Immagino che sarà chiaro a chi ha la paziente benevolenza di leggere questi articoli quotidiani che ospita Facebook: sono perdutamente innamorato di Ellekappa, che nel minimo spazio delle vignette pubblicate da ‘la Repubblica’ certifica di giorno in giorno la potenza graffiante della satira. Oltre la tragedia delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina, di molte altre coperte da assordante silenzio, l’Italia vanta capitoli di aspra conflittualità intrapartitica, di maggioranza-opposizione, destra-sinistra, progresso-conservazione, fascismo-antifascismo. È guerriglia con radici antiche e nuove fronde di una fitta, malata boscaglia. Dal generale al particolare: tira aria inquinata nell’arcipelago di isole tra loro in aspra competizione.
Il fenomeno non sorprende, la contesa è sostenuta da belligeranti ideologicamente agli antipodi. Quel che stupisce è l’analogia di schermaglie, a tratti violente, che agitano l’intimo degli opposti schieramenti. Lo è l’andamento funambolico del Pd, la sorprendente perdita di equilibrio che vede i suoi eurodeputati affrontare in ordine sparso, con sì, no, ni, lo scottante tema dell’autorizzazione Ue al lancio di missili a lungo raggio sulla Russia, in risposta ad analoga decisione di Putin, a parti invertite. Risoluzione della Comunità sulle armi a Kiev: “no” dei filo russi di Salvini, astensione dei meloniani, che puntano a tenere due piedi in una scarpa (Trump, Putin), “no” dei Cinquestelle, Pd e Verdi-sinistra, in anarchica libertà di voto, ovvero “Sì di Bonaccini e Picierno, no d Zingaretti e compagni”. In casa Italia sale la temperatura della lotta intestina nella maggioranza impura di suo dalla nascita. In palio, tra Lega e Forza Italia c’è il ruolo di vice meloniani e i due competitors si scambiano bordate ad altezza d’uomo. Tale Raffaele Nevi, portavoce di Tajani, non è, come dire, un socio del club esclusivo “bon ton” . Rivolge il suo alato pensiero a Salvini, lo gratifica come “paraculetto”. Ellekappa titola la sua vignetta “Tutto ok nella maggioranza” e nelle nuvolette sottostanti contrappone battute e controbattute: “Salvini paraculo” /”A Taja, abbassa i toni”. / “Vabbè, Salvini paraculetto”. Pur di smentire la guerra fratricida, il carrocciaro della valpadana assorbe l’insulto senza fare una piega e commenta “Peace & love” (pace e amore). Pace? Ci crede solo Giorgia, che invita alla tregua e ammette “Così ci facciamo del male”.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.