CYBER MASSACRI IN LIBANO / LE “GUERRE DEL FUTURO”

Catastrofi sempre più ad un passo. Sia sul fronte ucraino che su quello mediorientale.

LUnione Europea ha in pratica dichiarato guerra alla Russia, nel corso della prima ‘uscita’ del nuovo esecutivo griffato Ursula von der Leyen che ha invitato con forza tutti i paesi UE ad autorizzare Kiev all’uso delle loro armi contro il territorio russo. Il tutto è stato subito sigillato dalla riconfermata presidente della Commissione con l’abbraccio al sempre più amico Volodymyr Zelensky, al quale come gentile cadeau ha recapitato la promessa di stare al suo fianco “fino alla vittoria” contro il Cremlino e, più concretamente, altri aiuti militari, finanziamenti a go go e, uber allers, un maxi prestito da ben 35 miliardi di euro. Non proprio noccioline.

Al Forum G7 di Pompei, frattanto, il neo ministro della Cultura Alessandro Giuly riceve in pompa magna il suo omologo ucraino promettendo, ugualmente, un sostegno a vita. Un bell’inizio, per il successore del titolare, per quasi due anni, del dicastero della SUB-CULTURA, al secolo Genny Sangiuliano, in questi giorni a riflettere in uno sperduto eremo.

Voliamo in Libano, dove da giorni è in corso una delle “guerre del futuro”, a base di mortali cyberattacchi che stanno massacrando non solo i miliziani Hezbollah, ma soprattutto la popolazione civile. Uno sterminio scientifico, tecnologico, studiato per mesi e mesi a tavolino: quindi ancor più criminale, come neanche le menti nazi avrebbero concepito.

Qui e nella foto in alto, le esplosioni in Libano

E cosa fa la UE in questo caso? Se ne strafotte, se ne lava le mani. Solo qualche ridicola, penosa frase di circostanza. Complici di un genocidio.

Come complici (anzi mandanti) gli Stati Uniti: ha detto qualche parola l’ormai rincoglionito Joe Biden? Una frase dalla altrettanto complice vice e possibile capo della futura Casa Bianca, Kamala Harris? Solo parole al vento in qualche comizio: ma ora? Niente, zero assoluto.

Altra vuota, stucchevole, vergognosa e complice retorica dalle ‘Nazioni Unite’, che rivelano, ce ne fosse ancora bisogno, la loro totale inutilità: che ci stanno a fare, solo a mangiare soldi pubblici a palate per non muovere neanche un mignolo quando serve? Vergogna.

Abbiamo fatto cenno alle wars del futuro.

Rivela, in modo disarmante, il ‘Jerusalem Post’: “Le esplosioni dei cercapersone e dei cellulari di questi giorni mostrano che ci sono modi non convenzionali per sorprendere il nemico e ottenere un grosso vantaggio tattico. E questo porta ad una lezione: la prossima guerra non si combatte mai come la precedente”.

Tel Aviv, su tale fronte, è maestra. E il governo guidato dal boia Bibi Netanyahu, in questi 11 mesi, ha dato ampie prove della sua matrice criminale: che continua giorno per giorno, portando sempre più avanti quel genocidio scientifico e la chiarissima, limpida volontà del suo premier hitleriano di non smetterla ad alcun costo, fino alla fine. Sotto questo profilo, le due follie – quella di Netanyahu e quella di Zelensky – viaggiano in modo che più parallelo non si può.

Bibi Netanyahu

Prima di raccontarvi come, volevamo solo far cenno al secondo scenario delle guerre future: le ‘biologic wars’, quelle a base di virus letali diffusi in modo scientifico nell’ambiente, nell’aria, nelle acque, proprio come è stato ‘sperimentato’ con il coronavirus prodotto dal laboratorio cinese di Wuhan con la più che fattiva collaborazione, soprattutto finanziaria, degli americani, via Anthony Fauci – come la ‘Voce’ ha tante volte denunciato e documentato – e il suo ‘National Institute for Allergy and Infectiouse Deseases’ (NIAID). Scenari da brividi, ma più attuali che mai, soprattutto visto l’iperattivismo del Dipartimento di Stato Usa nella instancabile attività di moltiplicazione dei bio-laboratori in mezzo mondo, a cominciare proprio dall’Ucraina, dove ha localizzato e potenziato una cinquantina di piccole Wuhan.

