L’EUROPA IN NERO

L’orchestra filarmonica mondiale è impegnata nella prova generale per l’esecuzione del ‘De profundis” in memoria della democrazia   in coma.  Per il rito dell’estrema unzione manca solo che gli Stati Uniti, sfiancati dalla prolungata inconsistenza di Biden, con un poderoso colpo di spugna assolvano i reati, il razzismo, l’omofobia, il sovranismo aggressivo di Trump e chiudano il cerchio perverso della destra che avvelena tre quarti del pianeta. Il voto europeo induce anche un autorevole quotidiano non asservito a titolare in prima pagina “Ue, destra a valanga”. La sciagura politica del Vecchio Continente, che racconta l’uppercut al mento subito dalla democrazia, è un massiccio anello di congiunzione della catena che evoca i rischi corsi dal mondo con il nazismo e in questo inizio del terzo millennio con il micidiale sovrapporsi di dittature più o meno esplicite. L’ampia partnership è condivisa da Cina, Russia, India, Egitto, Iran, dagli Usa trumpiani, da Israele a guida Netanyau, dall’estremismo di Hamas, ca Paesi del sudamerica e africani e con  oggi da mezza Europa. Esagerato il cenno al rito funebre della democrazia? Non lo è, a giudicare dall’esito del voto europeo che conferma la vis elettorale dei neofascisti italiani, la pericolosa performance di Marine Le Pen, i consensi generalizzati alla destra. È inutile, tardivo, il rammarico degli antagonisti e molto somiglia al pianto del coccodrillo. Sterilmente ipocrita è l’alibi della fuga dal voto del 50 percento degli elettori. Dimostra, se ve ne fosse bisogno, che a dominare  l’umanità è il dio onnipresente dell’egoismo, del proprio infimo tornaconto, del ‘me ne frego’ se il mondo va a rotoli, se conviviamo ‘colpevolmente’ con cinquanta guerre, se milioni di derelitti muoiono di fame e di malattie, se la Terra rischia il disastro climatico. Oggi, 10 giugno del 2024, il calendario merita un segno di spunta al commento “giorno infausto”. Un solo raggio di luce rischiara il buio del racconto odierno: il 6,6 per cento di Verdi-Sinistra, l’elezione a eurodeputati di Ilaria Salis, Mimmo Lucano, Cecilia Strada e il 23,7 percento del Pd che virtualmente sommato ai voti del partito di Fratoianni e Bonelli supererebbe il 27.6 % dei neofascisti. Missione possibile?


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