URSULA VON DER LEYEN / IL “PFIZERGATE” NELLE NEBBIE DI LIEGI

Il processo del secolo scompare nelle nebbie di Liegi.

La prima udienza del ‘PFIZERGATE’ da 71 MILIARDI DI EURO, non proprio noccioline, e alla sbarra due imputanti che più eccellenti non si può, ossia la riconfermata presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen e il Ceo della star di Big Pharma, Albert Bourla, si è ‘regolarmente’ svolta: ma è poi stata rinviata… a forse mai.

Incredibilmente, infatti, non è stata fissata alcuna data per la prossima udienza, quindi rinviata ‘sine die’.

Con ogni probabilità sperando che nessuno se ne accorga. Visto che i media sono totalmente silenziati sul caso bollente e se andate a zonzo su internet non troverete traccia dell’intrigo internazionale.

Una maxi corruzione per miliardi e miliardi di euro giocata per di più sulla pelle di tutti i cittadini, europei e non solo: perché si è trattato del primo maxi acquisto UE dei letali vaccini ‘Comirnaty’, la griffe di casa Pfizer.

Una dirty story su cui la ‘Voce’ ha scritto decine di articoli e inchieste, in mezzo alla più vergognosa disinformazione: in questo caso, una completa non-informazione, un misto di omertà & collusione.

Ma partiamo dalle news per poi man mano riavvolgere il nastro.

6 dicembre, Tribunale di Liegi. Alla prima udienza dello storico, ‘Pfizergate’ o ‘SMSgate’ come è stato anche definito (e vediamo tra poco perché) non si sono presentati i due imputati da novanta, come del resto è già successo davanti alla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid’ istituita proprio a Bruxelles: alle tre convocazioni i due non si sono MAI presentati, e Bourla ha inviato al suo posto la responsabile Pfizer dei mercati esteri (ci torniamo dopo).

Quindi, nessun esito al termine dell’udienza.

E soprattutto, in modo del tutto irrituale, nessuna data per la prossima, come succede di prassi in ogni tribunale del mondo.

Forse il Belgio è al di fuori da ogni giurisdizione internazionale.

Tutto è cominciato a Liegi lo scorso 5 aprile, quando il giudice istruttore Frederic Frenay ha portato a termine le sue indagini e chiesto il rinvio a giudizio dei due imputati, fissando una prima udienza che poi è stata subito rinviata (per via delle elezioni europee del 5 e 6 giugno) al fatidico 6 dicembre.

Il Tribunale di Liegi. In apertura, Ursula von der Leyen e Albert Bourla in una vignetta tratta da France Soir

Al centro dell’inchiesta i contratti siglati dalla Presidente della Commissione UE con il Ceo di Pfizer, ben comprese le clausole contenute nei tre contratti. Rammentiamolo, per un totale da 71 miliardi di euro. I primi due, a quanto pare, sono filati relativamente ‘lisci’, nonostante le proteste di molti parlamentari che denunciavano condizioni ‘capestro’ per la UE e totalmente favorevoli per Pfizer, che veniva ‘liberata’ da ogni responsabilità penale sul fronte degli eventuali effetti collaterali.

Il terzo, quello più pingue da 31 miliardi di euro, è davvero ai confini della realtà. Primo: è stato stipulato senza neanche consultare, come d’obbligo, la apposita commissione UE tenuta a valutare ogni contratto: bypassata.

Ma sono le modalità a far accapponare la pelle: il contratto è stato sottoscritto via ‘SMS, avete capito bene, un messaggino intercorso tra i due compagni di merende miliardarie. Anche per comprare una bicicletta, sanno tutti, occorre una fattura di acquisto: per contratti da 31 miliardi alla UE, invece, basta un SMS.

Non è certo finita qui. Perché, a questo punto, più volte i membri della Commissione d’inchiesta hanno cercato tracce di quegli SMS, li hanno più e più volte chiesti ai due, che pure non si presentavano alle convocazioni: ma niente, zero assoluto, fino a che lady Ursula ha fatto sapere che non c’erano più, spariti, volatilizzati.