Ma torniamo alle ‘vie’ di Tel Aviv e Kiev che ad un certo punto, strada facendo, si incontrano, in funzione antirussa. Ecco alcune stories che vi fanno capire l’aria che ha tirato, per almeno un paio d’anni, e che continua a tirare, più minacciosa che mai.

Secondo ‘Euromaidan Press’, un sito di notizie molto vicino alle intelligence occidentali (del resto piazza Maidan è il simbolo del ‘golpe bianco’ orchestrato dagli Usa esattamente 10 anni fa, nel 2014), le forze speciali del gruppo ‘Khil Mik’, che fa capo alla Direzione dell’Intelligence ucraina (HUR), il 15 settembre hanno attaccato una base militare russa dislocata in territorio siriano, nella martoriata zona sud di Aleppo. Ciò rivela – spiegano non pochi esperti – il forte legame operativo tra Servizi & Intelligence di Kiev e Tel Aviv.

Strage a Gaza

Stando al ‘Kyev Post’, gli stessi ‘apparati’ ucraini hanno effettuato altri attacchi alle forze di Mosca a fine luglio. Una prima volta nell’area est di Aleppo, come obiettivo l’aeroporto di Kuveiros, per colpire alcuni equipaggiamenti russi. Una seconda volta per centrare   installazioni, sempre russe, sulle alture del Golan. E dal quotidiano ucraino viene perfino enfatizzato il contributo fornito dalle intelligence non solo di Tel Aviv, ma anche di Washington. Senza l’ok del Capo Usa non si muove mai foglia…

E’ proprio il ‘New York Times’, del resto, in un suo reportage a ricostruire la intensa   collaborazione che da almeno un paio d’anni, con la benedizione ovvia della Casa Bianca, va avanti tra i Servizi israeliani & ucraini. Il quotidiano, infatti, riferisce di un alto funzionario di Kiev, il quale conferma che Tev Aviv ha fornito informazioni di intelligence sui droni venduti da Teheran a Mosca. Il presidente-pupazzo Volodymyr Zelensky, d’altro canto, non fa mistero della “proficua collaborazione con lo Stato di Israele”, nonostante la posizione di ‘formale neutralità’ dell’esecutivo Netanyahu sul conflitto in Ucraina.

Commento alcuni analisti: “L’azione degli ‘apparati’ ucraini in Siria contro obiettivi russi, in collaborazione con Tel Aviv e Usa, arriva dopo quelle già denunciate in alcuni paesi africani, come Mali e Sud. E’ ormai sempre più una guerra a tutto campo, senza limiti e senza confini”.

Per decodificare meglio soprattutto una faccia delle guerre future, sul fronte dei cyber attacchi, vi proponiamo la lettura di alcuni pezzi.

Partiamo dal lucido intervento dell’animatore del sito ‘Analisi Difesa’, Gianandrea Gaiani, messo in rete da ‘La Nuova Bussola Quotidiana’ il 19 settembre, “Il cyber attacco israeliano in Libano continua. Non è chiaro perché adesso

https://lanuovabq.it/it/il-cyber-attacco-israeliano-in-libano-continua-non-e-chiaro-perche-adesso

Eccoci poi alla significativa disamina di Pino Cabras, riportata dal blog di Maurizio Blondet e titolata “Israele inaugura l’epoca in cui tutto è un’arma

https://www.maurizioblondet.it/israele-inaugura-lepoca-in-cui-tutto-e-unarma/

Infine, messo in rete dall’ottimo sito di contro-informazione ‘The Intercept’ il 19 settembre, ‘Paging the hague: Israel’s expluding electronics might be war crimes

https://theintercept.com/2024/09/19/israel-pager-walkie-talkie-attack-lebanon-war-crimes/

P.S. Proprio sul fronte delle ‘guerre del futuro’, vi preannunciamo per domani il pezzo su uno choccante docufilm che tra pochi giorni verrà presentato a Trento e a Milano.


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