DIPLOMIFICI / BUFERA SU 47. E PER LE ALTRE “TRUFFE”?

Diplomifici nell’occhio del ciclone, tutti localizzati al Sud, epicentro la Campania.

E’ appena scattato un blitz che ha in pratica revocato la ‘licenza’ di insegnare a 47 istituti, ossia lo status di ‘paritaria’ a quelle scuole private.

Tutto parte da un dossier che proprio un anno fa fece scalpore nel mondo dell’istruzione.

Venne pubblicato da ‘Tuttoscuola’ e si concentrava sulla Maturità 2023.

Emergevano un serie di grosse anomalie: ad esempio, “almeno 10 mila diplomati hanno acquisito un titolo, che ha valore legale, con modalità sospette”.

Si scoprì, in buona sostanza, che si era verificato un aumento esponenziale degli iscritti alla private-convenzionate: ossia, addirittura 30 mila studenti erano passati, nel giro di pochi mesi, dalla scuola statale a quella paritaria solo per poter ottenere, in modo ben più agevole, la maturità. Quell’incremento venne quantificato con un significativo + 166 per cento.

Il fenomeno si concentrava quasi tutto in Campania, oltre il 90 per cento, con le residue quote nel Lazio (6,3 per cento) e in Sicilia (3,2 per cento).

Giuseppe Valditara

Da tutto questo, ad ottobre, è partita l’indagine ordinata dal ministero dell’Istruzione guidato da Giuseppe Valditara e portata avanti, nei mesi seguenti, dalla Guardia di Finanza, i cui uomini hanno passato ai raggi x le attività di un centinaio di scuole private: la metà delle quali, 47, sono risultate irregolari.

Ecco un paio di significati passaggi del j’accuse ministeriale.

In quegli istituti è stato trovato “personale docente privo di abilitazione e persino del titolo di accesso per l’insegnamento delle discipline; mancanza dei laboratori, dell’azienda agraria nel percorso agrario, delle cucine e delle derrate alimentari nei percorsi enogastronomici (e quindi negli istituti alberghieri, ndr); un numero di aule insufficienti per accogliere tutte le classi attivate e/o arredi insufficienti in relazione agli studenti iscritti; un mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi l’eliminazione totale di alcune discipline”.

Sono state riscontrate, poi, “gravi inosservanze delle disposizioni vigenti in materia di esami d’idoneità ed esami integrativi”, nonché “lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato”.

Ciliegina sulla torta di una autentica montagna di ‘scientifica’ disorganizzazione, la presenza, spesso e volentieri, di una stragrande maggioranza di ‘studenti fuori sede’, ossia ‘residenti fuori regione’: fino al 90 per cento sul totale, da vero guinness dei primati!

Una realtà sconsolante. Ed una musica che, di tutta evidenza, non cambia da decenni.

Prendiamo il caso-Campania.

Le cronache riportano alla memoria la story di un diplomificio che negli anni ’80 andava per la maggiore, localizzato a Poggiomarino, nell’hinterland partenopeo. Sfornava diplomati a centinaia e centinaia, e poi si scoprì – dopo anni di attività – che era ‘pilotato’ da uno dei clan allora emergenti, quello dei Galasso, che con il loro Istituto e le tante sedi sparse sul territorio poteva agevolmente ‘lavare’ i suoi proventi illegali.

A Napoli e in tutta la fascia vesuviana, erano gli anni d’oro del mitico ‘Istituto Iervolino’, per il ‘Recupero degli Anni perduti’.

Un vero Eldorado per i Ciucci partenopei, che in un battibaleno potevano conseguire il tanto agognato titolo di studio.

Danilo Iervolino

E fu quello il trampolino di lancio per il ‘re’ nel settore e poi, soprattutto, in quello delle università telematiche che sono sbocciate con la ‘riforma’ (sic) Moratti del 2006 che ha finito con il dare lo stesso valore legale alle lauree universitarie e a quelle ‘telematiche’, un vero obbrobrio culturale e non solo: stiamo parlando di Danilo Iervolino, il gran regista delle fortunatissime performance di ‘Pegaso’ e poi ‘Unipegaso’, la star di cui la ‘Voce’ ha svariate volte documentato i ‘miracoli’ degni del miglior San Gennaro.

A questo punto, sorgono spontanei due interrogativi alti come le Torri Gemelle.

Possibile mai che l’indagine ministeriale abbia fatto pelo e contropelo solo a un centinaio di istituti privati sulla marea di quelli esistenti?

E poi: come mai non è fino ad ora stato riservato lo stesso trattamento alle università telematiche, che sfornano laureati con la pala?

 

A questo proposito, può risultare utile rileggere alcune inchieste pubblicate negli ultimi anni dalla Voce.

Partiamo dal pezzo messo in rete il 3 gennaio 2022

DANILO IERVOLINO / VENDE UNIPEGASO, COMPRA FORBES E LA SALERNITANA 

 

Proseguiamo, 19 settembre 2021, con

CEPU & E-CAMPUS / BANCAROTTA FRAUDOLENTA, LA PROCURA INDAGA

 

Poi, pubblicato il 5 agosto 2020,

AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY

 

Infine, del 15 luglio 2020, il pezzo

UNIVERSITA’ PRIVATE & AFFARI / DALLA LINK ALLA UNINT, E’ RAFFICA DI INCHIESTE


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