Davvero agli estremi confini della realtà. Ma ben dentro una Commissione UE che è diventata, negli anni, un gigantesco covo di interessi & affari, sulla pelle dei cittadini: dai vaccini, appunto, all’ambiente, fino all’escalation nelle forniture militari a Kiev, tanto per prepararci meglio alla guerra finale contro la Russia e oltrepassare il fatidico tetto del 2 per cento del PIL mentre i cittadini dei paesi UE sono al più totale collasso, sociale ed economico.

La Corte dell’Aja

Tutto ciò senza neanche contare un fatto essenziale, che non entra in ballo nel processo di Liegi, ma dovrebbe invece andare davanti alla pur ininfluente (visti i risultati) Corte Penale Internazionale dell’Aja per i crimini contro l’umanità. Dal momento che quel vaccino Pfizer (come il ‘Moderna’, sempre ‘genico’, quindi a mRNA) era totalmente ‘sperimentale’, visti i soli 4 mesi di ‘trials’, quindi con i cittadini a far da cavie, in modo perfettamente nazista. Sieri, poi, risultati non solo ben poco efficaci (uno scarso 20 per cento che in breve si azzera) ma soprattutto insicuri’, vista la valanga montante di ‘effetti avversi’, in particolare a carico del cuore ma innescando anche i cosiddetti ‘turbocancro’.

Insomma, maxi tangenti & un quasi genocidio in piena regola e in guanti bianchi: ben conosciuto ai piani UE più alti, e dai tribunali: ma fino ad oggi totalmente insabbiato e, soprattutto, impunito. E una von der Leyen addirittura riconfermata per il bis al vertice della famigerata Commissione: ha addirittura avuto la faccia di bronzo per sottoscrivere un ulteriore contratto d’acquisito – prima del voto UE di primavera – con il complice Bourla!

Ultime chicche sempre di stampo UE.

Anche la ‘Corte di Giustizia UE’ si è occupata del caso. E, ca va sans dire, nel mondo più pilatesco se ne è lavata le mani, non potendo di tutta evidenza neanche sfiorare lady Ursula.

Lo scorso 15 novembre, infatti, i togati UE hanno “comunicato di non avere la possibilità di costringere gli accusati a rivelare le comunicazioni incriminate (gli sms fantasma, ndr), né di sequestrare i contenuti per redigere le dovute valutazioni”. Cin cin.

Ecco il reportage pubblicato da ‘France Soir’ sulla vicenda il 16 novembre, SMSgate. La CJUE n’a aucun pouvoir pour saisir les SMS ou contraindre le Commission a produire les SMS entre von der Leyen et Bourla

Janine Small

Ricordiamo infine che, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta UE sui vaccini, al posto di Bourla, come detto all’inizio, due anni fa si è presentata la responsabile degli affari esteri di Pfizer, Janine Small. La quale, davanti agli sbigottiti commissari, ha smozzicato solo poche frasi del tipo, “non so niente sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini”, “non ricordo”, “non so”, “è passato troppo tempo” e “eravamo in emergenza, quindi…”, l’unica espressione d’un qualche significato. E rammentiamo anche che il membro finlandese di quella Commissione di cui si sono ormai perse le tracce esclamò in aula: “E’ il più grande scandalo della storia dell’Unione Europea”.

Ma del quale tutti a livello politico, scientifico e mediatico, di altrettanta tutta evidenza, se ne strafottono.

E’ la democrazia, ragazzi!

 

P.S. Vi ricordiamo, al solito, che per ritrovare articoli e inchieste messe in rete dalla Voce sui personaggi e le sigle citati nel pezzo basta andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page e quindi digitare URSULA VON DER LEYEN o ALBERT BUORLA, PFIZER o MODERNA e così via per ritrovarne a bizzeffe.

Ecco, comunque, l’ultimo pezzo della Voce sulla riconfermata Ursula for Commission. Messo in rete il 19 luglio 2024,

URSULA VON DER LEYEN / E’ CORROTTA. PERCIO’ LE SPETTA IL BIS AL VERTICE UE


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