CASA BIANCA / ANCORA 6 MESI CON IL RINCOGLIONITO BIDEN AL COMANDO?

Tanto tuonò che piovve.

Non c’era bisogno di una chiromante per azzeccare la previsione: questo fine settimana Joe Sleepy Biden getta la spugna, dopo il putiferio successo nei giorni precedenti, con i sondaggi in picchiata, i sempre più numerosi inviti dem a lasciare, le donazioni eccellenti congelate.

Lascia ma non si dimette”, è il laconico commento della portavoce presidenziale. Del resto l’ultima lettera firmata Joe era stata chiara: “Ora mi concentrerò sui miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato” (2 ‘mio’ in una dozzina di parole…).

Innescando, in questo modo, una bomba ad orologeria di colossali dimensioni.

Se lascia la campagna elettorale per palesi incapacità fisiche e, soprattutto, mentali, come può portare avanti il suo mandato presidenziale?

Non si tratta di un condominio, ma della Casa Bianca, il primo Palazzo del Potere al mondo.

Come fa, Sleepy Joe, a guidare la più grossa potenza a livello internazionale per addirittura altri 6 mesi tondi? Visto che il nuovo presidente si insedierà, come al solito, a metà dell’anno seguente, per la precisione l’11 gennaio 2025, assumendo solo allora il ‘comando’, la leadership.

E’ un interrogativo che dovrebbe far suonare l’allarme ovunque, negli Stati Uniti, in tutto l’Occidente e nel mondo.

Su cui dovrebbero interrogarsi tutti i politici in modo trasversale.

Che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini a qualsiasi latitudine.

Su cui dovrebbero drizzare le antenne tutti i media senza alcuna distinzione.

Invece niente, una calma quasi piatta su questo fronte.

Tutti solo a chiedersi se sarà o no Kamala Harris a prendere il testimone e correre per il voto di novembre; se invece alla convention del 17 agosto potrà saltar fuori la sorpresa; quali potrebbero essere i competitor della Harris, oppure, variazione sul tema, quali gli aspiranti al ruolo di suo vice (il J.D. Vance in campo dem).

Vi rendete conto di cosa può succedere in 6 mesi, se solo pensiamo a quale pandemonio è successo nel giro di qualche settimana, dal faccia a faccia tivvù, all’attentato di Butler, comprese le stragi a Gaza?

E’ una autentica polveriera, il mondo, alle prese con ben 47 conflitti innescati dagli americani, una pentola a pressione che può esplodere da un momento all’altro e, se non è ancora successo, è per puro miracolo (come la mira del cecchino).

E pensate che uno come Sleepy Joe, il quale confonde Putin con Zelensky e la Harris con Trump, sia in grado di governare e gestire una situazione del genere?

Di avere nella sua disponibilità, come si suol dire, la famosa valigetta con i codici nucleari?

Ma vogliamo arrivare al ‘Dottor Stranamore’ magnificamente interpretato da Peter Sellers e magistralmente diretto da Stanley Kubrick?

A rammentare l’ovvio, fino a questo momento, solo alcuni repubblicani a stelle e strisce.

Richard Hudson

Come il presidente del ‘National Republican Congressional Committee’, Richard Hudson: “Siamo davanti ad uno scandalo di proporzioni storiche. Il presidente Biden è incapace, i democratici lo sapevano e hanno mentito al popolo americano. Se Biden è mentalmente inadatto a fare la campagna elettorale, è mentalmente inadatto ad avere i codici nucleari”, scrive in un post su X.

Fa eco e rincara la dose il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Mike Johnson: “Stiamo vivendo un momento senza precedenti nella storia americana. Se Biden non è idoneo per candidarsi alle presidenziali, non è certo idoneo a svolgere l’incarico di presidente. Deve dimettersi immediatamente”.

Ma, a quanto pare, la questione non è all’ordine del giorno.

E domani ‘questo’ presidente, tra l’altro, ha in agenda un incontro altrettanto ‘storico’ e cruciale per i destini di mezzo mondo, nientemeno che con il boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu.

Da un post su X all’altro, eccoci all’immediato commento di Alex Soros, il rampollo prediletto del magnate ‘Mangia-Stati’ George Soros: “Kamala è la candidata più qualificata che abbiamo. E’ tempo per tutti noi di unirci intorno a lei e sconfiggere Donald Trump. Lunga vita al Sogno Americano!”.

‘Commenta il commento’ il proprietario di X e di ‘Tesla’, Elon Musk: “Vorrei solo ringraziare Alex Soros per non aver tenuto tutti con il fiato sospeso su chi sarebbe stato il prossimo burattino”.

Alex Soros

Rammentiamo che la ‘Open Society Foundation’ del miliardario di origini ungheresi ha ‘donato’ 128 milioni di dollari ai candidati e alle associazioni dem per le elezioni di medio termine 2022; e pochi giorni fa, dopo il disastroso faccia a faccia tivvù, 5 milioni al principale comitato pro Biden.

A proposito di ricche donazioni, nel giro di poche ore la gongolante Kamala ha raggranellato ben 47 milioni e mezzo di dollari. Forse grazie alle parole che aveva appena pronunciato: “Sono onorata. Mi guadagnerò la nomination e batterò Trump. Questi non sono tempi normali e queste non saranno elezioni normali. Ma questa è la nostra America. E io ho bisogno di voi in questa battaglia”. E subito la risposta cash (nonostante 4 ‘questo’ in 4 righe).

Del resto, il team presidenziale, dopo la accorata (e soprattutto auto-elogiativa) lettera firmata da Joe Sleepy, aveva postato un significativo messaggio a nome del presidente, uscente dalla campagna ma non dal mandato: “Oggi voglio offrire il mio pieno sostegno affinchè Kamala sia la nominata del nostro partito. Democratici: è ora di unirsi e battere Trump. Facciamolo”. Chiaro?

 

A seguire vi proponiamo la lettura di due servizi dagli Usa.

Il primo è pubblicato dal noto ‘Politico’ il 21 luglio,  15 Experts Predict What Biden’s Drop Out Means For The 2024 Elections

Il secondo è messo in rete, sempre il 21 luglio, dal controcorrente ‘ZeroHedge’,  Dems Go Full Throttle On Kamala After Biden Drops Out Of 2024 Race


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