IMBECILLE A CHI?

Nel PD campano si è levata la voce del Governatore che ha definito “imbecilli” gran parte dei dirigenti del suo stesso partito, naturalmente solo quelli che non condividono la sua pretesa di fare un terzo mandato. Ma lo ha fatto già Zaia in Veneto! Urla col suo tono cavernoso. È vero! Ma lo ha fatto in tempi e condizioni diverse e a furor di popolo per aver amministrato bene … senza scandali e fritturine. De Luca no, la Campania è in grave sofferenza per la fallimentare gestione della sanità e dei trasporti.

La prima rimane in difficoltà perché è ormai senza turn over, con concorsi che vanno regolarmente deserti a causa della carenza di medici e per le continue aggressioni agli operatori, oltre che per le discutibili scelte nella selezione delle dirigenze. La regione risulta costantemente agli ultimi posti nelle graduatorie compilate dal Ministero per valutare gli indicatori di efficienza delle varie regioni.

La seconda paga la gestione disastrosa dell’EAV, che non è riuscita a migliorare il funzionamento della Circumvesuviana, ancora considerata la peggiore ferrovia italiana.

Ma il presidente continua a dare spettacolo con la sua consueta violenza verbale.  Ironizza su tutti, nemici e amici, questi ultimi se non indicati da lui più dei primi. Inutile parlare di merito, non è un criterio di scelta.

Basterebbe leggere l’elenco dei politici da lui definiti imbecilli. Nell’ordine Graziano, Ruotolo e Misiani. Probabilmente parla di loro per riferirsi al suo vero obiettivo che, ovviamente, non può che essere la segretaria Elly Schlein. Le sue azioni sono fondate sulla convinzione che può vincere le prossime elezioni regionali anche solo con sue liste personali, senza bisogno di cercare l’appoggio di chicchessia. Il suo sistema di potere, negli anni dei mandati al comune di Salerno prima e alla Regione Campania poi non è mai stato intaccato, nemmeno dalla magistratura. Solo ora, che questo potere va scemando cominciano a venire a galla le malefatte di amici e fedelissimi pretoriani.

Il governatore gestisce da anni oltre un grande potere istituzionale, anche giornali locali e una ascoltata TV. Da questa diffonde periodicamente le sue invettive contro tutto e tutti senza freni né remore di sorta, spesso attribuendo ad altri atteggiamenti e colpe che invece sono anche sue. Forse pensa di liberarsene con la sperimentata tecnica del “colpisci, insulta e fuggi”.

Di Stefano Graziano, che sarebbe poi il primo “imbecille” del suo elenco, ha voluto ricordare davanti a tutti, dal palco di una festa dell’Unità nel Sannio, di avergli dato una consulenza per “pietà e compassione”, quando Graziano fu indagato e nessuno gli dava più credito. Ovviamente omettendo che quel procedimento fu archiviato dopo soli tre mesi, e che il presunto miracolato sarà candidato e rieletto per ben due volte in consiglio regionale, ricevendo oltre 20mila voti di preferenza.

Ma graziano non è stato certamente il primo né sarà l’ultimo a subire la sua ira. Sandro Ruotolo, per esempio, suo bersaglio prediletto, non è stato definito solo “imbecille”, ma anche “cafone”, “nullità” e “maleducato”. Di questo ha ricordato, come se fosse una colpa, la giovanile militanza nel Partito di Unità Proletaria e la sfortunata avventura politica con Antonio Ingroia. Ruotolo a Salerno ha ricevuto più voti del candidato di De Luca. Infine, ce n’è anche per il povero Antonio Misiani, maltrattato commissario PD in Campania, inviato dalla segreteria nazionale a seguito dello scandalo sul tesseramento fasullo nel PD casertano … e non solo. Inutile dire che lui è il terzo “imbecille”. Un metodo volgare di aggressione per continuare a gestire un partito che ormai non lo ama più, al di fuori della sua città adottiva.

Ma tanta veemenza forse vuole essere innanzitutto un segnale forte inviato a portaborse, capetti e beneficiati vari per mostrare loro che è capace di sputtanali tutti se, malauguratamente, intendessero sputare nel piatto dove avevano mangiato sinora. La vera polemica, senza alcun dubbio, è con la segretaria Elly Schlein e con il resto del suo partito di cui ha detto esplicitamente. “… e questi imbecilli dovrebbero decidere il destino della Campania? Ma neanche se morite. Io mi candido comunque”.Questa è la vera notizia, tutta in quel “comunque”. Che tradotto fuor da politichese significa che si candiderà anche se il Pd non lo sosterrà, e lo farà ovviamente con liste autonome … e allora muoia Sansone con tutti i filistei.

Ma il bellicoso governatore sa bene che, se perderà, rovinerà sé stesso e la prosecuzione della sua lunga carriera politica, forse anche le speranze del figlio parlamentare e della sua corte salernitana. Nell’estremo ricatto entra un ultimo rilancio rivolto a quello che, paradossalmente, lui definisce “il partito delle poltrone”. Confida, in fondo, sul fatto che il PD nazionale sentendosi minacciato possa accettare di tenerselo così com’è. Ma questo è ora più complicato da fare per come si sono messe le cose, visto che ormai chi tornerà indietro ci rimetterà definitivamente l’onore e la faccia. Andare avanti è, a questo punto, quasi un obbligo.

De Luca è convinto che, per imporre un suo terzo mandato, non serva il voto del Consiglio per recepire la legge nazionale, come fece Luca Zaia nel 2013 recependo quella legge e azzerando così i mandati precedenti. Oggi se la Campania lo facesse, l’attuale mandato si configurerebbe come il primo e il governatore potrebbe legittimamente farne un secondo.

Ma al presidente campano, al momento, rimangono solo l’appoggio di Matteo Renzi e quello del suo sistema di potere, che però ora appare fiaccato dalle inchieste della magistratura di Salerno e di Caserta.

Gli altri partiti della coalizione di centrosinistra sembrano però accomunati dalla volontà di voltare pagina. Si parla di Roberto Fico, l’eterno candidato quando si parla di Campania. Ma anche Fico è bloccato nell’attesa che cambi la regola interna dei due mandati. E allora i giochi sono aperti e spunta il nome del generale Sergio Costa, gradito a Conte che lo ebbe come ministro dell’Ambiente nel suo governo con Salvini.

A noi, in Campania, non resta che Crozza.             

 


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