Servizi pubblici da settimo mondo a Napoli, la ‘capitale’ del Mezzogiorno che sarà la locomotiva d’Italia secondo le previsioni della premier Giorgia Meloni. Ma le politiche del suo governo sfascista, in questi due anni pieni, non si sono assolutamente viste al Sud, e proprio a Napoli la situazione è ulteriormente, se possibile, peggiorata. Indubbio ‘merito’ del sindaco Gaetano Manfredi, che se ne frega altamente di cosa succede nella ‘sua’ città, tutto preso com’è nel tagliare nastri e nastrini, o nel tenere a battesimo, come è successo un paio di giorni fa, ‘O Cazzo, la scultura di 12 metri griffata Gaetano Pesce proprio vis a vis – guarda le coincidenze ‘storiche’ – con Palazzo San Giacomo, la storica sede del Municipio partenopeo, come la ‘Voce’ ha appena documentato nel pezzo messo in rete il 10 ottobre,
NAPOLI / POI NON DITE CHE E’ UNA CITTA’ DEL CAZZO…
Eppure, nonostante le non poche ‘grane’ giudiziarie, il primo cittadino partenopeo è ‘acclamato’ a livello nazionale, tanto che perfino il capo 5 Stelle Giuseppe Conte, che spesso vede come fumo negli occhi non pochi esponenti del PD, si scioglie in brodo di giuggiole a proposito della candidatura Manfredi come prossimo presidente dell’ANCI, l’associazione che raggruppa i sindici nostrani.
Un plauso comunque bipartisan, visto che il numero uno di Palazzo San Giacomo con la maglietta del PD raccoglie ampie simpatie e calorosi apprezzamenti proprio dalla ‘Giorgia’ nazionale. Con la quale ha siglato, pochi mesi fa, un farneticante ‘Piano Bagnoli’ che ora sta entrando nella sua fase di prima attuazione, con un carburate da 1 miliardo e 300 mila euro circa a bordo. Piano che giunge al termine di un trentennio e passa di sperperi & furti colossali ai danni delle casse dello Stato, devastando ancor più l’ambiente e il territorio che si sarebbe dovuto invece risanare e anche la salute dei cittadini. Da horror movie, una dirty story che più lurida non si può: ha mai pagato qualche politico, burocrate o faccendiere di turno qualcosa? Niente, perché quelle poche inchieste e processi si sono regolarmente arenati. Ecco l’ultimo pezzo sulla vergognosa sceneggiata di Bagnoli messo in rete dalla Voce il 7 maggio 2024,
BAGNOLI / GAETANO MANFREDI E RAFFAELE FITTO: IL MAXI INCIUCIO MILIARDARIO
Nei mesi scorsi abbiamo denunciato e documentato lo sfascio sanità e le raccapriccianti vicende in alcuni pronto-soccorso nel pieno centro cittadino. Storie di quotidiana follia e totale menefreghismo per la salute minima dei cittadini, robe da foresta amazzonica.
Come da far west sono le quotidiane storie a base di trasporti, autobus o metrò, è sempre un inferno.
Di seguito pubblichiamo un paio di mail ricevute giorni fa da lettori-cittadini che più incazzati non si può, per usare un tono ‘british’. Eccole.
“Visto che fa ancora parecchio caldo ieri ho deciso di andare al mare su una spiaggia libera a Posillipo, si contano sulle dita di una mano perché è tutto privato e per trovare un po’ di sabbia e mare che non paghi devi sudare sette camicie. All’andata normale, sono arrivato a Mergellina e poi ho preso dopo una attesa di venti minuti il 140 che porta a Posillipo. Si stava bene sulla spiaggia, un po’ di gente e l’acqua abbastanza pulita e poi un sole che fa bene, si sudava anche, ho fatto due belle ore di relax.”.
