FRANCIA / IL FRONTE DELLA GAUCHE PER BATTERE I NERI

E’ andata molto meno peggio del previsto, in Francia.

L’annunciato (anche da noi) tsunami che doveva squassare tutto e portare subito al potere i NERI di Marine Le Pen & scagnozzo al seguito non c’è stato.

Hanno sì fatto il botto, con il 33 per cento, ma ora devono affrontare i ballottaggi, che possono lasciarli al palo.

Fottuti.

Tutto tra sette giorni, ormai sei, come nei più classici thriller mozzafiato: tutto in 48 ore, tutto in una notte. Solo che qui si gioca non solo con il destino di un paese-faro della democrazia e culla della ‘sinistra’ – quella vera – da sempre, ma anche dell’Europa.

Marine Le Pen con Bardella

E, di riflesso, anche della cugina-Italia. Il risultato, come vedremo fra poco, ha non poche somiglianze con gli ultimi esiti elettorali da noi.

E allora, tirando le somme, il fascistissimo ‘Rassemblement National’ griffato Marine ottiene il 33 per cento, un voto su tre.

Ma il ‘Nouveau Front Populaire’ (NFP) che mette insieme i pezzi della sinistra tiene, attestandosi su un significativo 28 per cento.

A questo punto, per i ballottaggi dell’8 luglio, tutto si gioca su accordi e ‘desistenze’ (le ricordate un tempo anche da noi?) sul fronte anti Le Pen e blocca fascisti.

Le posizioni, nel giro di poche ore, si sono subito delineate, alla faccia delle consuete meline e giri di valzer, anche perché il tempo stringe.

Tutto il Nuovo Fronte Popolare, nelle sue diverse componenti, è compatto: uniti per battere i fascisti ed evitare la caduta nel baratro, che più nero non si può.

Il vecchio capo comunista Jean Luc Mélenchon, ora in sella a ‘La France Insoumise’ ossia la punta di diamante del Fronte, non ha tentennamenti: “La nostra indicazione di voto è molto semplice: neanche un seggio in più per il Rassemblement. Ritireremo le nostre candidature in caso di ‘triangolare’ al secondo turno di domenica”.

Mélenchon con Macron

Fa eco Raphael Glucksmann, il socialista ‘rivelazione’ al voto con la sua ‘Place publique’: “Sosterremo senza esitazione il candidato in grado di battere il Rassemblement. Abbiamo sette giorni per evitare la catastrofe”.

Il grande sconfitto, il numero uno dell’Eliseo Emmanuel Macron, a botta calda afferma che sarà necessario valutare caso per caso, collegio per collegio. Poi apre (o meglio, gli fanno aprire) gli occhi davanti alla realtà ed è costretto a parlare di ‘Fronte Repubblicano’ in grado di sconfiggere il Rassemblement di tutti i fascisti francesi.

Quel Rassemblement che, nonostante l’ottimo risultato raggiunto, il 33 per cento appunto, entra subito in confusione.

A botta calda gonfia il petto e afferma uno dei suoi pezzi da novanta, Sebastien Chenu: “Andremo al governo anche senza maggioranza. Se Macron non riesce a nominare un premier, si deve dimettere”.

Smentendo clamorosamente il ventottenne Jordan Bardella, l’astro nascente e ‘figlioccio’ di Marine, il quale aveva dichiarato nei giorni scorsi che avrebbe accettato l’incarico di formare il governo “per cambiare il Paese” solo potendo contare su una “solida maggioranza assoluta”.

E dà i numeri – e la sua vera dimensione – il ragazzotto, parlando di “sinistra violenta”, “sinistra distruttiva”, “sinistra che fomenta il caso e il disordine”; e poi la ciliegina sulla torta, da neo filosofo: “questa sinistra estrema rappresenta una minaccia esistenziale per il Paese”.

Novello Sarte della ‘rive droite’ o cosa?

Un rapidissimo pedigree, lo merita, il Vate dei fascisti d’Oltralpe.

Raphael Glucksmann

Nella sua giovanissima esistenza ha fatto solo politica, a partire dai 16 anni, tutto studio & partito. Mai lavorato neanche per un secondo. Un vero pollo allevato in batteria, ed in modo che più ‘scientifico’ non si può: a tirarlo su, da anni, un pool di ‘comunicatori’ & di ‘lookologi’ per garantire alla Destra un Robottone perfetto: lo vedete nelle immagini tivvù che parlano da sole.

Un caso clinico-politico, altro che Verità e Giustizia al potere come sbandiera il ‘guaglione’!

Del resto, tre I sono le nuove parole d’ordine del novello codice fascista transalpino: ImmigrazioneInsicurezza, Inflazione.

Manca solo la terza, Identità. Perché la vulcanica Mente dell’enfant prodige non ha fatto poker?

Ancora un paio di dati prima di passare rapidamente a casa nostra.

In Francia il problema dell’astensionismo non esiste: perché sono andati a votare più di 3 francesi su 4, un molto significativo 76 per cento.

Appalusi.

E poi, una percentuale che dovrebbe far molto riflettere, anche questa.

Il 41 per cento degli Under 24 ha votato per il Nuovo Fronte Popolare, quindi a sinistra; il Rassemblement fascista deve accontentarsi del 23 per cento, mentre i macroniani crollano al 13 per cento (a fronte del 32 per cento fatto segnare nel 2017).

Chapeau ai francesi, che ancora una volta dimostrano di essere i primi, in Europa, sul fronte della lotta per i diritti, per la giustizia sociale, per la difesa della Costituzione. Non a caso la mitica Rivoluzione è loro, la Bastiglia è loro, i Gilet gialli sono loro, le più forti manifestazioni anti Macron sul fronte delle pensioni (durate mesi e mesi, nonostante le minime sociali siano il doppio delle nostre!) sono loro.

Concludiamo venendo a noi.

Le percentuali di voto ricordano non poco il nostro scenario: Le Pen come Meloni, il Rassemblementcome Fratelli d’Italia. E il PD come argine nelle quasi identiche proporzioni.

Un segnale chiaro, inequivoco per noi: solo l’intesa, l’alleanza, l’accordo politico tra i pezzi della sinistra (PD, 5 Stelle, AVS, e anche + Europa e forse i calendiani) può battere la destra sfascista, come abbiamo sottolineato più volte e rimarcato giorni fa dopo il voto amministrativo.

Da noi i ‘pezzi’ del mosaico hanno un altro compito non da poco: fare in modo che quel pietoso 47 per cento all’ultimo voto non scenda ancor più verso il baratro della più totale disaffezione. Non possiamo certo fare come i francesi, e balzare al loro stratosferico 76 per cento.

Ma, vivaddio, perché non lottare per conquistare almeno un 10-15 per cento di quelli che sono disgustati e vedono le urne come il fumo negli occhi? Anche su questo terreno si gioca il futuro del nostro Paese, per sottrarlo al governo degli sfascisti.

Che una ne fanno e dieci ne pensano.

Ecco l’ultimo botto.

Una vera ‘bomba’ – incredibile ma vero – lanciata addirittura dal capo del Viminale, il ministro degli Interni, ossia l’uomo che in teoria dovrebbe tutelare la sicurezza degli italiani.

Sapete l’ultima – fresca fresca o, se preferite, calda calda come una sfogliatella – sfornata da Matteo Piantedosi?

Ritengo più pericolosi gli studenti che manifestano in quel modo a favore dei palestinesi a Gaza che quelli del movimento giovanile di Fratelli d’Italia”.

Per favore, chiamate il 113…


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