TULSI GABBARD / UNA SVOLTA NELL’INTELLIGENCE USA?

Ombre e luci sul fronte dell’amministrazione Trump che si insedierà il 20 gennaio prossimo ma già varata. Mentre gli Stati Uniti stanno vivendo questo molto pericoloso interregno in cui Joe Biden sta letteralmente dando i suoi ultimi numeri, i colpi di coda di quel Deep State ferito e azzoppato dopo il voto per la Casa Bianca.

Come pesante eredità, soprattutto, la forsennata volontà dem di scatenare un terzo conflitto mondiale, visto che Biden le sta tendando di tutte per provocare la Russia ogni oltre limite: non solo ha infatti dato disco verde alla gigantesca tranche di armi & fondi pro Kiev, ma anche ufficializzato il suo ok per l’uso dei missili a lungo raggio più moderni in modo offensivo e per colpire al cuore il territorio russo, aprendo scenari da brividi. Ecco, a seguire, un istruttivo pezzo pubblicato da ‘InsideOver’, Biden: prima di andarsene avvelena i pozzi di Trump: sì a missili a lungo raggio per Kiev

Joe Biden. Sopra, Tulsi Gabbard

E non ha mosso e continua a non muovere un dito, lo stesso Biden, per arginare la furia distruttiva della band guidata dal boia Bibi Netanyahu, che prosegue nel massacro quotidiano della inerme popolazione palestinese. E se ne strafotte – come del resto la UE e in pole position l’esecutivo sfascista griffato Meloni – di quanto Papa Francescodenuncia totalmente inascoltato da mesi. Fino alle parole di fuoco (e anche messe per iscritto nel suo fresco libro) sul genocidio perpetrato dalle autorità di Tel Aviv. Ma cosa ci vuole, ancora, per fermare lo sterminio, un vero Pogrom, questo sì, un vero Olocausto in perfetto stile nazista?

Ma veniamo al prossimo esecutivo a stelle e strisce già formato da Donald Trump.

Ombre ingombranti in particolare su alcuni fronti bollenti. Come l’ambiente, per la più che discutibile scelta come ministro per l’Energia di Chris Wright, una vita pro combustibili fossili e al timone della non proprio green ‘Liberty Energy’.

E come i rapporti internazionali: che si prospettano tesissimi con Iran e Cina. Perché le nomine del Segretario di Stato, Marco Rubio, e del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, alimentano non poche preoccupazioni. Ben noto lo spirito bellicista del primo, repubblicano di grosso peso in Florida; meno conosciuto quello del secondo, il nuovo ‘National Security Advisor’, Michael Waltz.

Dick Cheney

Un ex berretto verde, Waltz, 27 anni di fila nell’esercito e poi nella Guardia Nazionale Usa, quindi tra i più intransigenti parlamentari repubblicani sul fronte della sicurezza, 3 volte al Congresso super votato nella sua Florida. Per delinearne il profilo basta rammentare a fianco di chi ha lavorato: il Segretario di Stato Donald Rumsfeld e poi l’ex vice presidente Dick Cheney, due dei peggiori falchi a stelle e strisce, guerrafondai fino al midollo. La figlia di quest’’ultimo, Liz Cheney, è passata un anno fa armi e bagagli alla corte di Biden ed è stata una delle più aggressive, durante la campagna presidenziale, contro Trump.

Ha fatto parte di svariate commissioni congressuali, Waltz: forze armate, intelligence e affari esteri. Negli ultimi anni ha più volte rimproverato agli alleati NATO di non rispettare gli impegni di spesa; ha inveito contro Iran e Cina; ha redarguito Biden per il “precipitoso” (a suo dire) ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan. La sua voce era non poco ascoltata anche nel Trump 1: parecchi, per fare un esempio, ricordano che fu tra gli ‘special guests’ alla Casa Bianca per assistere in diretta all’uccisione del generale iraniano Qassim Suleiman.

Per quanto concerne il conflitto in Ucraina, sostiene con convinzione gli aiuti militari, ma chiede ‘condizioni’: in primis quella che gli europei sgancino molti più soldi rispetto ad oggi.

