Abbiamo ricevuto la mail di un lettore a proposito dei nostri trasporti ferroviari. Ci racconta quanto gli è appena successo.
Non c’è bisogno di alcun commento perché le sue frasi parlano da sole.
“Sono andato per due giorni a Roma a trovare mio fratello che non vedevo da qualche mese. Ho fatto un biglietto regionale perché non volevo spendere inutilmente una cifra e non avevo fretta di arrivare. Costa solo 13 euro e mezzo per l’andata e l’ho fatto con internet. Me lo sono stampato su carta e c’era tutto: data e giorno di partenza, l’importo, il numero del treno (21702), il numero del mio biglietto (2229876365), la classe (seconda). Solo che al centro c’era scritto ‘NON VALIDO PER VIAGGIARE’. Per far che, allora? mi sono domandato. E poi ho letto con stupore: ‘Prima di salire a bordo del treno scelto per il tuo viaggio, ricorda di fare il Check-in con la tua App Trenitalia o, in alternativa, attraverso il link disponibile nella e-mail di conferma acquisto e nel SMS ricevuto (se richiesto in fase di acquisto)’. Per me arabo. Ho chiesto a un vicino di casa, bravo sui computer, di aiutarmi. Dopo un po’ di tentativi, mi ha detto che c’è riuscito e di partire tranquillo”.
“E così sono partito. Ho chiesto spiegazioni poi sul treno, e ho detto che era molto meglio fino a qualche anno fa che facevi semplicemente il biglietto, anche con il computer, e finiva lì. Mi hanno detto che le regole sono cambiate, e hanno messo a disagio soprattutto gli anziani, che non sanno che pesci prendere. Ma nel peggiore dei casi, se non si riesce, al capotreno prima di partire si può chiedere aiuto, per evitare di pagare una multa. E infatti, a bordo, ho sentito la cantilena ossessiva, che ogni dieci minuti ricordava di fare questo check-in e se non va chiedere aiuto al capotreno”.
“Ma il bello viene alla fine del viaggio. Il treno dopo tre ore spaccate arriva puntuale in zona Termini a Roma. Ma ferma la sua corsa un paio di chilometri prima della stazione vera, dove solitamente arrivava. In genere sul lato destro, per cui in pochi minuti si è su via Marsala, all’altezza dello storico ‘Bar Trombetta’. Stavolta no, quasi in mezzo alla campagna, che poi scendendo vedi un segnale ‘binario 29’ e tanti napoletani incazzati che urlano contro il ‘binario del cazzo’. Hanno ragione, perché sotto il sole delle 14 e 30 è dura farsi più di due chilometri non sapendo dove vai a finire. 20 minuti pieni, tutti sudati, come una mandria di pecoroni, come in una camminata nel deserto, e alla fine arriviamo al lato sinistro che quindi occorre farsi tutta la stazione in orizzontale, con una marea di persone di ti viene contro. Un vero inferno”.
“Ma per il ritorno (con il treno 21077 delle 15 e 56 da Roma Termini, codice biglietto 2231943765) sono passato dall’inferno al ghiaccio dell’Artico. Ecco la seconda odissea. Il treno è puntuale al suo binario perché si forma a Roma e quindi non ci sono mai problemi di ritardi alla partenza. Solo che potrebbero aprire un po’ prima le porte e invece succede solo cinque minuti prima dell’orario di partenza. Poco male. Ma il guaio arriva subito dopo la partenza. Siamo tutti sudati come stracci per il caldo, ed ecco che cominciamo a sentire un’aria condizionata che va a tutta forza. Un po’ alla volta mi metto addosso una maglietta che ho nel bagaglio, poi un’altra maglietta, alla fine un pullover che mi ero portato non si sa mai, e sopra tutto, fin dall’inizio anche per coprirmi la testa sudata, una un impermeabilino leggero con il cappuccio. In pratica mi sono messo addosso tutto quello che avevo portato. Insieme ad altri, che si sono un po’ alla volta tutti imbacuccati come pupazzi di neve, abbiamo chiesto alla ragazza delle ferrovie venuta a controllare i biglietti se poteva far abbassare un pò la temperatura polare. Prima ha detto che altri chiedevano, non si sa come, il contrario, al secondo passaggio ha detto che la regolazione non funzionava. Il risultato è che siamo arrivati a Napoli piazza Garibaldi come se arrivavamo da una stazione sciistica, la sera mi sono fatto una minestrina bollente perché avevo ancora i brividi. E oggi mi trovo con un mal di schiena proprio da urlo e una Tachipirina che ho preso ancora non mi ha fatto niente”.
“Ci siamo chiesti in parecchi sul treno. Ma in che razza di mondo viviamo? Ma è mai possibile che un servizio essenziale come quello ferroviario sia ridotto in questo stato? Perché, ad esempio, anche i gabinetti erano in uno stato penoso e la sporcizia nel treno era ben visibile. Possibile che i nostri governanti pensino solo all’alta velocità e se ne fottono di come viaggiano i pendolari o di chi prendere i regionali? E’ mai possibile che questi pensano al Ponte sullo stretto e se ne fregano se noi viaggiamo come nei carri bestiame su questi treni? E’ mai possibile che nessuno se ne frega dei trasporti e della sanità per i cittadini comuni e che non hanno i soldi per prendere i Frecciarossa o usare la sanità privata e quindi devono farsi liste d’attesa che li uccidono? Come mai chi ci governa o se ne fotte e fa finta di fare le cose per la gente e invece fa esattamente il contrario? Un’ultima cosa: hanno fatto uno sciopero per domani, ma protestano i sindacati anche per queste disumane condizioni di viaggio o se ne fottono anche loro visto che dormono da anni?”.
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