CYBER-SCENEGGIATE / NEL BELPAESE DEI DOSSIERATI SPECIALI

Un semplice impiegato di banca ad uno sportello pugliese Unicredit si trasforma in perfetto 007 e spia 7000 correntisti, anche eccellenti, viene a sempre tutto di loro, depositi e non solo.

Pochi giorni prima un ventiquattrenne di Gela trapiantato a Roma ‘buca’ le protezioni informatiche del Ministero della Giustizia e tira fuori fatti & misfatti di un numero imprecisato di cittadini, nell’ordine di svariate migliaia.

Siamo a bordo di una delle prime potenze del mondo, il nostro Belpaese, nazione che ha fondato l’Europa, nota per le sue tecnologie all’avanguardia internazionale, vanto dei nostri Patrioti.

Proprio quel Belpaese dove basta un chiodo, una vite – come ha scoperto il nostro Sherlock Holmes, al secolo il capo Lega, vice premier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini Matteo – per bloccare le nostre già sgarrupate ferrovie mezza giornata abbondante. Lo stesso che fa le bizze perché al più presto venga finalmente realizzato il suo ‘dream’, quel Ponte sullo Stretto che le mafie attendono con trepidazione da anni.

E come tutti i paesi, del resto, un paio di mesi fa, in piena calura agostana, siamo stati travolti nel Big Crash che, nato da un piccolo malfunzionamento griffato Microsoft – il più antico gioiello di casa Gates – ha mandato in tilt per diverse ore l’intera economia occidentale.

Sgorga spontanea la domanda: ma in quale cavolo di paese (e anche mondo) viviamo? Nel cuore della foresta amazzonica o cosa?

Forse ci abbiamo azzeccato ieri, con la notizia sull’installazione, nell’ombelico di Napoli, di una scultura di 12 metri a forma fallica. Allargando il concetto, siamo ormai davvero un Paese del Cazzo.

Guardiamo un momento più da vicino i due ultimi cyber-gialli.

Il bancario ‘guardone’ originario di Bitonto (ma non è certo due volte fesso) ha lavorato per anni presso Intesa San Paolo, che a luglio scorso l’ha licenziato, quando si è accorto – il nostro secondo colosso del credito – che forse era un po’ curioso e lavorava troppo al computer. A quanto pare, nomi (e storie finanziarie) di 6-7.000 clienti sono finiti sotto la sua lente d’ingrandimento. Tra essi anche alcuni ‘eccellenti’, come le due sorelline d’Italia, Giorgia e Arianna Meloni, il presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, il ministro della Difesa Maurizio Crosetto già al centro della Striano-story, l’ex ‘compagno’ di Giorgia e padre della sua Ginevra, al secolo Andrea Giambruno.

Giorgia e Arianna Meloni

Sorge altrettanto spontanea la domanda. L’efficiente impiegato di banca ha ‘attenzionato’ circa 7 mila posizioni, no 4-5: come mai gli sfascisti gridano ancora una volta al complotto? Con quale faccia mai la Giorgia nazionale ironizza sui ‘nostri dossieraggi quotidiani’?

Fino a prova contraria, il ministero degli Interni, che dovrebbe avere un minimo di ‘supervisione’ su servizi & cyber security, è nelle loro mani, ossia in quelle di Piantedosi Matteo: il quale, forse, dedicata molto più tempo a organizzare manganellate contro chi osa protestare contro il genocidio in Palestina che a preoccuparsi della nostra sicurezza quotidiana.

Fino a prova contraria, anche il ministero della Giustizia è nelle mani dei nostri fascistoidi, per la precisione in quelle di Carlo Nordio, che di tutta evidenza se ne fotte se i suoi uffici fanno acqua da tutte le parti e le reti di protezione sono bucate come un colabrodo, troppo impegnato com’è a massacrare quel poco di giustizia rimasta sul campo, un deserto ormai senza confini, e a fare a pezzi e bocconi quel po’ di Costituzione ancora in vita.

