La ‘spia’ dell’antimelonismo

Nella labirintica offerta dei media cartacei e radiotelevisivi, si restringe sempre più lo spazio del giornalismo indipendente dal pensiero unico del melonismo. Sorprende che nessun giornale o canale tv abbia intuito il potenziale politico e di audience di una possibile rubrica, di una ‘striscia’ quotidiana da affidare al fantasioso Roberto D’Agostino, noto come Dagospia, giornalista che nobilita il termine gossip, abitualmente coniugato per pettegolezzi trash. Il suo è gossip politico, gestito con consumata abilità nello ‘scippare’ fatti e misfatti altrimenti coperti da silenzio e manomissioni. In questi giorni di fibrillazione in casa Fratelli d’Italia e alleati, Dagospia racconta il caso Sangiuliano, delle sorelle Meloni, del ministro Lollobrigida e non solo. D’Agostino è stato lo starter dell’affare tragicomico di Sangiuliano tombeur de femme, primo attore di una comedy tutta da ridere se non fosse un inverosimile esempio di disdoro istituzionale. Appena letto il primo post della Boccia e scoperto sul suo profilo l’album fotografico della ‘coppia’, una rapida indagine ha disvelato la loro storia di amanti molto poco segreti. Telefonata a Sangiuliano, che balbettando ha tentato di smentirlo. E la Boccia? Per D’Agostino non chiedeva soldi, ma di lavorare con e nel ministero, anche gratis, grazie al ‘rapporto affettivo’ con il ministro. Sulle ‘sorelle d’Italia: “Al governo c’è un centrodestra di diplomati dalla scuola Radio Elettra (ovvero il massimo dell’incompetenza istituzionale, ndr), di personaggi incolti.

Le Meloni si accreditano come donne al comando dell’Italia…ma non comandano neppure marito e compagno. Ma come, una premier che non si fida neppure della polizia? Incredibile. Ministri che fermano i treni, deputati che sparano a Capodanno. L’Italia è isolata in Europa, emarginata a Washington, il Deep State ci reputa dilettanti arroccati”.  Triste fine di Genny Sangiuliano, dal ministero al banco dei surgelati. C’è chi l’ha immortalato mentre da dimissionario fa la spesa vicino casa. La moglie, lo spedisce ad acquistare verdure, formaggio dietetico, frutta, yogurt e acqua minerale, come un pensionato qualsiasi. La destra prova a sputtanare la “pompeiana esperta” e mette ancora più’ a nudo l’inettitudine e la mediocrita’ del governo Meloni, che due anni fa ha scelto un ministro-macchietta capace solo di farsi infinocchiare dalla prima ‘bambolona’ che passa.

A Palazzo Chigi parlano di complotto per far fuori la Meloni, ma  hanno autorizzato il su e giù’ della Poppea di Pompei nelle stanze del ministero, e mesi in giro per convegni, eventi e alberghi. “La ”via trucis” di Sangiuliano è’ l’ennesima spia della nullità’ della classe dirigente di Fratelli d’Italia (da Lollo a Delmastro, da Montaruli a Sgarbi) e manca solo il rinvio a giudizio per Daniela Santanche’. Festival del ‘Libro possibile’ a Polignano, fischiato Sangiuliano, che presidente della Giuria del premio Strega confessò di non aver letto i volumi in concorso.  L’ultimo colpo di mano di Sangiuliano. prima di lasciare il ministero, mentre Giuli andava al Quirinale per il giuramento: Genny firma il decreto di nomina della commissione che seleziona i film da sovvenzionare con contributi pubblici e tra gli “esperti” c’è l’avvocata Manuela Maccaroni, presidente dell’osservatorio per la parità di genere del dicastero. (che c’entra con il cinema? ndr). Sotto accusa Beatrice Venezi, consulente per la musica del ministero a 30mila euro l’anno. La “bacchetta nera” dirigerà a Pompei il concerto al G7 della cultura, incarico che, da consulente la Venezi si è praticamente auto-assegnato…”.

Questa ‘divertente’ news non è firmata da Dagospia. In un cassonetto della spazzatura sono state abbandonate scarpe di lusso con tacchi alti, da donna. Il contenitore si trova lungo la facciata contigua alla piazza del Collegio Romano, accanto alla porta di servizio del ministero della Cultura. Vi è finito dentro di tutto, documenti e vetri, scarti dei prodotti alimentari, cartoni delle pizze. Chi avrà tentato di far sparire questi elementi di un abbigliamento vistoso, non adatti al classico ambiente dei corridoi ministeriali? Non è difficile rispondere. C’è altro. Il ministero della Cultura acquista un ‘tritacarte’. Negli stessi cassonetti della spazzatura giace anche l’imballaggio dello strumento utilizzato per distruggere documenti riservati, compromettenti. Chi l’ha fatto comprare e con quale intento? Non è difficile rispondere. 


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento