IN 25 RIGHE – “Viva l’Italia”

A proposito di subcultura e di gaffe dei ‘fratelli di Giorgia’, tirati dentro l’esecutivo perché non c’era di meglio per coprire i ruoli di ministro (Lollobrigida, Nordio, Valditara, Piantedosi, Salvini, Roccella, Santanchè, Calderoli, Calderone e camerati vari): senza capire un’acca del racconto in musica di De Gregori, del suo “Viva l’Italia”, i meloniani hanno compiuto l’azzardo di farne un canto per ‘patrioti’. La canzone è datata 1979, celebra il 45esimo compleanno ma si direbbe scritta oggi, 25 giugno del 2024.  Racconta il Paese “derubato” (governo di destra), “colpito” al cuore (razzismo, omofobia, povertà dimenticata, sanità pubblica in frantumi, exodus di centomila giovani). Racconta  “l’Italia che non muore “ (e contesta in piazza il governo in crisi progettuale, il buco nero della gestione delle risorse), “l’Italia dimenticata e da dimenticare, presa a tradimento” (premierato, attacco alla magistratura), “assassinata dai giornali” (dal sistema informativo prigioniero della destra, dal bavaglio alla libertà di stampa). Canta “Viva l’Italia tutta intera” (in ferma antitesi dell’autonomia differenziata), “l’Italia che lavora” (ignorata dal melonismo), “Viva l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste” (nella notte buia del sovranismo), “Viva l’Italia che resiste” (la guerra contro il neo nazifascismo). Propone agli italiani di normale intelligenza e consapevolezza politica il “Viva l’Italia” convincente opposizione al  grande caos che affolla lo sconquassato enclave della destra.


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