APOCALYPSE NOW

Venti di guerra più forti che mai, proprio in vista dell’ormai imminente voto negli USA, strategico per i destini del mondo.

Battono diverse agenzie internazionali: “La risposta dell’Iran a Israele sarà inimmaginabile”. “Khamenei preannuncia un prossimo durissimo attacco contro Israele in coincidenza col voto negli Usa”.

Dettaglia la CNN: “Tel Aviv è pronta all’attacco decisivo”.

Il burattino di Kiev, Volodymyr Zelensky, attacca l’Occidente perché non invia abbastanza armi, ne chiede sempre di più e a più lunga gittata per colpire i territori russi.

Sergej Lavrov

Il ministro degli Esteri del Cremlino, Sergej Lavrov, per la prima volta dichiara: “Siamo ormai vicini ad una guerra diretta con gli Stati Uniti”.

Tra la Cina e Taiwan il clima è sempre più bollente ed è iniziata da un paio di settimane un’escalation di ‘esercitazioni militari’ che puzzano di guerra lontano un miglio. Usa & alleati (NATO e non solo) stanno ammassando mezzi e truppe in quelle acque.

Come abbiamo segnalato nei giorni scorsi, dopo il voto politico e/o presidenziale mezze guerre civili sono in corso dal Venezuela (dopo la contestata rielezione di Nicolas Maduro) alla Georgia (dove ha vinto il ‘Sogno Georgiano’ filo russo) fino al Mozambico. Potete ridare un’occhiata al pezzo messo in rete dalla ‘Voce’ il 28 ottobre,

URNE BOLLENTI / DALLA GEORGIA, VIA VENEZUELA, AL MOZAMBICO

 

Tenete poi presente che in tutto il mondo sono ‘accesi’ ben 48 focolai di guerra, attizzati e alimentati (sono quindi in atto) dai soli Stati Uniti, una cifra da brividi che rende l’idea della totale instabilità a livello internazionale e la concreta possibilità che uno o più focolai possano improvvisamente divampare come un incendio.

Tanti tasselli di un mosaico terrificante, come non è mai successo dalla crisi dei missili a Cuba, quando il conflitto mondiale venne evitato in extremis da John Fitzgerald Kennedy e da Nikita Kruscev.

E i tasselli stanno ‘impazzendo’, il clima e la tensione stanno raggiungendo il massimo proprio nel momento in cui gli statunitensi stanno per andare al voto e per questo, a seguire, si creerà una sorta di ‘vuoto di potere’ che più pericoloso non si può.

Joe Biden

Negli Usa, infatti, si va alle urne il 5 novembre, ma il vincitore si insedierà ufficialmente ed entrerà nella pienezza dei suoi poteri solo il 10 gennaio 2025. Per cui ci sono ben 66 giorni senza una reale leadership: sulla carta, of course, il numero uno sarà Joe Biden, sempre più rincoglionito. Ma se succede, come può realmente succedere, qualcosa di grave in uno dei focolai – e il principale indiziato è naturalmente il Medio Oriente – come e in che tempi prenderà mai una decisione il numero uno della Casa Bianca? Quale affidabilità gli può venir ormai riconosciuta?

Naturalmente c’è tutta una catena di comando, al cui vertice è saldamente posizionato il Dipartimento di Stato, guidato dal ‘falco’ Antony Blinken, e fa sempre sentire la sua voce, che più guerrafondaia non si può, Victoria Nuland, la ‘zarina’ e regista del golpe bianco di piazza Maidan, Kiev, esattamente dieci anni fa. E dopo 5 anni, nel 2019, ha ‘vinto’ le presidenziali con oltre il 70 per cento dei voti il burattino Zelensky…

Ma i punti interrogativi restano sospesi, e alti come le Torri Gemelle…

Occhio quindi alle date, perché l’orologio della storia ci farà vivere ore, giorni e settimane che non dimenticheremo – se tutto va bene – molto facilmente.

E, soprattutto, occhio alla polveriera mediorientale.

Bibi Netanyahu

Come abbiamo visto, dall’8 ottobre 2023 il boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu, ha premuto sull’acceleratore per proseguire, stavolta fino a missione compiuta, quel genocidio della popolazione palestinese cominciato subito dopo il ‘Piano di Partizione’ della Palestina sciaguratamente varato dall’ONU nel 1947. Da allora sono iniziati i massacri, la devastante e scientifica azione di rastrellamento quotidiano da parte dei coloni israeliani, la predazione dei territori: con clama, senza dar troppo a vedere, nel totale, omertoso e complice silenzio della politica e dei media occidentali, sempre genuflessi davanti ai crimini perpetrati dalle autorità di Tel Aviv.

Oggi, ad 1 anno e quasi 2 mesi, siamo al tragico epilogo, che nazi Bibi vuole portare alla conclusione estrema, ossia il genocidio totale, fino all’ultimo palestinese. Perché sa perfettamente che ‘se si ferma è perduto’, come solva dire un duce come lui: perché va subito sotto processo e poi in galera non solo per i crimini contro l’umanità ma anche per le maxi corruzioni di cui doveva già rispondere in tribunale prima del 7 ottobre (a quel punto per lui ‘salvifico’),

E in questo anno e due mesi i vertici della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato hanno recitato una vergognosa, altrettanto criminale sceneggiata. Consigliando le autorità israeliane di non essere poi così cattive, una piccola ramanzina, tanto per gettar fumo negli occhi: ma sempre difendendo a spada tratta il diritto-dovere di Israele a colpire, prima Gaza, poi il Libano, quindi l’Iran: perché dopo il 7 ottobre tutto è lecito, ogni crimine è legittimo. E, di conseguenza, è proseguita senza soste la fornitura di giganteschi quantitativi di armi d’ogni sorta a Tel Aviv.

Ora siamo alla svolta, maturata proprio in questi giorni.

I media si stanno scatenando, in modo complice, per gonfiare a dismisura le ‘minacce’ iraniane, che fino ad oggi si sono rivelate solo dei tric trac, come dimostrato palesemente i due finti attacchi (aprile e ottobre) che non hanno fatto neanche una vittima israeliana e i cui obiettivi sono stati addirittura anticipati al ‘nemico’.

Gonfiando ora ad arte l’abbaiar di Khamenei, si crea il clima giusto perché Netanyahu & killer al seguito possano scatenare l’attacco decisivo contro Teheran, per infliggere un colpo mortale al vero nemico di sempre, azzerare i suoi impianti nucleari, provocando grossi ma ‘controllati’ danni: e quindi – ciliegina sulla torta – organizzando un golpe se non bianco almeno grigio per instaurare un governo fantoccio filo americano.

Fanta politica? Stiamo a vedere: è solo questione di (poco) tempo: fino a quel 10 gennaio….

Per capire quanto sta succedendo in questi giorni, vi proponiamo la lettura di due pezzi.

Il primo pubblicato dall’ottimo sito a stelle e strisce ‘Reponsible Statecraft’ il 1 novembre,  Israel using US elections to take free hand against Gaza, Lebanon

Il secondo messo in rete il 3 novembre da ‘Contropiano’,  Allarmi e tensioni in Medio Oriente. Chi attaccherà chi?


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