Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sarà il prossimo presidente dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, fino ad oggi guidata da Antonio De Caro, l’ex sindaco dem di Bari fino alla primavera 2024, quando è volato alle europarlamento di Strasburgo. Lo ha deciso la segretaria del PD, Elly Schlein. E l’Assemblea nazionale prevista per il 20-22 ottobre a Torino servirà solo a ratificare la scelta.
Forse non sanno gli altri sindaci italiani e i partiti del centrosinistra formato campolargo – in pole position Giuseppe Conte che ha speso svariati endorsement a suo favore – in quali drammatiche condizioni versa la città, ridotta letteralmente in stato comatoso. Sanità, trasporti e servizi essenziali da settimo mondo, la criminalità più o meno organizzata che spadroneggia in lungo e in largo per tutto il territorio, diritti calpestati e negati come neanche ai tempi del sindaco monarchico, il comandante Achille Lauro che regalava nei quartieri popolari una scarpa prima e poi l’altra dopo il voto.
Senza contare i ‘fatti personali’: come la salvifica prescrizione per la maxi inchiesta sui collaudi nel dopo terremoto a L’Aquila; e la multa da ben 240 mila euro inflitta (e pagata da Manfredi) esattamente un anno fa, relativa agli anni in cui era Rettore Magnifico all’Università Federico II di Napoli. E’ stato anche per un paio d’anni al vertice della ‘CRUI’, la confederazione che raduna tutti i rettori italiani: così come adesso vola verso quello targato ANCI.
Ma partiamo dalle news.
Il PD ha scelto, il segretario Schlein è per la nomina del sindaco di Napoli Manfredi, diramano in coro le agenzie. Batte l’AGI: “E’ risultato il più adatto a consolidare il campolargo, cementificando (forse volevano scrivere cementando, ndr, ma la licenza è concessa nella città di abusivismo & cemento selvaggio) l’alleanza fra i Dem e i 5 Stelle. Così, dopo De Caro, la guida dei Comuni resta al Sud”.
Possibile che spetti ad un solo partito la scelta?
Non sarà mica la sbornia per la doppia vittoria alle regionali, e il boom del PD, ad aver dato alla testa?
Cerchiamo di spiegare l’arcano.
Il centrosinistra, a quanto pare, conta sulla maggioranza dei delegati regionali dell’ANCI, addirittura oltre 700: per cui i loro voti finiranno per ratificare la scelta operata dal vertice del partito, a favore di Manfredi.
Il quale, oltretutto, non è affatto indigesto al centrodestra, visti gli ottimi rapporti del primo cittadino partenopeo, per fare solo due esempi, con Giorgia Meloni e Raffaele Fitto, come documenta in modo plastico il ‘caso Bagnoli’. Per rendersene conto ecco il pezzo messo in rete dalla ‘Voce’ solo qualche mese fa, il 7 maggio scorso,
BAGNOLI / GAETANO MANFREDI E RAFFAELE FITTO: IL MAXI INCIUCIO MILIARDARIO
In realtà la scelta non è stata del tutto ‘indolore’. Perché, ad esempio, il primo cittadino di Milano (le cui quotazioni sono in ascesa all’interno del PD e non solo, incredibile ma vero), Beppe Sala, aveva affermato con forza: “Mi batterò perché un sindaco del Nord diventi il presidente dell’Anci”. Ora deve ingoiare il rospo partenopeo.
Non resta a bocca asciutta l’altro candidato, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, appoggiato da Sala e da non pochi primi cittadini che lo vedevano come “l’alfiere del nord”. Perché andrà comunque a lui la poltrona di numero due, il coordinamento dei sindaci dem, nonché la promessa in vista della candidatura per un secondo mandato all’ombra della Mole.
Abbiamo fatto cenno ad alcuni ‘incidenti’ di percorso griffati Manfredi, finiti comunque a tarallucci e vino. E ignorati dai media di casa nostra, sempre più cloroformizzati.
La prima story riguarda l’inchiesta sui collaudi anomali per il dopo terremoto a L’Aquila. La lunga inchiesta condotta dalla magistratura, alla fine, si è rivelata un tric trac, perché la gran parte degli imputati eccellenti – tra cui l’ingegner Manfredi, esperto proprio in ‘ricostruzioni – alla fine sono stati miracolati d
alla taumaturgica prescrizione.
Con un’ammissione delle proprie responsabilità e il pagamento di una sanzione piuttosto salata (240 mila euro) si è invece conclusa la seconda vicenda giudiziaria. Un’imputazione da non poco, per un futuro amministratore pubblico di grido: aver cioè sottratto tempo alla sua attività di Rettore quando occupava il massimo scranno alla Federico II di Napoli, per dedicarlo invece alle sue consulenze private. La Corte dei Conti di Napoli ha accertato un danno erariale pari a oltre 700 mila euro, non proprio noccioline. E per evitare uno scomodo processo, oltremodo dannoso per la sua immagine sia sotto il profilo politico che mediatico, Manfredi ha preferito patteggiare e pagare senza batter ciglio un terzo somma, 240 mila euro appunto.
Biglietti da visita e perle del curriculum ottime e abbondanti – vista l’aria che tira – per una presidenza, come quellaAnci, non da poco.
Per rendervi conto dello stato di ‘salute’ delle città amministrata dal neo capo Anci, basta un long week end, lasciando per una volta i paesaggi da cartolina, pizza & mandolini: fatevi un istruttivo tour in un paio di pronto soccorso, prendete il bus o la metro, organizzate un mini safari nella periferia cittadina (il Bronx napoletano tante volte descritto negli anni ‘90 fa sulla Voce da Peppe Lanzetta, ed elevatelo alla decima potenza…) o anche nella movida del centro. Un horror movie è solo una bazzecola, o se preferite una pinzellacchera, come diceva il mitico Totò…
Ecco, quindi, l’ultimo pezzo messo in rete il 23 luglio 2024,
SCAMPIA / VELE KILLER. E IL SINDACO GAETANO MANFREDI STA A GUARDARE
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