Soldati e Generali scendono in guerra per le prossime Europee.
Usano un linguaggio che più bellicoso e ‘divisivo’ non si può gli sfascisti, o se preferite fascistoidi, o ancora “neri nell’anima” come li ha bollati con gran rigore scientifico (cioè storico e psicoanalitico insieme) una delle poche menti lucide del nostro Paese, Luciano Canfora. Il quale, per la verità, si riferiva due anni fa a Giorgia Meloni (che per questo lo ha querelato): ma il concetto calza a pennello per tutta la band al seguito, un’armata Brancaleone sgarrupata culturalmente sì, ma non poco pericolosa per il nostro futuro, come commenta perfino la CEI (ossia la Confederazione episcopale italiana) a proposito del Verbo Vannacci sui disabili.
Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dalle news.
Poche ore fa ha chiuso, con grande enfasi, il ‘soldato’ Meloni (le mancavano solo gli stivaloni, per il resto è stata perfetta) la kermesse pescarese organizzata dal suo partito per lanciare la sfida elettorale di giugno.
Preferiamo solo virgolettare le sue parole (come anche quelle di alcuni suoi scagnozzi) per rendere meglio i concetti e far annusare l’aria che tira.
Del resto, sono frasi che si commentano da sole.
Parte con una battuta semiabortita per ringraziare i leader (sic) del centrodestra: “Grazie a Matteo, che pure ha preferito il ponte. Lo so, per noi che siamo genitori non è facile, lo so che ci teneva a essere qua con noi”. Figurarsi.
E’ un fiume in piena: “Chi oggi plaude a Letta o a Draghi bollava le nostre critiche come oscurantismo o negazionismo: la verità è che abbiamo sempre avuto ragione noi, era banale realismo”. Boh.
“Vogliamo creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare all’opposizione la sinistra anche in UE: è un’impresa difficile ma possibile e dobbiamo tentare”.
“Possiamo portare anche in Europa il modello italiano, sarebbe una rivoluzione in cui il partito dei Conservatori è strategico e fondamentale”.
“Scendo in campo per chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e in Europa. Lo faccio perché oltre ad essere presidente di Fratelli d’Italia io sono anche il leader dei Conservatori europei, che vogliono avere un ruolo decisivo nel cambiare rotta alla politica UE. Lo faccio perché mi sono sempre considerata un soldato e i soldati quando devono non esitano a schierarsi in prima linea”.
E irrompe l’orgoglio, l’Ego a tutto campo (largo): “Chiedo agli italiani di scrivere sulle schede il mio nome, ma il mio come di battesimo. La cosa di cui vado più fiera è che la maggior parte degli italiani che si rivolge a me continua a chiamarmi semplicemente Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamato pesciarola, borgatara… perché poi loro sono colti, eh. Ma io sono fiera di essere una persona del popolo”.
“Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena”.
Per favore, qualcuno chieda subito una perizia psichiatrica. Dal canto nostro, interpelleremo presto il nostro Walter Di Munzio per un parere.
Passiamo al Verbo del Generale. Il quale ha pensato immediatamente, a poche ora dall’annuncio della candidatura, di issare bandiera & moschetto per far capire a tutti di che pasta è fatto, e far assaporare il suo machismo da militare tricolore tutto muscoli & petto in fuori.
Si cimenta subito con la Storia, l’Alto Ufficiale. E irrompe così: “Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni”.
E poi, il blitz: “Rivendico la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario”.
Poche ore dopo preciserà: “Come scrive la Treccani”. Il livello storico-culturale è ottimo e abbondante, degno del ‘suo’ (lo ha voluto la Lega) ministro Genny Sangiuliano, il quale ha firmato biografie che tutto il mondo ci invidia proprio sui grandi uomini di Stato internazionali (di certo sono le fonti ‘scientifiche’ alle quali si è abbeverato il Generale).
Che ha dato il meglio di sé sul versante delle ‘disabilità’. Ecco il Credo che porterà in Europa: “Credo che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità ad esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”.
“Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei certo a correre con uno che fa il record dei 100 metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza. Ma poi bisogna dare un aiuto specifico”.
L’aggiunta del giorno dopo: “La diversità dei disabili va valorizzata nel modo migliore, consentendo loro di esprimersi e realizzarsi a pieno seguendo i loro talenti. Per i disabili hanno inventato le paralimpiadi, un mio amico d’infanzia è campione di disabilità”. Per la serie parla come mangi.
Torniamo alla kermesse di Pescara.
Diamo la parola ad una delle menti pensanti del team meloniano, quella che appartiene al capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti, altro fosforo allo stato puro per una Cultura di Destra sempre più al centro del mondo.
Intervenendo al ‘panel’ sulla ‘Libertà religiosa’ ha chiosato: “Quando vedo nelle università dei fuoricorso in prevalenza che pensano che la rivoluzione si realizzi rompendo l’accordo con questa o con quella università israeliana perché così favoriamo la lotta del popolo palestinese, io mi chiedo se era meglio mandarli all’università o a zappare, dove avrebbero ottenuto migliori risultati”.
E’ dello stesso avviso il cognatino di lady Meloni, ossia il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida?
Al panel pescarese su ‘Politica estera comune e difesa della libertà europea’ hanno preso parte che più attiva non si può parecchi Top Manager del nostro parastato.
Alcuni indossando una maglietta del loro amato partito con lo slogan per le europee.
In prima fila o, se preferite, in pole position, il presidente di LEONARDO Stefano Pontecorvo, e il capo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) Bruno Frattasi.
Sorge spontanea una domandina: come mai questi due signori OGGI continuano ad occupare quella poltrona e fino a questo momento nessuno ha ancora chiesto le loro dimissioni, come succederebbe in qualunque paese al mondo?
Tra il pubblico dei camerati in festa, anche l’amministratore delegato dell’ENEL Flavio Cattaneo (da decenni pascola nel ricco parastato), quello di ENI (anche lui incollato da anni alla poltrona) Claudio Descalzi, il direttore generale di FINCANTIERI Pierroberto Folgiero, il vicepresidente esecutivo diSTMicroelectronics Giuseppe Notarnicola. Collegato da remoto l’ad di Leonardo Roberto Cingolani.
Può avere ancora uno straccio di ‘credibilità’ questa razza padrona e cafona?
Un Vaffa day per loro e per il loro Capo, Giorgia, è d’obbligo.
P.S. A questo punto, uno cento mille Michele Riondino con il suo post su Ignazio BENITO La Russa e l’amato Duce (ora anche dal Generalissimo che i nostalgici del Cile griffato Pinochet certo ci invidiano).
P.S. II. E per fortuna che il boia Bibi Netanyahu se la sta facendo sotto per la paura di essere incriminato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per il genocidio del popolo palestinese che dall’8 ottobre sta portando scientificamente avanti nella Striscia di Gaza.
Ma può dormire sono tranquilli, il killer di Tel Aviv: il CPI conta come il 2 di briscola e non gli farà neanche il solletico.
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