IN 40 RIGHE – Il coraggio di Serena

Buon vento! e significativa assenza del rituale ‘arrivederci’, che lascia intendere l’epurazione dal servizio televisivo pubblico. È il congedo di Serena Bortone, un addio virtuale che le auguriamo operativo, contemporaneamente alternativo alla Rai, matrigna prigioniera dei figuri che l’hanno ridotta a organo di informazione a senso unico della destra. Di spessore senza pari sono il coraggio, l’onestà intellettuale, la convinta fedeltà al dettato costituzionale della giornalista che in nome della libertà garantita dai padri costituenti, si è opposta al bavaglio imposto dai vertici di viale Mazzini e ha letto l’intervento antifascista (censurato) dello scrittore Scurati, riconosciuto, apprezzato, severo, documentato analista del famigerato Ventennio. Nell’ultima puntata stagionale di “Che sarà”, Serena ha osato certificare così la dimensione professionale di giornalista indipendente: “Non parlerei di fascismo se la smettessero di inneggiare alla Decima Mas, (a più riprese Vannacci e i suoi camerati, sempre più allo scoperto), di fare francobolli sui fascisti, di picchiare un deputato in Aula”. Particolare il riferimento a Signorelli (il nonno è stato uno degli ideologi del terrorismo neofascista, tra i fondatori di Ordine nuovo)  amico dell’estremista di destra ‘Diabolik’, trafficante di droga, e molto vicino alla sorella della Meloni, moglie di Lollobrigida), che da portavoce del ministro ha sparlato così: “Mortacci loro e degli ebrei”. Insomma antisemitismo, nostalgie fasciste, comunanza con la criminalità romana. E ce n’è anche per Gad Lerner: “Cosa ha detto quel porco” (in riferimento alla posizione critica del giornalista nei confronti della galassia ultras di destra, ndr). Nell’ipotesi meno vendicativa, il programma della Bortone sarebbe ridotto a un solo giorno alla settimana, ma il congedo dell’ultima puntata pre estiva lascia aperta l’ipotesi dell’addio definitivo e la Rai perderà un’altra prestigiosa professionalità.

In viaggio nel Medio Oriente, dove ebraismo e Stato Israeliano del dittatore Netanyau sono molto prossimi allo scontro finale, dove non c’è una Serena Bortone per denunciare Moshe Feiglin, ex parlamentare evidentemente in sintonia con Netanyau, che cita una frase di Hitler adattata alla strage di Gaza: “Non possiamo vivere qui se rimane anche un solo islamo-nazista”.

 



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