Aggressività. Distruttività. Violenza. Morte.
Repressione. Terrore. Violenza. Morte.
Due binari paralleli che corrono lungo i decenni, i secoli, per contraddistinguere non pochi comportamenti ‘umani’. Che di ‘umano’ hanno ben poco.
Non c’è bisogno di ripercorrere la galleria dell’orrore di cui sono disseminate le storie quotidiane, i massacri familiari (e non solo), gli eccidi tra quattro mura domestiche (e non solo), le esplosioni di violenza allo stato ‘puro’, come si diceva un tempo.
Il nostro Walter Di Munzio, psichiatra e scrittore, ha firmato negli ultimi mesi un paio di efficaci interventi per spiegarsi e spiegarci l’escalation di episodi, il cui effetto è certo moltiplicato, oggi, via social e mezzi d’informazione, o meglio quasi sempre di dis-informazione, che comunque arrivano ai cittadini e finiscono inevitabilmente per giungere come ‘messaggi’, pur nella loro negatività e potenzialità distorsiva.
In questa disamina vogliamo solo piazzare dei tasselli in un mosaico estremamente articolato e complesso: che non può essere fatto di ‘certezze’, ma solo di fatti, questioni sul tappeto, ipotesi di lavoro, interrogativi che dovremmo porci.
Partiamo dall’oggi per poi tornare indietro nel tempo.
NEL REGIME DEL “TERRORE”
L’oggi è contraddistinto da uno spartiacque, un momento ‘zero’: oppure 100 o 100 mila, poco importa, nella storia dell’umanità.
Quello spartiacque è datato gennaio 2020.
Ossia l’inizio della pandemia da Coronavirus che è stata originata artificialmente nel famigerato laboratorio di Wuhan finanziato con i dollari americani, gran regista della maxi dirty story il super virologo di tutte le Case Bianche di ben 7 presidenti a stelle e strisce, al secolo Anthony Fauci: come ha più volte denunciato, per fare solo un nome, Robert Kennedy junior in due libri al calor bianco (‘The Real Anthony Fauci’ del 2021 e ‘Wuhan – The Cover Up’ del 2023), e la ‘Voce’ ha dettagliato in tante inchieste di questi ormai quasi cinque anni.
Proprio negli Usa è stata ‘partorita’ quella strategia della ‘paura’, del ‘terrore’ servita a minacciare e quindi rendere obbedienti i cittadini, costretti a subire supinamente i ‘vaccini’ anti covid, resi obbligatori in modo perfettamente ‘nazista’ e ‘democratico’, manipolando cioè le volontà dei propri ‘sudditi’.
In quale altro modo, sennò, sarebbe stato mai possibile rendere quegli stessi cittadini autentiche cavie da laboratorio? Costretti a farsi inoculare un ‘prodotto’ totalmente sperimentale, e poi risultato non solo inefficace ma addirittura del tutto insicuro, anzi molto spesso letale oppure capace di provocare effetti collaterali devastanti?
Quel meccanismo è stato perfettamente illustrato in un libro firmato da uno dei pochi virologi autentici in circolazione, Giulio Tarro, l’allievo prediletto di Albert Sabin che inventò l’antipolio e la regalò al mondo (non brevettandola per farne un business, come è invece accaduto con i ‘prodotti’ anti covid che hanno fatto la fortuna di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’, due star di Big Pharma): si tratta di ‘Covid 19 – Il virus della paura’, uscito in tempo quasi ‘reale’, ossia a giugno 2020. Tenete ben presente che Tarro non è solo specializzato in virologia, ma anche in psichiatria: il che vi fa capire la duplice pregnanza della sua profetica analisi e diagnosi.
Paura, terrore. Lockdown, prigione. Chiusura, soffocamento.
In questa spirale, scientificamente studiata a tavolino, sono finiti milioni di cittadini: proprio come in un vortice, in quel grande Maelstrom che dipingeva con efficacia unica il maestro dell’horror, Edgar Allan Poe: e ci vorrebbe ora la sua mitica penna per dettagliare le nostre distopie quotidiane, gli orrori ai quali siamo sottoposti ogni giorno. Come in un dipinto di Munch o di Van Gogh. Ma anche di Bruegel oppure di Bosch.
I giovani, ecco le vittime ‘preferite’ dal ‘Sistema’: come documentano in modo inoppugnabile gli aumenti esponenziali delle patologie mentali proprio negli ultimi, fatidici quattro anni e passa. Ma i ‘contagiati’ (non dal virus, ma dagli ‘obblighi’ e dal ‘clima’ scaturiti dal virus taroccato) sono di tutte le fasce d’età.
Restiamo in tema, perché rimangono ancora tutti da scoprire gli effetti avversi prodotti dai vaccini, soprattutto quelli ‘genici’, ossia a mRNA, proprio come i ‘sieri’ di Pfizer e Moderna. Lo stesso Tarro, fin da subito, ha documentato i gravi danni che possono produrre al sistema cardiocircolatorio, attestato da un sensibile incremento, negli ultimi anni, di miocarditi, pericarditi, ictus, trombosi e infarti. Così come di patologie tumorali, nonostante i progressi della medicina ufficiale.
