Agosto story

Ma insomma, povero ministro: è vittima indifesa di accanimento ciclico ad opera di ‘nemici’, di un collettivo per nulla immaginario che un giorno sì, e l’altro pure, lo sottopone virtualmente a ghigliottina. Nel rispetto costituzionale della libertà di espressione, in perfetta sintonia con la delega conferitagli con abilità selettiva dalla premier, Egli fece tesoro degli studi giovanili. Con insindacabile autonomia elesse il sommo Dante ad antesignano della destra. Colta in flagranza, la cultura italica ha dovuto   ammettere di aver disconosciuto quel feeling politico dell’Alighieri e benché umiliata, lo ha condannato una prima volta alla gogna. All’ex direttore del TG2 (nominato per meriti di magister della comunicazione?) non è sfuggita l’opportunità di esibire dimensione di ampio respiro internazionale. Discettando in materia di valori identitari ad ampio raggio ha dichiarato: “Se pensiamo a Londra, pensiamo a Times Square…” e ha così ricollocato la mitica piazza della Grande Mela nella capitale britannica. Nuova ghigliottina virtuale, povero Sangiuliano. Ora, gli imputano selfie a ripetizione – uno, guancia a guancia – con Maria Rosaria Boccia, avvenente pompeiana, che su Instagram ringrazia il ministro per averla nominata sua consigliera per i grandi eventi.

Lui smentisce, come non credergli? E poi, come condannare un uomo che si accompagna con belle rappresentanti del gentil sesso? Ella, così malignano i detrattori, ha fatto traslocare il G7 della cultura da Positano a Pompei dov’è nata e gode di generosa empatia del sindaco. Si dichiara presidentessa dell’associazione italiana Fashion Week milanese, che con “cattiveria” leghista smentisce.: “Non abbiamo nessun rapporto con lei”. L’avvenente Boccia, che sovrasta in altezza il ministro (il paragone appropriato? “sì, c’è dislivello altimetrico, come tra un gigantesco giocatore di basket nel ruolo di pivot e uno bassino nel ruolo di ‘playmaker’”) è fotograficamente onnipresente accanto a Sangiuliano. Al meeting di Rimini, a Polignano, sua collaboratrice per il Festival del Libro, a Pompei, in eventi pubblici di ogni tipo. Non è forse lodevole questa testimonianza di fervente fedeltà a un servitore dello Stato? Già, però, incalzano i contestatori, è difficile glissare sul ‘caso’ di una mail del direttore del Parco Archeologico di Pompei, Zuchtriegel, inviata su invito del ministero (a che titolo?) alla presunta collaboratrice di Sangiuliano. La lettera, con informazioni sul G7 della Cultura, [S1] conteneva argomenti sensibili per la sicurezza nazionale e internazionale riservati in esclusiva ai più diretti consulenti di Sangiuliano. In breve: c’è chi lo contesta con salaci commenti social, chi ne chiede la destituzione da ministro e chi lo assolve in nome dell’affinità con la ‘fratellanza italiana’. Comunque, ai fedeli utenti dell’informazione non sarà sfuggito il rumore del silenzio. Tace Sangiuliano, tacciono i vertici del governo. Nulla di nuovo sotto il cielo del Bel Paese.


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