Nella prospera Corea del Sud il capo dello Stato dà di matto e un bel giorno proclama la legge marziale.
Vede il diavolo comunista dietro l’angolo, grida al complotto ordito dai rossi del Nord, fa arrestare ‘mezza’ Seul.
Per fortuna il Parlamento e l’esercito di Seul non obbediscono ed ora ‘O presidente deve scegliere tra le dimissioni e l’impeachment.
Uno scenario da fanta-thriller?
Il copione di un film distopico?
No, la pura realtà di questi tempi ormai maledetti, dove il fondo del barile con ogni probabilità con è stato ancora toccato. E ormai il ‘virus’ dilaga in mezzo mondo, come sintetizziamo più avanti.
Ci passa subito per la mente il soggetto di un film semi sconosciuto in onda questa sera su ‘Italia 2’, canale 49, ‘La notte del giudizio’ (‘The Purge’) per la regia di James Del Monaco, protagonista Ethan Hawke.
Ecco cosa succede in un’America distopica (il film è ambientato nel 2022) ma non troppo, visto che è stato realizzato nel 2013. La situazione economica è ottimale, con un indice di disoccupazione ai minimi storici, un benessere consolidato, un tasso di criminalità quasi azzerato. C’è però un ‘prezzo’ da pagare per questa pace sociale: una notte all’anno, ossia per 12 ore, dalle 19 alle 7, è lasciato libero sfogo (‘purge’) agli istinti più violenti e tutto è permesso, ‘legale’, anche i crimini più efferati. In quelle ore di ‘libertà’ totale vengono infatti sospesi i servizi sanitari e di pubblica sicurezza: un unico divieto, non toccare i ‘funzionari governativi di livello 10’. Per il resto non resta che vedere la pellicola mozzafiato e, soprattutto, che invita a riflettere su cosa stiamo diventando, verso quale baratro stiamo correndo.
Corea del Sud a parte, ecco una rapida carrellata geografica.
Stati Uniti. Ultime settimane di presidenza Biden. Che tre giorni fa concede la ‘grazia’ al suo rampollo Hunter Biden, il quale così non vedrà il sole a scacchi per le certe condanne che avrebbe beccato con le due pesanti sentenze fissate al 12 e al 16 dicembre: per un comune mortale fino a 12 e 20 anni di galera. Tutto, invece, finisce in bollicine di champagne.
Lo stesso Joe Biden, fino al 20 gennaio, giorno in cui si insedia l’amministrazione Trump, può ancora combinarne di tutti i colori, da perfetto ‘Dottor Stranamore’: compreso, in extremis, l’ok a Kiev di utilizzare armi nucleari per ‘difendersi’ dall’aggressione di Mosca, come fa trapelare perfino l’istituzionale ‘New York Times’ attingendo da fonti riservate del ‘Dipartimento di Stato’.
NATO. L’appena insediato ‘Segretario Generale’, Mark Rutte, ex primo ministro olandese, mostra subito i muscoli e non fa certo rimpiangere il suo predecessore, il norvegese Jens Stoltenberg. Ecco il suo fresco proclama che più chiaro non si può: “A Kiev servono armi, non consigli sulla pace”. Capito?
UE. La neo riconfermata Presidente della Commissione, la tedesca Ursula von der Leyen, un giorno sì e l’altro pure conferma l’assoluto, totale sostegno all’Ucraina, “fino alla vittoria contro Putin” e sollecita un invio sempre più massiccio di armi all’amico Volodymyr Zelensky.
E per entrambi, von der Leyen e Rutte, ovviamente non basta più quel 2 per cento del PIL di ogni paese per sostenere lo sforzo bellico di Kiev e per provvedere ad una difesa miliare europea ben più attrezzata per la resa dei conti con il Cremlino. Va aumento subito!
La stessa lady Ursula deve comparire tra due giorni, il 6 dicembre, in aula al Tribunale di Liegi per il ‘Pfizergate’, ossia corruzione, falso e distruzione di documenti relativi ai contratti d’acquisto, per 71 miliardi di euro, dei vaccini‘Comirnaty’: il più grosso dei quali, da 31 miliardi, sottoscritto via sms – un messaggino poi sparito, volatilizzato – con il Ceo della star di Big Pharma, Albert Bourla, anche lui alla sbarra a Liegi. Possiamo dormire sonni tranquilli e contare su una leadership europea forte, affidabile & credibile…
Un salto a Tel Aviv per assistere alle performance a tutto campo del sempre più invasato Bibi Netanyahu. Che continua ad aprire fronti di guerra nel già martoriato e devastato Medio Oriente. Non basta il genocidio del popolo palestinese che ormai – s’è abbondantemente capito – intende ‘finalmente’ condurre a termine in modo scientifico dopo anni e anni di impegno e l’escalation finale dall’8 ottobre 2023 in poi. Adesso è il turno, di nuovo, dopo lo sterminio da mezzo milione di morti del 2016, della Siria: per poi avere una strada più aperta e veloce che mai contro il nemico storico, l’Iran.
Torniamo in Europa, dove lo scenario, nei paesi cardine, non è proprio dei migliori.
Francia nel caos: il governo nato due mesi fa in queste ore può saltare, record storico per Parigi. Il destino è praticamente nelle mani di Marine Le Pen: immaginate, la ‘democrazia’ transalpina e il destino di Emmanuel Macron appesi al filo, anzi al cappio nero della ultra fascista a capo del ‘Rassemblement National’. E il numero uno dell’Eliseo, dal canto suo, invece di pensare alle bombe sociali nel suo paese, si arrovella sui prossimi piani di guerra per la liberazione dell’Ucraina e per sconfiggere zar Putin….
Piani condivisi con la Germania, che però ha le sue rogne interne ancor più grosse da fronteggiare. Totalmente il tilt il Cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, sondaggi in picchiata per la SPD e elezioni alle porte, inizio primavera. Si rivolteranno come trottole nella tomba i padri dell’un tempo gloriosa SPD, Willy Brand che inventò la Ostpolitik e il suo successore Helmut Schmidt.
Deflagra la situazione in Georgia, caos in Moldavia, in ebollizione la Romania: gran parte dell’est europeo (ed ex sovietico) è in fase tellurica, secondo il copione delle ‘primavere’ orchestrate dalla CIA per conto delle Case Bianche negli ultimi decenni. Libia docet.
E da noi? Sui vari fronti di guerra il governo sfascista non alza un dito, allineato e coperto, totalmente muto, scodinzolante al servizio del padrone a stelle e strisce, genuflesso davanti agli Usa. Quello stesso governo che sta massacrando, in modo quotidiano, i diritti primari degli italiani alla salute, a poter ‘campare’: cosa ormai impossibile per i cittadini privati di una tac o di un’ecografia, nella concreta impossibilità di fare la spesa visto lo stratosferico caro prezzi, pensionati con le minime che è anche ottimistico definire da fame. Ma cosa fa la ‘Giorgia’ nazionale? Continua a elargire vergognose mance, anche il buono Natale da 100 euro per una fascia di poveri…
Ci mancava solo l’ultima: il gruppo di terroristi nazi che minaccia alla sua incolumità e a quella delle nostre alte istituzioni: ad esempio il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa.
E’ arrivata per Natale anche la favoletta dei neri che mangiano i neri…
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