Torna tra le braccia di mamma ‘Repubblica’ il figliol prodigo Mario Orfeo, che dopo aver circumnavigato per oltre un ventennio fra le testate di grido, via etere (unico amore l’altra mamma, RAI) e via carta stampata, va ad occupare la poltrona di direttore del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, al posto di Maurizio Molinari, ora ‘degradato’ al ruolo di ‘collaboratore’ e ‘editorialista’.
Un miracolo vivente di equilibrismo perenne, degno delle migliori performance di San Gennaro, dal momento che è partenopeo doc. Perché il prode Orfeo nasce come DC doc, per anni la sua stella polare è quella di Paolo Cirino Pomicino e suo zio, Vincenzo Maria Greco, l’ingegnere-faccendiere passato a miglior vita solo qualche giorno fa, è lo storico ‘braccio destro’ di ‘O Ministro.
DIRETTORE 4 STAGIONI
Ma poi ‘piace’ a tutti, ottiene un ok perfettamente bipartisan quando percorre le tappe di vertice a Viale Mazzini (direttore Tg1, Tg2, Direttore Generale e fino a ieri direttore del Tg3, da vero Guinness dei primati). E’ l’uomo giusto per il PD, va bene alla Lega di Matteo Salvini, viene piazzato alla guida della terza rete (un tempo la ‘corsara’ Telekabuldel tandem Curzi-Guglielmi) con l’ok della premier Giorgia Meloni.
Un manager dell’informazione ‘ottimo e abbondante’ per tutte le stagioni.
Ecco l’incipit di una carriera al fulmicotone come dettagliato nella cover story pubblicata, oltre vent’anni fa dalla Voce (cartacea), era settembre 2003: “Il più giovane direttore mai sbarcato in via Chiatamone (la sede storica de ‘Il Mattino’di cui diventa direttore a metà 2002, ndr). Una carriera lampo, quella di Mario Orfeo, che scrive i suoi primi trafiletti di sport esattamente vent’anni fa, alla redazione di Napolinotte, diretta da Gino Grassi. A introdurre Mario nel mondo della carta stampata è lo zio, Ludovico Greco, ex vicedirettore del Roma, ex consigliere monarchico di Napoli passato in un baleno alla DC (‘i sette puttani’, così bollò Alberto Giovannini i consiglieri comunali voltagabbana), per anni al timone della tivvù scottiana Canale 34. Ma Ludovico è soprattutto padre di Vincenzo Maria Greco, l’alter ego di Paolo Cirino Pomicino in tutti i maxi business del dopo terremoto ’80 e oltre”.
Così proseguiva quella ‘ricostruzione’: “Metà anni ’80. Spunta la stella di ‘Itinerario’, il patinato mensile voluto da Pomicino per creare consensi e, soprattutto, garantirsi una forte copertura sul fronte giornalistico. Vennero arruolati praticamente tutti i corrispondenti da Napoli della stampa nazionale, nonché, ovviamente, le principali firme locali, via etere e via carta stampata (per il modico compenso di allora, 400-500 mila lire ad articolo). Può contare, a Itinerario, sulla solida amicizia con il direttore, Antonio Galdo, chiamato dall’amico Pomicino a reggere le fila dell’impresa giornalistica. Un’impresa nata con la ‘camicia’, perchè a foraggiarla non provvedono solo gli imprenditori ‘amici’ di ‘O Ministro (da Salvatore Paliotto a Isidoro Balsamo, da Salvatore D’Amato al tandem Di-Falco Buonanno in sella alla cara ICLA), ma anche le casse dello Stato, dal momento che la rivista, pur non vendendo più di 800-900 copie al mese, becca 1 miliardo di lire annuo di pubblicità, in prevalenza proveniente da aziende pubbliche o parastatali. E allora, che ci sta a fare un Presidente della Commissione Bilancio (ossia Pomicino all’epoca, ndr), la ‘Commissione Sportello’?”.
Luciano Scateni, nella sua news di oggi, colorisce il ‘colpo di scena’ maturato a Repubblica nonché le manovre editoriali nella sempre più infuocata casa Agnelli, alle prese con grosse beghe sul fronte fiscale.
QUEL CIRCORFEO DETTAGLIATO DALLA VOCE…
In questo pezzo, perciò, vogliamo soprattutto riproporvi la lettura di alcuni reportage ‘storici’ della Voce che mettono insieme ‘politica’, ‘affari’ e ‘informazione’.
La prima incarnata soprattutto da ‘O Ministro ma non solo: perché in quegli articoli potete ritrovare le connection d’affari pomiciniane, ad esempio, con l’oggi meloniano (dirige ‘Il Secolo d’Italia’) Italo Bocchino, ancor oggi protagonista di non poche comparsate tivvù (soprattutto su La7, via ‘Otto e mezzo’ griffato Lilli Gruber): trait d’union l’onnipresente Vincenzo Maria Greco.
I business viaggiavano a bordo delle imprese degli ‘amici’ – soprattutto mattonari – di riferimento, quelli prima citati come ‘foraggiatori’ di Itinerario: e due le star in pole position, ICLA ‘L’Acchiappatutto’ (dal titolo di una cover story del 1989) e poi ‘IMPRESA’ griffata Greco.
A livello mediatico, troverete non pochi punti in comune con la carriera, ugualmente al fulmicotone, di un altro partenopeo doc, quel Genny Sangiuliano che, prima di dar la scalata a mamma RAI e poi assurgere al top ministeriale della SUB-CULTURA, si fa le ossa negli anni ’80 come portaborse (nel senso letterale del termine) dei due De Lorenzo, Ferruccio l’inossidabile presidente dell’Ordine dei Medici a Napoli e il rampollo Francesco, ministro della Sanità in piena Tangentopoli. Dirty stories che vengono descritte per filo e per segno nei due volumi a loro dedicati, ‘‘O Ministro’ pubblicato nel 1991, e ‘Sua Sanità’ nel 1992.
Torniamo al prode Orfeo, soprannominato affettuosamente dai colleghi ‘culo-di-pietra’ per la capacità di non alzarsi per ore e ore dal desk, chiaro sintomo di una ferrea applicazione al lavoro. Inderogabilmente avvitato alla poltrona.
Prima di passare ai link Voce e alle immagini fotografiche della già ricordata inchiesta di settembre 2003, vogliamo proporvi un pezzo a proposito di Greco. Più in particolare la commemorazione che gli ha appena dedicato ‘il Mattino’. Messo in rete dal sito ‘IUSTITIA’, si intitola La santificazione di Vincenzo Maria Greco
Manca solo un dettaglio da non poco: Greco era lo zio di Orfeo.
Eccoci, dunque, ai tre pezzi che vi consigliamo caldamente di ri-leggere.
Pubblicato il 25 giugno 2016,
IL DIRETTORE DEL TG 1 E ‘O ZIO, L’IMPRENDITORE IN CRAC VINCENZO MARIA GRECO
Poi, del 7 giugno 2017,
‘O SISTEMA RAI / MARIO ORFEO VERSO LA DIREZIONE GENERALE
Quindi, del 16 maggio 2020,
C’ERA UNA VOLTA LA RAI / ORA E’ SEMPRE CIRCO-ORFEO
Infine, la copertina e le 6 pagine del reportage di settembre 2003,
CIRCORFEO
Se osservate bene la copertina, troverete anche un richiamo dedicato al Genny nazionale, titolato ‘RAI – Milone e Sangiuliano sotto i riflettori”.
Buone riletture.
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