Se n’è andato a volar tra le stelle Vittorio Silvestrini, uno dei fisici più illuminati e innovativi del nostro Paese.
Tra i primissimi a studiare, sin dalla fine degli anni ’60 e soprattutto nei ‘70, l’utilizzo delle energie ‘alternative’, quelle ‘rinnovabili’ di cui ormai tutto il mondo parla. Lui lo facevo, quasi solitario, allora, un vero pioniere che sulla sua casetta a un passo da Marechiaro, a Napoli, aveva installato – da perfetto marziano – quei pannelli solari oggi d’uso quasi comune.
E praticamente ‘unico’ sul fronte, all’epoca, della divulgazione scientifica, di quelle ‘astruse’ teorie che per incanto diventano ‘semplici’, fruibili soprattutto per tutti i ragazzi. Altro che Angela e Son…
Una parabola mitica – è il caso di dire in modo che una volta tanto più azzeccato non si può – tutta la vita e il lunghissimo cammino scientifico di Vittorio, un grande amico della ‘Voce’, come vi spiegheremo più avanti.
Un’altra chicca.
Lui, bolzanino doc (nasce ad ‘Appiano sulla strada del Vino’, un altro topos), ma anche mezzo romagnolo (studia a Faenza), si laurea in Fisica alla Scuola Normale di Pisa, il massimo, gira per accademie ed università e poi – incredibile ma vero – sceglie come approdo Napoli, la città più incasinata del mondo, ma forse anche la più ricca di fantasia. E qui mette radici: fino alla fine.
E’ per anni e anni ordinario, di Fisica of course, al Politecnico partenopeo, a partire dal 1972. Ed è lì che lo conosciamo alcuni anni doppo, attirati dalle sue ricerche che più avveniristiche non si può.
Lo intervisto per prima edizione della ‘Voce’ (all’epoca diretta da Matteo Cosenza, poi da Michele Santoro) nel ’78: un lungo reportage, tre pagine fitte, su “Il sol dell’avvenir” (ne potete vedere in basso le pagine fotografate).
Ma quello che ci colpisce in lui è la grande spontaneità, genuinità, facilità ed estrema chiarezza di comunicazione: un ‘miscuglio’ perfetto di rigore trentino e strabordante simpatia romagnolo-partenopea. E sono soprattutto i suoi occhi a parlare: d’una luminosità e d’un azzurro intenso, ad ogni frase lampeggianti. E l’einsteiniana chioma ribelle scompigliata e già allora brizzolata.
Mi fa vedere, sul tetto, quegli oggetti allora quasi sconosciuti, i pannelli solari, e mi consiglia di fare una puntatina a Marcianise, dove si può trovare un primo, concreto esempio, di edilizia solare, nell’insediamento Olivetti. Nelle pagine in basso, infatti, potete vedere delle foto scattate da uno degli obiettivi più noti e all’epoca collaboratore della Voce, Fabio Donato.
Ad inizio anni ’80 nasce la Fondazione IDIS (Istituto per la Diffusione e la Valorizzazione della Cultura Scientifica), proprio grazie alla grinta, la volontà, le energie e l’intelligenza di Vittorio Silvestrini: un mix davvero vulcanico (siamo in piena zona flegrea), perché il quartiere generale è proprio a Bagnoli, vis a vis con lo storico stabilimento ‘Italsider’,
Un autentico gioiello, unico non solo in Italia ma anche in Europa, perché finalizzato ad una ‘scientifica,’ capillare azione quotidiana di divulgazione scientifica, rivolta a tutti ma, ovviamente, soprattutto ai ragazzi. E infatti saranno continue le visite di scolaresche a vedere la ‘scienza’ con i propri occhi, attraverso percorsi interattivi, filmati, video, osservazioni concrete, dibattiti, incontri con scienziati e ricercatori in arrivo da tutto il mondo. Tra i suoi collaboratori più preziosi, da rammentare Carlo Guardascione e Barbara Magistrelli.
Per anni e anni un’eccellenza di Napoli.
Anzi la ‘vera’ eccellenza, al pari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato e animato proprio in quegli anni da un altro pioniere, l’avvocato Gerardo Marotta, una vita, anche la sua, dedicata alla divulgazione della conoscenza, dando vita ad un fitto calendario di incontri con filosofi, pensatori, giuristi e scienziati di livello internazionale nella storica sede a ‘Palazzo Serra di Cassano’. Una sua costola, ‘Le Assise di Palazzo Marigliano’, hanno elaborato e prodotto decine e decine di studi, ricerche, pubblicazioni di altissimo livello.
Come al solito, però, quelle eccellenze che germogliano e si sviluppano a Napoli non hanno mai vita facile. Suscitano invidie, stimolano appetiti, e non solo.
E’ la destra fascista presente a palazzo San Giacomo e al Maschio Angioino a protestare, alzare polveroni, soprattutto contro Città della Scienza, accusata di ‘allargarsi troppo’ e di ricevere finanziamenti pubblici troppo consistenti. Autentiche falsità, accuse gratuite ma che tornano ben utili nel tentativo di offuscare l’immagine di quella Fondazione e di quella Cittàapprezzata in tutto il mondo.
E alla fine succede il ‘fattaccio’. L’incendio, il ‘rogo’ che divampa e devasta mezza Città della Scienza, mettendola praticamente in ginocchio.
Un segnale, un avvertimento, o che cosa?
Non è mai stata fatta piena luce su quel drammatico episodio. A conti fatti, però, un obiettivo è stato raggiunto. L’attività ferma per mesi e mesi, azzoppata, lavoratori in cassa integrazione, un Silvestrini fiaccato nel morale e nel fisico.
Capito?
Per finire vogliamo farvi leggere uno stupendo racconto scritto da Vittorio per la Voce.
Ricordo come ora: parlavamo degli anni passati, dei viaggi in autostop d’un tempo. I suoi occhi si illuminarono: ti dono un racconto che ho scritto anni fa e poi messo nel cassetto.
Poche volte un regalo fu così gratificante.
Parole che volano nel tempo, fra quelle stelle.
Immagini di roads lontane, figure femminili sullo sfondo. Da bere tutto d’un fiato. Proprio come quel paese del vino che lo vide nascere, e quel saggio che firmò 33 anni fa, ‘Vino di paradiso’.
Ecco il link che vi porta a quel suo mitico racconto, pubblicato per la prima volta nel 2003 e riproposto dalla Voce il 16 luglio 2016,
IL RACCONTO DELLA DOMENICA / 2003, UNA CITROEN NELLO SPAZIO, FIRMATO VITTORIO SILVESTRINI
P.S. Vi invitiamo ad andare alla casella CERCA, che si trova nella nostra home page in alto a destra. E digitare VITTORIO SILVESTRINI, oppure FONDAZIONE IDIS o CITTA’ DELLA SCIENZA: troverete parecchi articoli della Voce.
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