Giovedì 27 giugno a partire dalle ore 15,30 Rita Pennarola sarà ospite della diretta di Teleambiente nel programma “Il Punto” condotta da Giuseppe Vecchio. Si parlerà del suo libro “La Repubblica delle Toghe” in cui la giornalista spiega perché l’Italia perde posti di lavoro ed investimenti a causa della scarsa fiducia dei colossi commerciali esteri nel nostro sistema giudiziario. A cominciare da Stellantis, che ha sostanzialmente trasferito la ex gloriosa Fiat in Francia, e da altri grossi gruppi che, seppur nati in Italia, hanno spostato all’estero i loro centri decisionali, ad esempio Mediaset, volata da tempo in Olanda.
Nel volume si documenta qual è l’unica modifica costituzionale possibile per riportare l’Italia al pari dei sistemi giustizia delle grandi economie europee: la riforma dell’Articolo 104 della Costituzione sulla composizione numerica del CSM.
Il libro è stato presentato recentemente, sabato 16 giugno, a Napoli Città Libro, dagli avvocati Gennaro De Falco, noto penalista, e Alessandro Gargiulo, esponente di punta del Movimento Forense.
Cosa non funziona nel Consiglio Superiore della Magistratura
Contrariamente a quanto molti credono, questo organismo non è solo il massimo ente che governa l’attività dei magistrati, ma ha importanti e decisivi riflessi sulla Economia del nostro Paese perché definisce modi e tempi del Sistema Giustizia, fattore importantissimo per la vita delle imprese e delle famiglie, oltre che del Sistema politico.
In una economia globale, se gli investitori stranieri non si fidano del nostro sistema Giustizia vanno ad investire i loro soldi e ad aprile le loro imprese, o addirittura le delocalizzano, in altri Paesi, nei quali ritengono che esista un Sistema Giustizia che dà loro maggiore fiducia.
La mancanza o la scarsa fiducia nel funzionamento della Giustizia italiana – certificata nel libro da rapporti Eurostat ed Eurobarometro – causa quindi la perdita di posti di lavoro e rallenta la crescita economica dell’Italia.
Per questo la giornalista mette a confronto la composizione del CSM italiano con gli organismi analoghi esistenti in Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Da questo confronto emerge con chiarezza cos’è che NON funziona negli assetti del nostro CSM.
LA TABELLA MOSTRA LE DIFFERENZE TRA LA COMPOSIZIONE DEL CSM IN ITALIA E QUELLA DI GRANDI NAZIONI EUROPEE
Ciò che non funziona nel nostro CSM non sono né i singoli magistrati né i singoli membri, ma è LA COMPOSIZIONE NUMERICA a renderlo un “unicum” poco positivo in Europa e nel mondo.
Difatti IN NESSUN PAESE esiste in questo organismo una maggioranza schiacciante di magistrati di carriera contro una minoranza di membri nominati dal Parlamento, che non hanno quindi alcun potere, così come non ha alcun potere il Parlamento, cioè la volontà popolare. Da qui discende il fatto che non si ha fiducia in un CSM nel quale i magistrati giudicano da soli sul proprio operato, quindi ritenuto sempre positivo, anche in casi di clamorosi errori giudiziari ad esempio quello di Enzo Tortora, arrestato da innocente.
In Italia vengono arrestate ogni anno in media circa MILLE persone che poi successivamente risulteranno innocenti. Vite distrutte, imprese fallite, posti di lavoro persi.
Ma in trent’anni per questi errori giudiziari è stato condannato dal CSM un solo magistrato, il quale ha dovuto restituire appena 10.000 euro.
Mentre lo Stato italiano, per riparare agli errori giudiziari paga alle vittime la somma più alta d’Europa: 30 milioni di euro all’anno, come dimostra la tabella in apertura.
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