Sorge spontanea la domanda: in che modo hanno impattato quei ‘vaccini’ a mRNA sui meccanismi neurologici delle persone, su di noi? Sulle loro menti, sulle nostre? E quindi sui loro comportamenti, in ultima analisi, vale a dire i nostri?
Un interrogativo da brividi al quale, fino ad oggi, non è stata fornita alcuna risposta da parte della Medicina di regime.
Ma ci sono altre due formidabili leve su cui il ‘Sistema’ ha potuto attivare con successo i suoi meccanismi della paura e del terrore, sempre più ‘contagiosi’.
Ci riferiamo ai cambiamenti climatici e alle guerre. Torniamo ad alcune statistiche che di tanto in tanto fanno capolino: la gente, soprattutto i giovani, temono i cambiamenti climatici, gli effetti sui comportamenti si fanno sentire in modo sempre più marcato, è un panico diffuso quello che monta.
Le guerre hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco. Alimentando profonde insicurezze e al tempo stesso l’odio per l’altro, l’avversario che diventa sempre più nemico, da abbattere, distruggere, annientare.
Un mix che più esplosivo non si può. In gran parte lo aveva profetizzato proprio uno dei registi del Nuovo Ordine Mondiale che l’Elite vorrebbe realizzare, caso mai con metà della popolazione mondiale al seguito, come docili sudditi: stiamo parlando di Bill Gates, il deus ex machina dell’‘Organizzazione Mondiale della Sanità’, a bordo del suo ‘Trattato Pandemico’, e del ‘World Economic Forum’ che ha elaborato il ‘Great Reset’ su cui verranno scanditi i tempi del nostro ormai non tanto distopico Futuro. Nel corso del WEF 2010 vaticinò: “Il prossimo decennio sarà caratterizzato da terribili pandemie e poi da ancor più catastrofici cambiamenti climatici”. Ma chi era mai mister Poe?
C’ERA UNA VOLTA ERICH FROMM
Torniamo a bomba. Ossia al tema violenza-distruttività che sembra avanzare a grandi falcate nel nostro mondo quotidiano.
Per vedere invece come la pensavano, oltre mezzo secolo fa, alcune menti che hanno fatto la storia e messo nero su bianco analisi da far arrossire (per la vergogna) i maitre a penser della odierna feccia para mediatico-psicologica. Impersonata, tanto per dire, da criminologi e criminologhe serviti/e a pranzo e a cena. Vomitevole, oltre che stucchevole.
Nel 1975 titolai la mia tesi, in Filosofia del Diritto, ‘Aggressività, Forza, Politica’. Mi avevano colpito molto, e le illustrai, le analisi di Konrad Lorenz, Frederic Skinner ed Erich Fromm (Sigmund Freud, evidentemente, a parte).
Il primo, attraverso lo studio del comportamento degli animali, finiva per passare ai raggi x quello umano, proprio sul versante della aggressività-distruttività, addebitandola in qualche misura a dei fattori ‘innati’. ‘Das Sogennante Bose’ (‘Il cosiddetto male’) è la sua opera principale.
Il secondo, padre dei ‘behavioristi’, legava tutti i comportamenti dell’uomo al condizionamento sociale, ossia dell’ambiente circostante.
Fromm, invece, percorreva una terza, inesplorata via. Provo a sintetizzarla in poche parole, cercando di non farlo rivoltare nella sua tomba. L’uomo nasce come tabula rasa, sulla quale può essere scritto di tutto: verso il bene o verso il male. La sua ‘natura’ comunque tende in direzione di quello che definiamo ‘bene’, ma incontra molti, spesso troppi ostacoli lungo il suo percorso. E quindi segue strada della negazione, della distruttività. Raccontava: “Per costruire qualcosa, un amore, ci vuole costanza, impegno, passione, tempo, anche fatica. Per distruggere qualcosa basta poco, un fucile”.
I suoi libri cult, all’epoca, furono proprio ‘Anatomia della distruttività umana’, che tutti oggi dovrebbero leggere o rileggere per capire quello che succede: ripristinando alcuni canoni di lettura e interpretazione dei fatti oggi ormai smarrita e dispersa nel deserto quotidiano di fake news, disinformazione e distorsioni scientifiche.
E, soprattutto, ‘Avere o Essere’, ora più attuale che mai per districarsi nei labirinti di falsi comportamenti e maschere quotidiane indossate dalla ‘massa’. Che ormai se ne strafotte dell’essere per seguire solo l’avere, l’apparire, il sembrare.
Amaramente osservava Fromm: dotato di libero arbitrio, pur con tutti i condizionamenti e le pressioni sociale di cui è vittima, spesso l’uomo sceglie il male, la crudeltà. A differenza degli animali che (come suggeriva Lorenz) diventano aggressivi solo per procurarsi cibo o per difendere i propri figli, il cosiddetto uomo è capace di torturare il prossimo con perfetta consapevolezza, addirittura con compiacimento.
Come sta succedendo quotidianamente nel corso del genocidio dei palestinesi studiato in modo criminale, predatorio, scientifico dal governo nazista di Tel Aviv.
Il simbolo, oggi, della distruttività umana.
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