Anche nella dialettica carica di contrasti non è bene generalizzare. E questa è una certezza autorevolmente affermata dalla saggezza del presidente della Repubblica. Mattarella si dichiara stupito dal giudizio tranchant dell’Ecri, della commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, che ha condannato il razzismo della polizia e della politica italiana. Meglio se l’Ecri avesse precisato “di una parte della polizia, di una parte della politica”. E così, la destra ha colto il ‘caso’ come pretesto per annebbiare le critiche alla sua inefficienza biennale, il clamore per lo scandalo della deportazione di migranti in Albania, per mettere in campo un nuovo capitolo della distrazione di massa. Confermiamo, non è corretto generalizzare: in Italia non mancano poliziotti e politici degni di stima, di rispetto, perfino di ammirazione, ma neppure sono rare le ‘pecore nere’ e relativamente ai primi le osservazioni dell’Ecri, di là dalle urla di contestazione della destra, ovvie, strumentali, offrono l’opportunità per individuare le responsabilità di chi storicamente ha ‘usato’ le forze dell’ordine per scopi impropri. Ovvio, il riferimento è al Ventennio e non solo, ma a Scelba, Tambroni e a seguire ai governi che hanno deviato il ruolo istituzionale della polizia per reprimere il dissenso di lavoratori, studenti…Generalizzazione? Forse, ma chi le rende in toto commette un identico errore, sapendo di commetterlo. A giustificare l’accusa dell’Ecri contribuiscono mille episodi di violenze gratuite contro i migranti, casi di discriminazione come le classi scolastiche differenziate per gli alunni non italiani, il rifiuto dello ius soli, l’indegna condizione di schiavitù degli africani sfruttati in agricoltura e uno per tutti l’insulto di Salvini che definisce i migranti “cani e porci…se piacciono tanto a questi signori se li portino tutti in casa loro a Strasburgo”. E Vannacci? Oggi la Repubblica risponde alla protesta della destra per il rapporto dell’Ecri: “Un leghista commenta la foto di una donna rom: “Votateci e non la vedrete più”. Ricorda il quotidiano fondato da Scalfari che si moltiplicano le denunce di razzismo degli i atleti (Maignan. Ingiurie in quasi tuti gli stadi di calcio, Egonu, Lukaku, tanti altrie vittime del razzismo); il caso del rom sordomuto Omerovic, che per sottrarsi alle torture di quattro poliziotti si buttò dalla finestra, le violenze sugli omosessuali, la prassi di fermi e controlli prevalentemente di africani o comunque di migranti, abusi nei confronti di rom, compresi i bambini, i poliziotti veronesi arrestati per episodi di violenza ai danni di emigranti, il massacro di giovani nella scuola Diaz di Genova, i dieci poliziotti indagati per le manganellate agli studenti di Pisa…Denuncia l’Ecri che le dichiarazioni della Meloni, di Salvini, Crosetto (di Piantedosi, ndr) sul tema della migrazione mettono in pericolo le attività delle Ong e minano l’indipendenza della magistratura che se ne occupa. Per restare alle responsabilità della politica, la tragedia di Cutro, della Open Arms, dei profughi che Salvini, ora processato, impedì sbarcassero per molti giorni, episodio che la Buongiorno, suo avvocato difensore e lo stesso Salvini insultano sostenendo che hanno voluto ‘bighellonare’ in mare.
Per capirci, di là dal razzismo di parte della polizia e di politici, l’Italia è razzista? In parte. Un possibile indicatore, da affidare ai sondaggisti, il quesito rivolto a padri e madri: “Se tuo figlio/figlia sposasse un nero/una nera, un rom, una rom, l’accetteresti come normale, sarebbe una scelta condivisa?”
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