Ennesima batosta per Alex Schwazer, il nostro oro di marcia alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Il TAS (ossia il ‘Tribunale arbitrale internazionale dello sport’ di Losanna) ha infatti appena rigettato il ricorso presentato dai suoi legali al fine di ottenere la sospensione della decisione adottata lo scorso novembre dalla ‘Athletic Integrity Union’ della ‘World Athletics’ (l’ex ‘IAAF’).
Decisione che confermava la squalifica di 8 anni inflitta a Schwazer per una seconda infrazione antidoping. Visto che la squalifica partiva dall’11 agosto 2016 e quindi terminerà il prossimo 11 agosto 2024, il nostro atleta non potrà ovviamente partecipare alle gare di qualificazione in vista delle Olimpiadi di Parigi di quest’anno, previste dal 28 luglio all’11 agosto (ironia della sorte…) 2024.
Delusi e soprattutto rassegnati gli avvocati del marciatore: “Abbiamo preso atto con amarezza della decisione del TAS. Siamo convinti che Alex abbia diritto allo sconto richiesto per la collaborazione fornita nell’ambito della normativa antidoping. Ci riserviamo di esaminare le motivazioni appena conoscibili per valutare eventuali nuove ulteriori iniziative giudiziarie. Restiamo fiduciosi che alla fine gli venga concessa questa opportunità legittima e meritata”.
Un tono più che dimesso, come si vede: si parla di ‘concessione’, ‘diritto allo sconto’ per la ‘collaborazione fornita’, ‘eventuali’ azioni giudiziarie.
Ben diversa la netta e inequivoca presa di posizione del preparatore atletico di Schwazer, Sandro Donati, una vita per combattere l’uso del doping nello sport, autore del più che significativo libro-j’accuse ‘I signori del Doping – Il sistema sortivo corrotto contro Alex Schwazer’, con evidente riferimento, soprattutto, alla ‘WADA’ (‘World Anti Doping Agency’) e alla ex IAAF.
Ecco le sue parole che pesano come pietre. “Mi dispiace per Alex, per la sua grande passione e perché ci ha sperato fino all’ultimo. Personalmente, non mi sarei mai rivolto a questa gente. Per me questa gente non esiste. L’ho visto sempre pieno di speranza di potercela fare, ma sinceramente io non ci ho mai pensato, neanche quando si andò a Rio”.
E su un possibile ritorno all’attività agonistica quando sarà terminata la lunghissima, ‘eterna’ squalifica, osserva Donati: “Questo lo deve decidere Alex, ma io ci penserei sopra in questo senso. Chi conosce questa storia sa quanto sia non chiara, ma chiarissima. Di prove e indizi ce ne sono una montagna. Questi organismi sono una sorta di multinazionale che si muove al di fuori delle leggi”.
I signori del doping, appunto. Ben compreso il TAS: una ‘legge’ (sic) a parte per un mondo a parte, totalmente autoreferenziale.
La ‘Voce’ ha scritto moltissimi articoli e inchieste sul ‘Caso Schwazer’, soprattutto nel corso di un anno fondamentale, il 2017, quando ne pubblicammo quasi una ventina. Pezzi querelati, nel 2018, dalla WADA ma non dalla IAAF.
Li potete rileggere cercando nel nostro archivio. Basta andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page e digitare ALEX SCHWAZER oppure WADA e li troverete tutti.
A seguire, comunque, ecco il più fresco, un paio di mesi fa, 20 gennaio 2024, in occasione della sentenza pronunciata dalla prima sezione penale del tribunale di Napoli per il lungo processo che ha visto contrapporsi WADA e VOCE.
Una sentenza – ve ne potete facilmente rendere conto – davvero ai confini della realtà:
VOCE CONDANNATA NEL PROCESSO CONTRO WADA / ARTICOLI OK. MA IL TONO…
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