Tra le luci della prossima amministrazione Trump, la più fulgida è rappresentata dalla scelta di Robert Kennedy junior quale ministro della Sanità, come abbiamo ampiamente illustrato nel pezzo messo in rete il 15 novembre,

ROBERT KENNEDY / CHI HA PAURA DELLA SUA RIVOLUZIONE?

Ma adesso ne segnaliamo un’altra, quella di Tulsi Gabbard, che andrà ad occupare una postazione strategica, ossia quella di direttrice della ‘National Intelligence’, cui fanno capo ben 18 agenzie americane nel campo: dalla CIA all’FBI fino alla ‘National Security Agency’ e altre, che popolano l’arcipelago della ‘United States Intelligence Community’, fino ad oggi guidata dalla molto controversa Avril Haines. Una poltrona strategica, proprio perché, ad esempio, i potenti capi di Cia ed Fbi sono ‘sottoposti’ gerarchicamente al direttore della National Intelligence.

Nasce subito una domanda da novanta: quali saranno i rapporti, il clima, tra due profili così opposti, come quelli di Waltz e di Gabbard?

Bernie Sanders

Guardate infatti cosa ha combinato (di positivo, stavolta) l’intrepida Tulsi, originaria di Tutulla, la principale delle isole Samoa. E’ una ‘militare pacifista’, per sintetizzare subito. Per anni ufficiale   dell’esercito Usa, anche di rango (e questo è un importante lasciapassare per l’odierno grosso incarico), ha poi intrapreso il cammino politico. E’ stata eletta alla Camera dei rappresentanti dal 2013 al 2021 per lo Stato delle Hawaii e sotto i vessilli dei Democratici, spesso a fianco del dem ‘più a sinistra’ e un paio di volte in corsa per le presidenziali, Bernie Sanders.

Alle presidenziali 2020 Gabbard ha appoggiato Joe Biden. Poi ha rotto in modo clamoroso nel 2022 con il partito, denunciandone le sempre più macroscopiche magagne, la natura via via più elitaria, le collusioni man mano più marcate con il Deep State e i Poteri forti (come l’industria delle armi e quella farmaceutica), arrivando a etichettare i dem come “guerrafondai” e “vigliacchi”. E’ uscita, insomma, sbattendo la porta. E’ quindi passata nel gruppo degli indipendenti alla Camera; ha cominciato a collaborare per ‘Fox News’; e solo tre mesi fa fatto un endorsement pro Trump. Non poco simile all’itinerario di Robert Kennedy.

Vediamo le sue posizioni sul conflitto ucraino. E’ convinta – e certo non si può darle torto – che la guerra si sarebbe potuta evitare se Usa & NATO avessero riconosciuto come legittimi i timori russi di accerchiamento e pressione sui loro confini aumentati nel corso degli anni, e in ultimo la volontà di Kiev di entrare nella stessa NATO.

Ha più volte denunciato con vigore la proliferazione di bio-laboratori voluti dal Pentagono in tutta l’Ucraina (12 quelli ‘ufficiali’, in realtà quasi una cinquantina) e nei quali vengono condotte ricerche border line con il concreto rischio (come è successo a Wuhan) di diffonder agenti patogeni anche mortali. Un tema più volte affrontato e denunciato dalla ‘Voce’.

E’ sempre stata a favore, Gabbard, di un’assistenza sanitaria gratuita per tutti, of course per i cittadini in condizioni disagiate; e di totale gratuità delle tasse universitarie per tutti gli studenti, anche stavolta a maggior ragione per quelli con meno mezzi. Le maggiori uscite – propone – possono essere assicurate da misure fiscali più incisive per le ‘grosse transazioni finanziarie’

Ecco un paio di pezzi messi in rete dalla ‘Voce’ in cui abbiamo scritto del prossimo ‘capo’ dell’Intelligence statunitense.

Del 1 aprile 2022 (ma non si trattava d’un Pesce),

DIPARTIMENTO DI STATO USA / ECCO CHI VUOLE LA GUERRA. E LA FOMENTA 

E dell’8 marzo 2021 (e non perché fosse la ‘festa della donna’),

SIRIA / TUTTI I CRIMINI DEGLI STATI UNITI


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