C’E’ UN MEDICO NAPOLETANO FRA GLI ULTIMI DISCENDENTI DEI NOBILI GAGLIARDI DI TROPEA

La riconoscete nella foto in alto? E’ Piazzetta Gagliardi, un suggestivo scorcio della Napoli antica poco distante dal Museo Nazionale, Quartiere Stella. Ma nella zona esistono anche due vicoli dedicati alla stessa, nobile famiglia: Vico I Gagliardi e Vico II Gagliardi.

Tre strade, insomma, che a Napoli celebrano un casato nobiliare dalle origini antichissime.

E tre sono i libri che ci parlano di questa autentica epopea: una storia che, dall’origine della famiglia, dopo quasi mille anni ci conduce ancor oggi dentro il cuore di Napoli.

Il primo libro, famosissimo, è il saggio di toponomastica storica “Le strade di Napoli”, scritto da Gino Doria ed edito da Grimaldi nel 1943. Da qui apprendiamo, per esempio, che “Al Filangieri si intitolò nel 1880 la scala, allora costruita, conducente da Montesanto al Corso Vittorio Emanuele”. O anche da dove deriva il termine Gaiola, che oggi indica una delle più incantate spiagge partenopee: “Discesa Gaiola: Gaiola o caiola in napoletano significa gabbia: dal latino caveola, diminutivo di cavea. Il nome è passato al notissimo scoglio e alla pendice meridionale della collina di Coroglio attraverso le vicende di una magnifica villa augustea, di cui avanzano alcuni ruderi”.

E proprio sulle strade dedicate alla nobile famiglia Gagliardi Gino Doria si sofferma a lungo: “Piazzetta Gagliardi, Traversa Gagliardi, Vico I Gagliardi e Vico II Gagliardi ricordano la nobile Famiglia Gagliardi, feudataria fin dal tempo di Carlo I d’Angiò. Un ramo si stabilì a Napoli, venendo riconosciuta la sua nobiltà dal S.R. Consiglio nel 1618. Ai beni ivi posseduti da questa famiglia deve risalire la denominazione di questo tranquillo angoletto di Piazza Cavour, fra il Museo Nazionale e la Stella”.

Il secondo libro che ci conduce alla scoperta di questo casato è “Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia”, una pregiata raccolta risalente al 1875 in cui l’autore, Bernardo Candido Gonzaga, enumera le trenta famiglie patrizie esistenti a Napoli nel 1704, dopo l’edificazione del Sedile (di Porto). Nel descrivere l’antica Via Gagliardi in Napoli, l’autore ne racconta dettagliatamente le radici genealogiche. “Questa famiglia, detta pure Galardo o Quagliart, è originaria Normanna. Si trovano fra esse le prime memorie di Cava fin dall’anno 1052 sotto Gisolfo II Principe di Salerno”

Sì, avete letto bene: le origini della famiglia Gagliardi risalgono addirittura al 1052. Ma andiamo avanti nella lettura.

“Questa famiglia nel secolo XIII emigrò in Provenza. Ritornarono nel Regno, seguendo le armi di Carlo I d’Angiò, quattro fratelli: Guglielmo, Giovanni, Roberto e Rainardo Galardo, in quali si stabilirono in Cava dando origine alle varie diramazioni della Famiglia Gagliardi”.

“Questa Famiglia trovasi feudataria sotto il Regno di Carlo I d’Angiò. Ha goduto nobiltà in Provenza, nel Cilento e nelle città di Napoli (al Seggio Capuano), Cava, Tropea (al Seggio Portercole), Lucera, Lettere, Cosenza, Squillace, Monteleone, Aquila, Sulmona, Sanminiato, Velletri e Polizzi, ove fu scritta alla Mastra nobile”.

L’autore ci illustra poi le principali opere d’arte che tuttora ricordano la grandeur della famiglia Gagliardi: “Sorgono monumenti dei Gagliardi a Napoli nelle Chiese di Santa Maria la Nova e Santa Chiara, in Monteleone nella Chiesa di San Francesco, in Lucera nel Duomo, in Cava nella Chiesa della SS Trinità, in Vietri nella Chiesa di San Giovanni Battista, in Santamaria di Capua nell’Arcivescovado, in Casalicchio ed in Polizzi in Sicilia”.

 

UNO DEGLI ULTIMI DISCENDENTI DELLA FAMIGLIA GAGLIARDI

Il dottor Maurizio Bava Gagliardi di Tropea dei Baroni di Balicella.

Ebbene, alcuni storici avevano creduto che anche l’ultimo ramo partenopeo della famiglia Gagliardi si fosse estinto. Ma non è così. Uno di loro, un discendente autentico, dopo anni di meticolosi studi e ricerche condotte con l’aiuto di esperti, è riuscito a risalire alle sue nobili ascendenze ed oggi è riconosciuto erede di quel titoli nobiliari. Si tratta di un medico napoletano, anzi, posillipino. E’ il dottor Maurizio Bava, il cui nome completo oggi è in realtà: Dottor Maurizio Bava Gagliardi di Tropea dei Baroni di Balicella.

Da dove discenda il ramo di Tropea ce lo spiega il terzo libro, dal titolo “Il Sedile e la nobiltà di Tropea”, scritto da Felice Toraldo, pubblicato da Forni Editore di Bologna, che ci descrive anche minuziosamente lo stemma araldico dei Gagliardi. Si tratta di uno scudo d’argento con la banda rossa, circondata da due conchiglie.

Ed ecco un brano della trattazione sui Gagliardi (che anticamente venivano denominati anche “Gagliardo”).
“Famiglia originaria normanna trasmigrò dal Regno in Provenza, donde ritornò con Carlo d’Angiò. Stabilita prima a Cava poi a Monteleone donde un Francesco di Giovanni Gagliardo venne in Tropea pel suo matrimonio con Laura Toraldo di Alfonso verso il 1545. Fu numerata poi fra le nobili famiglie nel 1567. Questa famiglia illustre per onori e ricchezze si divise in più rami e possedette molti feudi e molti titoli. Il ramo di Tropea gode presentemente del titolo di Barone di Balicella. Ricevuta nel Sovrano Ordine Gerosolimitano la prima volta nel 1475, ora ne è onorata con due Cavalieri di giustizia”.

Altre fonti autorevoli confermano infine che la famiglia Gagliardi dal 1704 è iscritta al Patriziato di Tropea attraverso l’antenato Onofrio Gagliardi. Il capostipite è stato Polidoro Gagliardi, barone di Balicella, nel 1480. Polidoro era percettore nella Provincia di Calabria, Governatore di Castellabate ed Agropoli, consigliere del Re Federico d’Aragona.


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