Lungo la spiaggia di Gaeta abbiamo trovato la classica bottiglia con il mitico messaggio. E all’inizio due parole, con ogni probabilità per indicare il mittente: UNCLE USA. Che tradotto sta per ‘Zio d’America’.
Pura fantasia?
Raccontino distopico?
Possibile prossima realtà?
A voi l’arduo giudizio. Lo pubblichiamo perché ci sembrare calzare non poco a pennello con quanto sta succedendo, in questi drammatici giorni, negli Stati Uniti alle prese con l’incredibile campagna elettorale per le presidenziali del 4 novembre.
Ecco il testo.
“Ciao ragazzi, hellò folks! In queste ore da noi ne stanno succedendo di tutti i colori, United States of all possible colours. Come voi Benetton, do you remember? Siamo rimasti tutti chocchizzati, do you undestrand me?, dopo il confronto Biden -Trump. Siamo tutti nel panico da noi, capite? L’avete visto il celebre Time, tutto rosso con Biden che esce dalla copertina e il titolo Panic? Io sono giovane, young enough, ma non avevo mai visto una roba del genere e non avevo mai sentito un clima così da paura, lo senti per strada, sul bus, nel supermarket. Nemmeno con il Covid, neppure con la guerra in Ucraina. Mi sento girare la testa, non ho più un punto fisso di riferimento. E many many sono come me”.
“Io sono figlio di uno che conta a Manhattan, e ho sentito mio padre, my daddy, parlare di una story, che a me sembra una vera spy story, proprio come nei film di 007. Ve la racconto, I tell you this story, per non tenerla dentro, devo dirla per sfogarmi. Forse voi la capite meglio di me, you can understand maybe more”.
“Dice che alla Casa Bianca stanno lavorando giorno e notte, sono foolish, fuori di testa. Al Dipartimento di Stato le stanno studiando tutte. Tony Blinken ha il cervello che fuma, Victoria Nuland l’hanno messa per finta un po’ da parte ma conta sempre e studia le mosse. Non ne parliamo alla CIA e all’intelligence, stanno andando in tilt. I see a great smoke all around, vedo che le loro teste stanno per andare in corto”.
“Poi ho mio padre s’è sfogato con me, e mi ha raccontato quello che adesso vi sto per dire, una story pazzesca”.
“Quelli in alto mesi fa hanno pensato anche a far fuori Trump, come successe per i Kennedy, do you remember? Poi hanno visto che la situazione non era male, con tutti i processi e le inchieste su Trump per gli scandali sessuali e tanta altra roba. Meno problemi per Biden, perché gli americani restano sempre puritani e moralisti nel fondo. Anche se Biden non è il massimo, perché è rincoglionito, ce la fa comunque contro uno come Trump wanted dalla magistratura”.
“Poi è arrivata la Cnn and Biden collapsed, il crollo del presidente. A questo punto tutto torna in gioco. I vertici pensano alla sua vice Kamala Harris, ma non è mai andata giù a noi americani, pensa di saper lei tutto. Di nuovo con Michelle Obama, che però è solo la moglie di Barack e ne capisce come me di politica. E poi due governatori, un uomo e una donna, della California e del Michigan, soprattutto lei che ha tenuto testa a Trump in un confronto due mesi fa”.
“Il tempo stringe, there’s no more time, e devono prendere le decisioni in fretta, prima che sia troppo tardi. Devono convincere Joe, il presidente, e l’unica che può farlo è la moglie Jill, lui ascolta solo lei, certo non quel drogato e ubriacone del figlio Hunter che gli ha causato tanti problemi”.
“Il presidente, after the Cnn tsunami, l’hanno costretto a un tour per verificare gli sponsor, se tirano fuori i soldi. Ma parecchi si stanno facendo da parte, non vogliono scommettere più su cavallo Biden, no bets for Joe. Lui tiene duro, l’hanno rimesso un po’ su con the drugs, le pillole: e lui dice ‘non sono più giovane e posso perdere un confronto, ma so fare bene il mio lavoro di presidente, I can do well my job’, lo posso fare ancora al meglio. Non molla. E senza la sua rinuncia non si fa niente, perché è lui che deve ritirarsi, e lasciare il campo ad un altro candidato”.
“Ma ecco il lampo di genio. Mio padre non mi ha voluto rivelare la ‘fonte’ ma è uno molto in alto che sa, ‘in a very high position’. Lo devono bollire al punto giusto, fargli fare un tour infernale, una tappa dopo l’altra che può far male perfino ad uno in forma e in condizione. Mi ricorda un film di tanti anni fa, ‘Non si uccidono così anche i cavalli?’, l’ho rivisto mesi fa e mio padre me ne parlava sempre. Quindi, lo cuociono pian piano, e lui arriva arrostito fra un mese, fine luglio. Dà la sua vita per la Patria, muore sul campo di battaglia”.
“E così Joe diventa un Eroe, e new hero for all in the States. Non solo lascia come Cincinnato e come lo hanno subito invitato a fare, ma fa di più: dona la sua vita al popolo americano. A questo punto i giochi sono fatti, e ci sono tre settimane per presentare un paio di candidati forti alla convention democratica e decisiva di metà agosto”.
“Il risultato per i democratici contro Trump, quindi, è quasi a posto. Con la benzina, the fuel by Hero Joe, che porterà almeno, at least, un 10-15 per cento. Un candidato nuovo, grintoso e che rappresenta una novità per il pubblico ormai abituato agli ottantenni. Un effetto sorpresa favoloso, a real dream. E Trump a questo punto disorientato, non sa cosa fare”.
E allora, it’s a dream?
Only fantasy?
Or a political project?
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