Per molti di questi pazienti la presenza di anticorpi neutralizzanti nel siero di sangue e nelle secrezioni respiratorie si correla con la protezione dalle infezioni. Per lo più l’immunità dura più a lungo e la reinfezione è meno comune con i gruppi virali che hanno molti siero tipi, per esempio rinovirus ed adenovirus, rispetto a quelli che hanno pochi sierotipi. Sebbene la reinfezione è frequente con i virus parainfluenzali ed il respiratorio sinciziale generalmente la gravità diminuisce con gli episodi successivi.
SARS
La SARS è una forma unica di polmonite virale al contrario di molte altre polmoniti virali, i sintomi respiratori delle alte vie sono in genere assenti nella SARS, sebbene tosse e difficoltà respiratoria, si osservano nella maggior parte dei pazienti. Nella forma classica i pazienti presentano una malattia generica con febbre, mialgia, malessere e raffreddamento; possono accadere episodi di franca diarrea.
La diagnosi di SARS dovrebbe essere sospettata in qualsiasi paziente con polmonite radiologicamente confermata per chiunque abbia fattori di rischio epidemiologico per la sindrome da coronavirus.
Il coronavirus della SARS è stato identificato come la causa di questa sindrome clinica da quando è stata per la prima volta riconosciuta come polmonite atipica non comune nella provincia di Guangdong, Cina, nel novembre del 2002. Nei sei mesi successivi il virus si è diffuso in molte aree geografiche risultando in 8 mila danneggiati e 764 morti. I paesi maggiormente colpiti dopo la Cina sono stati Hong Kong, Singapore, Taiwan e Toronto in Canada. Il virus è di origine animale, ma il serbatoio primitivo è rimasto incerto. Presumibilmente inizialmente dai pipistrelli è passato ad animali più piccoli in particolare lo zibetto, furetto, gatti, topi e scimmie. La Propagazione da una persona all’altra è stata specialmente frequente nelle case di salute e negli ospedali, ma la trasmissione è stata anche osservata a casa, negli alberghi, nei luoghi di lavoro, negli aerei e nei taxi. È stata anche riportata La trasmissione in laboratorio del coronavirus della SARS ed anche l’origine direttamente dagli animali descritti.
La SARS è stata diagnosticata sulla base dell’evidenza epidemiologica, del sospetto clinico e dei test diagnostici. A suo tempo la definizione di SARS è stata fornita dai centri di controllo della malattia e prevenzione di Atlanta (CDC). In particolare una storia recente di viaggio in Cina, Hong Kong o Taiwan o stretto contatto con persone provenienti da questi paesi, entro dieci giorni prima dell’inizio dei sintomi.
Un metodo efficiente per produrre anticorpi monoclonali umani da cellule B della memoria ha dimostrato la neutralizzazione consistente del coronavirus della SARS (Elisabetta Traggiai, Stephan Becker e Antonio Lanzavecchia. Nature Medicine 10, 871-875, 2004). Anticorpi monoclonali umani come profilassi per l’infezione da coronavirus della SARS sono stati utilizzati nei furetti (J. ter Meulen et al. The Lancet 26, 6, 2004).
MERS
Nel settembre del 2012 un nuovo coronavirus umano è stato isolato in un paziente dell’Arabia del Sud con una malattia tipo SARS caratterizzata da febbre, tosse e respiro ridotto. Il paziente è morto per la sindrome respiratoria ed un blocco renale. La sindrome respiratoria del medio oriente è stata definita come MERS (Middle Est Respiratory Syndrome). Un ulteriore passo avanti è stato compiuto nell’identificare anticorpi monoclonali neutralizzanti umani contro questo nuovo coronavirus della MERS (MERS-CoV). Il pericolo di malattie infettive emergenti come la SARS e la MERS, sottolineano la necessità di un approccio immediato che ci permetta di identificare con immediatezza antivirali efficaci per combattere i virus. Il recente successo di identificare anticorpi umani neutralizzanti (mAbs contro MERS-CoV) suggerisce la possibilità di usare queste metodologie per una risposta rapida nei confronti di virus emergenti e con potenziale di causare pandemie [Tianlei Ying, Haoyang Li, Lu Lu, Dimiter S Dimitrov e Shibo Jiang. Microbes Infect. 2015 Feb; 17(2): 142-148].
GIULIO TARRO
LA VERSIONE ORIGINALE IN INGLESE
The New Coronavirus from the Chinese City of Wuhan
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