Questo o quello per noi ‘pari son’

Vuoi vedere che il rude, indigesto, sboccato Vannacci ha fatto centro titolando la sua (ma è la sua?) fatica letteraria “Il mondo al contrario…?” Se il sospetto ha ragion d’essere è merito, si fa per dire, di Fedez, rapper allo sbando, spiazzato dagli ‘infortuni’ della Ferragni, regina spodestata dal trono di primatista per numero di followers, costretto a spericolati funambolismi per non ritrovarsi solo e dimenticato in un mondo che innalza rapidamente nel firmamento degli amatissimi e con pari velocità retrocede nell’anonimato.  Molti ricordano il bacio omosessuale, il passato prossimo di supporter dei diritti lgbt, la sigla che riunisce chi non si riconosce in orientamenti e identità di genere considerati “tradizionali”. Ebbene, è lo stesso Fedez del surreale endorsement riservato al generale (ruolo sospeso) che ha fatto irruzione nel pianeta della politica. Chiedono al cantante: “Tra Vannacci e la Schlein chi sceglieresti?” Lui: “Il generale”.  E va oltre, con parole di ammirazione (lo cita come generalissimo) per l’omofobo Vannacci, che ha definito gli omosessuali “non normali”. Insomma, l’altra faccia di Fedez. L’ex della Ferragni rivela che voterebbe Vannacci e non la segretaria del Pd: “Lui comunicativamente parlando è dieci spanne sopra”. In parallelo, anche il sanguigno Gasparri, capogruppo di Forza Italia, fa la sua scelta: “Non sono un fan di nessuno dei due. Dovendo scegliere direi Schlein.

Ritengo che la politica non si improvvisi. Vannacci ha fatto irruzione sulla scena, ha detto cose che in tutti i bar dicono, qualcuna esagerata. “Non condivido i contenuti della Schlein e di certo sono più vicino ad alcune delle cose che dice Vannacci. Però, come politico preferisco Schlein che si dedica alla politica fin dalla sua gioventù”. Bel binomio Gasparri-Fedez. Il bilioso centrista non ha risparmia critiche al cantante: “Non mi pronuncio, ma Fedez non è un cantante secondo me, lui parla, è come me, racconta una roba (‘roba’, sic, ndr). Se vi siete chiesti cos’è la contraddizione ecco ‘bello’ e servito un esempio lampante di acrobazia ‘centrista’ senza rete di protezione: pro e contro la Schlein.  Gasparri ficca il naso anche nelle segrete cose del festival di Sanremo affidato alle esperte mani di Carlo Conti ed esprime rammarico, critica il presunto ostracismo per due big delle canzonette, al secolo Minghi-Al Bano, esclusi dalla kermesse canora. Cosa spinge il ‘desolato’ Gasparri a dolersi per le due assenze? Non un giudizio tecnico, Gasparri non è un musicista, non il fanatismo da utente per la coppia di esclusi (non sono tra gli inviati neppure Morandi, la Mannoia, eccetera): Gasparri invade un campo anomalo con il   sospetto, tipicamente amichettista che l’esclusione dei beniamini sia frutto di emarginazione in chiave politica di due cantanti che non fanno mistero di essere in empatia con la destra.


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