Non domani, ma oggi, perché non pensano bene di rassegnare le dimissioni Salvini, Piantedosi e Nordio? I quali o sono collusi (e non lo sono certo, perché Patrioti conclamati) oppure sono totalmente inefficienti, ignoranti, incapaci di gestire il loro dicastero. Quindi, un calcio in culo e via. Ci fosse una minima opposizione, con un tasso residuale di credibilità, dovrebbe scendere in piazza per chiedere questo e chiedere conto a lorsignori dei loro indecenti comportamenti: invece niente, solo pochi pigolii e pure stonati. Potrà vivere altri cent’anni dormendo tra quattro morbidi guanciali, questo governo sfascista!

La sede del ministero della Giustizia in Via Arenula

Tornando alla nostra mitica Giorgia, forse ha trovato una spinta, per la sua ultima sparata, nelle parole di uno che di spiate & dossieraggi se ne intende, eccome: parliamo di uno degli 007 di punta dei nostri Servizi anni fa, il ben noto Marco Mancini, che in una breve intervista ad ‘Affari italiani’ commenta: “Il nostro sistema di cybersicurezza fa acqua da tutte le parti”, come anche un cieco è in grado di vedere. E aggiunge: “Pensare che un dipendente di banca possa entrare e controllare i movimenti bancari del nostro primo ministro mi fa venire i brividi”. Che tenerezza… E non soddisfatto rincara: “Se non si riesce a garantire un controllo totale per la seconda carica dello Stato (Ignazio Benito La Russa, ndr), credo che qualcosa non stia funzionando”. Solo qualcosina, James Bond, solo qualche vitarella…

Riusciranno mai, gli ‘improbabili’ 007 de noantri, a scoprire qualcosina sui ‘mandanti’ di queste marachelle non da poco? O pensano davvero che il solerte impiegato di Intesa e il ragazzotto siciliano (che pure aveva raggranellato 3 milioni in bitcoin) abbiano fatto tutto da soli e, soprattutto, per un loro personale interesse? Verrà fuori la ‘manina’ – o con più probabilità le manine – che ha (hanno) mosso le fila, i burattinai?

E valgono, queste paradossali sceneggiate, almeno per non pensare alle tragedie, o ad altri maxi sceneggiate planetarie.

Ci riferiamo, nel primo caso, al genocidio dei palestinesi e alle ultime performance del boia Bibi Natanyahu, arrivato alla follia maxima di attaccare le forze dell’ONU, e far imbestialire perfino il pur sempre placido Crosetto, il quale arriva finalmente scoprire che il re è nudo e a parlare di crimini israeliani contro l’umanità.

Volodymyr Zelensky

E’ proprio vero che mai come in questo momento (e tra meno di un mese negli Usa si vota, con un susseguente vuoto di potere fino all’11 gennaio!) siamo sull’orlo del conflitto nucleare, visto che il nazista di Tel Aviv non si ferma più (perchè sa bene che nel momento in cui si ferma finisce dritto in galera) e da un momento all’altro lancia bombe nucleari contro Teheran, e gli iraniani fanno lo stesso contemporaneamente, per il vero Olocausto finale…

Nel secondo caso, ci riferiamo al pupazzo di Kiev, Volodymyr Zelensky, che continua a ballare e brindare sul Titanic, in una settimana allegramente a zonzo tra Washington, Parigi, Berlino, oggi a Roma (Meloni & Bergoglio in rapida successione) e poi di nuovo in Germania per il summit Nato.

Sorge spontanea una riflessione: visto che tutti sono sempre lì a spargere fiumi di lacrime per il povero popolo ucraino, per quale misterioso e recondito motivo nessuno ricorda mai la strage dei circa 15 mila ‘ucraini filo russi’ del Donbass, perpetrata tra il 2014 (l’anno del golpe bianco di piazza Maidan organizzato dagli Usa) e il 2021?

O forse ci sono morti di serie A, di serie B e di serie C?


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