Se c’è un luogo in Italia dove la Psichiatria, quella con la P maiuscola, sta vivendo una stagione di profonda, proficua riflessione culturale, sociale e morale, quello è l’Ex Ospedale Psichiatrico di Nocera Inferiore (SA), grazie all’incessante attività della Fondazione Onlus CeRPS guidata dalla neuropsichiatra Giuseppina Salomone e dal direttore scientifico Walter Di Munzio, psichiatra e giornalista, allievo prediletto del grande Sergio Piro.
Non c’è solo l’intensa attività che questa Fondazione dedica quotidianamente alla Biblioteca ed all’Archivio storico di questa struttura (di cui la VOCE ha illustrato più volte le straordinarie caratteristiche), ma a fare la differenza è anche la programmazione e la messa in campo di attività culturali che riportano in primissimo piano, sulla scena nazionale ed oltre, quel valore di una costante analisi della Psichiatria che in tanti altri luoghi rischia di andare disperso.
A testimonianza di questa infaticabile attività arriva ora l’incontro di mercoledì prossimo, 11 dicembre, che si terrà nel suggestivo Teatro Agli Olivetani, altra perla storico-culturale dell’Ex Manicomio.
L’occasione è data dalla presentazione del libro “La Philosophie de la folie” di Joseph Daquin, uno dei più grandi innovatori della Psichiatria in Europa, nella traduzione italiana di Giuseppe D’Aquino, recentemente scomparso.
Psichiatra, psicoterapeuta ad indirizzo relazionale e familiare, Giuseppe D’Aquino è autore di libri ed articoli scientifici sull’organizzazione dei servizi di Salute Mentale, sui DCA e sul rapporto Cinema e Follia. Ha insegnato nel corso di perfezionamento post laurea in Psichiatria Penitenziaria e nel corso integrativo della scuola di Geriatria e Gerontologia della II università di Napoli. Referente regionale della Società Italiana di Psichiatria (SIP) per il Coordinamento nazionale dei Centri Diurni, ha lavorato come dirigente medico in diverse Unità Operative di Salute Mentale della Campania. E’ stato responsabile della Sezione di Ricerca della Fondazione Onlus CeRPS “Comunicazione di massa e Multimedialità”, nonché componente del CdA della stessa. In questo campo ha organizzato convegni nazionali e partecipato come relatore a numerosi congressi nazionali ed internazionali.
In questo articolo, per gentile concessione della dottoressa Giuseppina Salomone, pubblichiamo in anteprima alcuni interessantissimi brani tratti dal suo intervento all’incontro dell’11 dicembre.
JOSEPH DAQUIN
Contemporaneo e amico di Rousseau, collezionista e bibliofilo, fu socio di numerose Accademie.
Fondatore nel 1772 della Société d’Agriculture di Chambéry, di cui divenne segretario perpetuo, durante la Rivoluzione espresse il suo ruolo in una vasta azione nel campo sanitario. Eletto nel dicembre 1792 alla municipalità di Chambéry, fu incaricato di tutte le questioni di polizia medica.
Nominato professore di storia naturale all’Ecole Centrale du département du Mont-Blanc dalla sua fondazione, nel settembre 1797, fino al 1801, fu presidente del consiglio di amministrazione e di polizia dell’Ecole e direttore dell’Orto botanico, la cui creazione era già stata auspicata da Rousseau.
Allargava il suo sguardo di medico riformatore dalla città alle campagne, dando spazio ai problemi dell’agricoltura e discutendo le cause della crisi di produzione in cui versava l’economia savoiarda: scriteriati disboscamenti, errate rotazioni, mancanza di presidio veterinario, scambio ineguale e penalizzante con i paesi limitrofi, erano alcuni dei motivi ricorrenti di un’analisi ispirata dai canoni della fisiocrazia.
- «…Finora la medicina si è occupata solo dei mezzi fisici per curare i pazzi; ha trascurato quelli che si potrebbero trarre dalla filosofia e sicuramente ci sarebbe molto da dire su questo punto».
La malattia mentale poteva essere curata mediante un’intensa psicodinamica personale tra medico e paziente, accentuando i metodi cosiddetti «morali»: dolcezza, persuasione, prudenza, propositi consolanti dovranno essere, nella maggior parte dei casi, i soli soccorsi da impiegare. Opera pionieristica che anticipava, come è stato rilevato, i temi del Traité di Pinel, frutto di un medico di provincia che sollevava «solitairement le voile d’un art nouveau», l’opera aprì un campo nuovo all’attenzione medica.
Nel 1788 è nominato medico capo dell’Hotel-Dieu di Chambéry e dell’ospizio degli Incurables, incarichi che tenne fino alla morte.
All’interno degli Incurables vi era un quartiere appositamente riservato ai «fous». Qui Daquin fece esperienza diretta delle disumane condizioni in cui erano trattati i malati di mente.
Il risultato delle sue riflessioni è il volume, pubblicato nel 1791 all’età di 61 anni, La philosophie de la folie, che lo colloca tra i precursori del trattamento morale.
Joseph Daquin è considerato un precursore di Philippe Pinel (1745-1826), artefice di metodi terapeutici innovativi per la cura dei folli.
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