“Ma il ritorno è stato un inferno sceso sulla terra. Mi sono messo verso le 2 alla fermata dell’autobus, e ho visto sullo schermo elettronico che il 140 passava dopo 20 minuti, normale. Man mano che passavano i minuti, però, è successo un fatto: passa 1 minuto e il ritardo aumenta di un minuto, passano altri 2 minuti e il ritardo aumenta di due minuti. Insomma, dopo 20 minuti di attesa, il ritardo era ancora di 20 minuti. Ho pensato ad un colpo di sole, il tempo che non passa. Ho chiesto ad uno in attesa, risponde ‘che ci volete fare, è così’. Ho aspettato altri 5 minuti e sempre la stessa cosa fino a che le scritte elettroniche sono scomparse, sparite dal video. Niente, zero assoluto. Mi sono sentito come nel deserto, e il sole che picchia. A quel punto era passata mezzora, mi sono deciso e l’ho fatta a piedi, 20 minuti col caldo sempre più forte delle 3 quasi. Sudato che la maglietta si poteva strizzare, vado alla fermata per Fuorigrotta, una ventina di persone che stanno a guardare sempre all’orizzonte se compare un mezzo. La tabella luminosa non porta niente, chiedi e dicono che l’app non porta nemmeno niente, come se non c’è nessun mezzo in giro. Non c’è lo sciopero, non hanno detto niente, è in settimana e non di domenica che non passa un mezzo a pagarlo oro, allora cosa cazzo è? Alla fine, dopo quasi un’ora e aver visto anche la madonna di Pompei, è comparsa una sagoma che si è avvicinata e poi è corsa via senza neanche fermarsi, piena come un uovo. Alla fine, non so come, verso il pomeriggio qualcosa ci ha portati verso casa…”.
E il finale: “Ma a cosa cazzo pensano all’Azienda dei trasporti (l’ANM, ossia ‘Azienda Napoletana Mobilità’ ndr) che da vent’anni sono sempre gli stessi a comandare, si girano i pollici? Stanno con le mani in mano? Non vedono il casino e se ne fottono? E il sindaco che ci sta a fare? Solo per prendere lo stipendio?”.
Ecco la seconda mail.
“Io sono uno che prende spesso la metropolitana per evitare di stare ore nel traffico e poi nella folla del bus che non ti puoi neanche sedere, uno azzeccato all’altro che mi sento male solo se ci penso. Uso la metropolitana anche se fa abbastanza schifo, la linea nuova, perché salta le corse, si rompe spesso, muori di caldo e geli di freddo, come mezzo non va proprio però un minimo di orari ci stanno e poi se non si ferma prima o poi arriva. La vecchia linea la uso anche perché si fa tutte le fermate da Pozzuoli fino e Gianturco, passa per Mergellina, piazza Amedeo, Montesanto, piazza Càvur e piazza Garibaldi. Anche qui quando fa caldo mettono l’aria così gelata che mi sono preso due bronchiti negli ultimi mesi perché entro bagnato e il sudore diventa ghiaccio addosso”.
“Negli ultimi mesi hanno messo una cosa che non la capisco proprio. Quando faccio il biglietto di andata e ritorno, mi chiedono a che ora ritorno. E io che ne so se il medico mi riceve subito e dopo due ore di attesa? Così mi sono trovato in difficoltà l’ultima volta che ho detto un orario e poi sono rientrato un’ora e mezzo dopo, mi volevano fare una multa. E sul treno ho sentito un sacco di persone incazzate: un ragazzo diceva ‘io vado dalla mia guagliona e che ne so se dopo la prima vogliamo fare una doppietta?’, uno che andava al tribunale per una testimonianza diceva ‘io che cavolo ne so quando finisce là, che dicono un orario e poi è sempre o subito perché non c’è niente oppure passano 4 ore perché ce ne stanno troppe cause’. Un casino, perché quando un problema non c’è se lo inventano, ne mettono uno appresso all’altro. Stiamo proprio combinati male. E nessuno s’incazza e fa ammuina sul serio. Tutte pecore…”.
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