G7 & SVIZZERA / LE KERMESSE DEI GUERRAFONDAI

“Puoi contare su di noi per tutto il tempo necessario”.

Sono le imperdibili, affettuose parole della nostra premier Giorgia (Meloni) che tutto il mondo ormai ci invidia e rivolte all’amico sempre più inseparabile, il presidente-fantoccio dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.

Vero protagonista, il pupazzo di Kiev eterodiretto dagli Stati Uniti fin dall’elezione plebiscitaria 2019, nelle due grandi, ormai epiche kermesse di questi giorni.

Il G7 griffato Meloni-Italia in Puglia; e la ‘Conferenza per la pace in Ucraina’ ancora in corso di svolgimento in Svizzera, a un tiro di schioppo dalla cornice incantata del lago di Lucerna.

Tutti presi da un furore guerrafondaio che più sfrenato non si può, i ‘leader’ (sic) occidentali.

A cominciare dai due in odore di ormai imminenti elezioni, ossia il britannico Rishi Sunak, che ha chiamato i suoi concittadini al voto pur sapendo che una volta tanto i laburisti (comunque specializzanti in clamorosi autogol) sono in largo vantaggio nei sondaggi; e il capo dell’Eliseo Emmanuel Macròn, che dopo la storica batosta europea ha proclamato le elezioni politiche per il 30 giugno già alle porte.

Passando, quanto a smanie belliciste, per l’altro pezzo da novanta che ha ricevuto un sonoro ceffone dagli elettori, il tedesco Olaf Scholz, inchiodato alla sua poltrona di Cancelliere e riuscito nell’impresa di portare la mitica SPD al minimo storico del 15 per cento, impresa davvero titanica che ha consegnato di fatto il paese nelle mani dell’avversario di sempre, la CDU, e dei neonazisti di ‘Alliance fur Deutschland’. Memorabile.

La foto ufficiale dei leader. Sopra, Meloni con Biden

E finendo in bellezza con il sempre più spaesato numero uno della Casa Bianca, Joe Biden, alle prese con la frenetica campagna per le presidenziali Usa di inizio novembre. Avete visto le penose immagini andate in onda nei tiggì, che non hanno potuto stavolta ‘censurarle’?

Il Capo del Mondo occidentale che sembrava giocare a mosca cieca tra i prati pugliesi e le ‘mongolfiere’ per aria: amorevolmente preso per mano da Super Giorgia e riportato sulla retta via come un bimbo. Il nuovo Salvatore del Mondo, appunto, la nostra leader che sta scrivendo la Storia con la sua bella grafia, proprio come ha firmato il mitico registro-presenze al G7.

Ce lo siamo già posto più volte nei mesi scorsi, l’inevitabile interrogativo: ma si rendono conto, le Menti fumanti della Casa Bianca e dello strategico Dipartimento di Stato a stelle e strisce che ormai il candidato Biden non ce la fa più? Che è mentalmente alla frutta? E che è quindi totalmente incapace a guidare la più grossa potenza del mondo? Hanno già in mente il blitz dell’ultimo momento, la carta della sua vice Kamala Harris, o cosa?

Del resto, la numero due della Casa Bianca ne ha preso il posto in Svizzera, perché il suo presidente era troppo stanco, e doveva ancore correre negli Usa per un appuntamento elettorale.

Zelensky e Scholz alla conferenza in Svizzera

Sulle più che precarie condizioni psichiche di Biden ad inizio anno si è pronunciato – come la Voce ha più volte rammentato – il procuratore speciale Usa Robert Hur. Il quale ha firmato una sentenza che assolve da tutti i pesanti addebiti (fino ad oggi accertati dalla magistratura Usa, soprattutto sui traffici internazionali in combutta col figlio Hunter Biden, dalla Cina all’Ucraina) il presidente sotto il profilo penale: perché – sottolinea Hur – non sarebbe in grado di affrontare un processo, proprio per via delle sue condizioni mentali e della sua ormai scarsissima memoria. Un ‘connotato’, quello psico-fisico, che gli elettori Usa tengono a ‘preservare’: proprio per questo non è impossibile ipotizzare un’uscita di scena a breve; oppure una sua rapidissima ‘sostituzione’ poco dopo l’eventuale elezione.

V’immaginate un colosso come gli Stati Uniti e al timone un totale rincoglionito?

Da perfetto copione di un nuovo ‘Dottor Stranamore’, uno dei capolavori firmati dal grande Stanley Kubrick.

Ma non pochi ‘Dottor Stranamore’, purtroppo per i destini del mondo, sono al lavoro da mesi e stanno intensificando il loro impegno per massacrare quel che resta dell’Umanità: nonostante i continui richiami, non solo domenicali, ma ormai quotidiani, di Papa Francesco, l’unico a gridare, con la poca voce che ha, per la Pace e contro la Guerra, contro ogni conflitto sulla faccia di questa povera Terra. Totalmente inascoltato, sempre più vox clamans in deserto.

Basta solo pensare ai due ‘pacchetti-regalo’ confezionati dai Capi dell’Occidente in questi giorni e consegnati alla Cina e alla Russia: dei pacchi bomba (ad orologeria) in piena regola, passati quasi inosservati.

Soprattutto il primo, recapitato a Pechino un paio di settimane fa. Riguarda i nuovi dazi introdotti dagli Stati Uniti su tanti prodotti cinesi, dazi fino al 48 per cento. Una dichiarazione di guerra economica e non solo: ma come può saltare in mente ai Signori della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato una roba del genere, vera benzina sul fuoco di una polveriera?

E poi il sostanzioso pacchetto di aiuti per la guerra in Ucraina, 50 miliardi di euro da inviare nei prossimi mesi a Kiev, frutto degli interessi sugli asset russi ‘sequestrati’ dal tanto ‘democratico’ Occidente.

Altra benzina sul fuoco, in dosi che più massicce non si può, tanto per ‘sollecitare’ le reazioni del Cremlino che finiranno per colpire in primis l’Europa, in pole position i suoi anelli deboli, a cominciare dall’Italia…

Ma ci sono o ci fanno questi guerrafondai che siedono sulle poltronissime dei governi occidentali?

Per finire, la ciliegina sulla torta, sempre sul fronte della follia bellicista ormai imperante.

Bibi Netanyahu

Il ‘Caso Netanyahu’, del resto, ormai non è più solo politico, ma psichiatrico-giudiziario. Tutti ormai dovrebbero sapere e capire che il genocidio dei palestinesi nella Striscia di Gaza (ormai oltre 40 mila le vittime innocenti, soprattutto donne e bambini) non avrà termine, perché nel caso dovesse ‘fermarsi’ il premier finirebbe sotto processo per tutti i crimini commessi prima del 7 ottobre. Una condanna certa al 100 per cento; alla quale, da allora, si aggiunge il genocidio.

E’ quindi perfettamente comprensibile, nella sua patologia criminale, quanto ha appena deciso il premier nazista di Tel Aviv, il boia Benjamin Netanyahu: nessuna tregua, neanche di 24 ore, per consentire l’arrivo di aiuti umanitari a Gaza. Lo ha proposto addirittura l’esercito israeliano, responsabile di atrocità negli ultimi 8 mesi: ma lui ha detto no, NEIN!

Ai confini della realtà.


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