Auto Stellantis: dalle stelle alle stalle

Bella domanda: chi è il genio di Stellantis che per liberarsi dall’incubo di partecipe della crisi del management, partorisce nottetempo un’assurda,   sconvolgente strategia per far cassa e mette così in chiaro una  convincente risposta ai perché del semi fallimento  dell’imponente gruppo automobilistico: via email, con posta a consegna immediata, inviata dalle aziende in crisi con cinica brutalità agli operai, per licenziarli, Stellantis ha provato a sfoltire il parco auto delle Maserati invendute offrendo ai dipendenti di acquistarle, a prezzi di favore, scontate. L’offerta evita prudentemente di suggerire la scelta di uno dei tre prestigiosi modelli, tra ‘Grecale’, ‘Gran Turismo’, e ‘Gran Cabrio’. L’invito è carinamente confidenziale: “Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici”. La cronaca disinforma la pubblica opinione, oscura il tripudio degli operai Stellantis per la generosità aziendale che propone il possesso di un prezioso oggetto del desiderio, a lungo represso perché distante anni luce dalla condizione economica di salariati.  Stellantis ha il dono dell’imparzialità, non orienta la scelta di un modello fra i tre proposti, del valore da 80mila a 180mila euro. Che discrezione!

L’autore della campagna vendite di Maserati, è per caso il ‘ceo’ Tavares in vista di lasciare il gruppo con liquidazione pluri milionaria?   Se è lui deve aver supposto che dipendenti strapagati non aspettavano altro e che ambivano da tempo di recarsi a messa alla guida di una Maserati, magari della più cara. A tu per tu con Calenda (su La7), un manager di Stellantis, messo alle strette ha dovuto ammettere che la vicenda Maserati è stata una cavolata del gruppo. Ironia a parte, tira brutta aria in casa Stellantis. Altro exploit del Gruppo, evidentemente allo sbando, è stato l’invito di mesi fa agli operai delle carrozzerie di una ‘gita lavorativa ‘ all’estero: “Cari operai torinesi, il lavoro c’è ma in Polonia, nella fabbrica di Thychy. Chi vuole trasferirsi volontariamente alzi la mano”. L’azienda, consapevole di aver osato davvero troppo, avrebbe poi smentito la proposta, definita ‘fake news’. La denuncia è della Fiom Cgil: “Polonia. È questa una delle soluzioni che hanno trovato a Mirafiori Carrozzeria per fare lavorare su base volontaria una decina di operai, carrellisti, per un periodo di 7/14 giorni”. La richiesta di operai trasferiti in altri impianti non è una novità nella galassia Stellantis. Per garantire l’occupazione e salari pieni in tutte le fabbriche, in una congiuntura negativa per l’auto, l’azienda propone agli addetti di emigrare temporaneamente a seconda dei carichi di lavoro.
Da Chiara Appendino, M5S, l’idea ‘rivoluzionaria di estendere alla Stellantis il principio adottato dalla Olivetti per cui i top manager non debbano guadagnare più di dieci volte rispetto a quanto è pagato un dipendente. Fosse vero che Tavares incassa una ‘buonuscita’ di 100 milioni, la cifra corrisponderebbe al salario corrisposto a un operaio per un numero infinito di anni di lavoro. Ancora una volta il governo indosserà i panni di salvatore della patria con l’ennesima flebo di miliardi salva Fiat?  C’è attesa per il pronunciamento del governo, chiesto dai sindacati e dall’opposizione.


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