RICEVIAMO DALLA FONDAZIONE GAETANO SALVEMINI E PUBBLICHIAMO
COME BATTERE IL VOTO DI SCAMBIO?
ANDANDO IN MASSA A VOTARE
Con l’aumento dell’astensionismo, sempre crescente ad ogni tornata elettorale, non si esprime soltanto il proprio dissenso, ma si favorisce la pratica illegale del voto di scambio, come sta emergendo da inchieste della magistratura nella Puglia, e, oggi, anche in Liguria. In Campania, poi, si tratta notoriamente di un fenomeno endemico, in molti casi gestito dalla malavita organizzata: l’ultimo blitz della Procura a Cercola (NA) rappresenta solo una goccia nel mare, come ben sanno gli stessi inquirenti.
Ma è chiaro, lo dicono i numeri: man mano che cresce l’astensionismo, acquistano maggior valore i voti di scambio, quelli comprati e venduti dalla povera gente – secondo quanto hanno spiegato gli investigatori – per somme misere, dai 30 ai 50 euro a voto.
Sottoscriviamo perciò l’appello degli intellettuali ed anche di qualche politico che, facendo chiarezza su quel meccanismo perverso, hanno dato una strigliata agli elettori. «Cittadini, andate a volare, fate la vostra parte, altrimenti vincono i voti illegali», ha tuonato ieri Giuseppe Conte (e per una volta, su questo punto siamo d’accordo con lui).
Un trend negativo per la partecipazione al voto si preannuncia anche per le Europee. Un recentissimo Rapporto del Censis ne spiega le ragioni. La disaffezione sarebbe collegata al malessere diffuso, che coinvolge circa un terso degli elettori, causato da crisi economiche, politiche controverse durante la pandemia e una generale diminuzione del tenore di vita.
I votanti più colpiti da questo fenomeno – prosegue il Rapporto – sono quelli che hanno subito un declassamento sociale, la loro è una risposta a politiche percepite come inefficaci o distaccate dalle reali esigenze della popolazione. «Tra i 233 territori analizzati, 75 hanno registrato una riduzione dei redditi pro capite nell’ultimo quindicennio, indicando una persistente crisi economica che affligge diversi paesi, tra cui Grecia, Italia, Spagna, Francia, Austria, Ungheria, Belgio, Germania e Portogallo». Lazio, Umbria, la Provincia di Trento e la Toscana hanno visto diminuzioni drammatiche nei redditi pro capite, rispettivamente del -16%, -14,7%, -14,6% e -14,6%.
«Alla luce di questi dati – commenta Renato d’Andria, segretario della Fondazione Gaetano Salvemini – l’appello che rivolgiamo è quindi duplice: ai cittadini, di battere con il loro voto democratico in massa il voto di scambio. E alle forze politiche, di attuare politiche concrete per salvare i redditi di famiglie ed imprese. Altrimenti, non se ne esce».
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