VOTO IN BASILICATA / SPERANZA E CHIORAZZO? ATTENTI A QUEI DUE…

Grossa bagarre e gran caos nel centrosinistra per la scelta del candidato che dovrà gareggiare nella corsa alla poltrona di Governatore della Basilicata in occasione delle elezioni del 21 e 22 aprile.

Il conto alla rovescia è cominciato, perché il termine ultimo per presentare i nomi scade fra dieci giorni esatti, il 23 marzo.

E in queste ore si affilano i coltelli.

 

LA DISFIDA LUCANA

Vediamo i protagonisti in campo per una disfida che è fondamentale in questo momento politico, dopo la risicata ma significativa vittoria del campo largo in Sardegna e la scoppola rimediata in Abruzzo. Il terzo risultato, quindi, sarà strategico, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti da non poco (sempre regionali) e in particolare delle Europee di giugno.

Sottolinea il segretario dem Elli Schlein, secondo l’ormai consueto paragone pallonaro: “Per me uniti si vince o si perde, ma divisi non si gioca neanche la partita”.

Si è più volte pronunciato in modo che più chiaro non si può il ‘deus ex machina’ della partita, Roberto Speranza: “Con Angelo Chiorazzo la vittoria è sicura”, ossia con il candidato scelto fin dall’autunno scorso dal PD, il ‘re delle cooperative bianche’ (sic), però non gradito da una parte dei 5 Stelle (ma anche indigesto per ‘Azione’ e ‘Italia Viva’).

L’incontro a Napoli di Roberto Speranza col sindaco Manfredi e Dario Franceschini. In alto, da sinistra, Roberto Speranza e Angelo Chiorazzo

L’ex ministro della Salute ha ribadito il suo pensiero qualche giorno fa a Napoli, nel corso della presentazione del suo libro ‘Perché guariremo’ (stampato e in fretta ritirato dalle librerie tre anni fa, ora incredibilmente riproposto con qualche ritocchino), in compagnia del sindaco partenopeo Gaetano Manfredi, dell’ex ministro PD della Cultura Dario Franceschini, e del vicepresidente del Senato, Marina Castellone dei 5 Stelle.

Ecco le sue parole: “Sostengo in modo convinto Angelo Chiorazzo: penso sia lui la persona più adeguata per questo ruolo. Mi auguro che cadano veti e pregiudizi che non portano lontano. Chiedo ancora una volta a tutti: confrontatevi nel merito del futuro della Basilicata. Costruiamo giudizi, non pregiudizi come quelli che spesso vedo”.

Vito Bardi

Visti i non pochi veti alla candidatura di Chiorazzo, i vertici PD hanno puntato le fiches sulla discesa in campo dello stesso ‘deus ex machina’ Speranza. Il quale però ha declinato l’invito e dichiarato poche ore fa “Non mi candido”. Se però accordo non sarà a brevissimo termine, il suo nome potrebbe saltar fuori di nuovo, come il salvatore della patria e del campo ‘non larghissimo’ del centro sinistra, visto che Azione e Italia Viva, a quanto pare, da giorni strizzano l’occhiolino al candidato del centro destra, il governatore uscente di Forza Italia Vito Bardi.

Un altro nome circolato non poco negli ultimi giorni è quello di Nicola Valluzzi, sindaco di Castelmezzano ed ex presidente della Provincia di Potenza. Un uomo di Chiorazzo, comunque, visto che ‘abita’ in ‘Basilicata Casa Comune’, la lista civica messa in campo dal re delle coop bianche per gareggiare. E proprio Valluzzi, mesi fa, si dichiarò apertamente stra-favorevole alla candidatura-Chiorazzo per la poltrona di Governatore della Basilicata.

Certo non molla, Chiorazzo, se ne frega dei malumori e tira dritto, arrivando a minacciare: “Rinuncio alla candidatura solo se posso scegliere io il mio sostituto”. Come dire o me o me.

Non meno intimidatorio il tono usato da un ‘autorevole’ esponente della sinistra dem, Roberto Iosca, ex sindaco di Rionero in Vulture che sostenne Elli Schlein nelle primarie contro Stefano Bonaccini.

Ecco cosa scrive in una lettera aperta – in pratica un vero e proprio ultimatum – indirizzata al segretario del suo partito. Si definisce “offeso e indignato” per i dubbi e i no alla candidatura Chiorazzo “approvata sei mesi fa dalla stragrande maggioranza del nostro partito”, consentendo a “sparuti gruppi di gettare fango su tutto il partito”. E aggiunge che il suo voto dipenderà dalle decisioni di queste ore e dalla “dignità e il coraggio che traspariranno dal modo in cui saranno assunte”. E fa chiaramente intendere che se il partito cederà sul nome di Chiorazzo, lui e i suoi lo riterranno come “un vero e proprio tradimento”.

Da Mezzogiorno di fuoco o, se preferite, da Sfida all’O.K. Corral

Roberto Iosca

I 5 Stelle, dal canto loro, sono divisi. Una parte pro Chiorazzo, un’altra consistente fetta non lo digerisce, e avanza i nomi, ad esempio, dell’ex direttore dell’Asl di Potenza, Lorenzo Bochicchio, o del presidente dem della Provincia di Matera, Piero Marrese. Candidature con poche chance e anche pochissimo tempo per essere lanciate.

Proprio per questo l’asso nella manica può essere proprio… Speranza.

L’uomo della Provvidenza, il quale però nella sua carriera ha fatto segnare brutte tappe.

Una su tutte: la malagestione (sarebbe meglio definirla gestione killer) in quei tragici primi 10 mesi della pandemia, ossia da marzo a dicembre 2020, tutta condotta sulla base del diktat ‘Tachipirina e Vigile attesa’.

Proprio quella folle imposizione impedì l’uso dei farmaci che avrebbero potuto salvare tantissime vite, salvare una gran parte di quelle 120 mila vittime innocenti. Fu infatti impedito ai medici di famiglia di prescrivere, per fare solo due esempi, ‘idrossiclorochina’ e ‘invermectina’ che altri paesi (in primis la Francia) usarono con successo, disponibili in tutte le farmacie e anche poco cari: e solo una sentenza del ‘Consiglio di Stato’ a dicembre 2020 ne consentì e sdoganò l’uso.

Non è finita qui. Perché con l’arrivo dei vaccini, né il ministero a guida Speranza, né le autorità scientifiche (sic) come il CTS, l’AIFA o l’Istituto Superiore della Sanità, mossero un dito per accertare ‘efficacia’ e, soprattutto, ‘sicurezza’ di quei vaccini allegramente comprati a vagonate (vedi alla voce ‘Pfizergate’).

Vaccini del tutto ‘sperimentali’ (perché i ‘trials’, i test dovevano terminare solo qualche mese fa, a dicembre 2023!) che hanno finito per causare, stanno causando e causeranno valanghe di ‘effetti avversi’ come ormai confermano le drammatiche statistiche e documentano studi scientifici elaborati da ricercatori non al soldo di Big Pharma!

Dopo questa doverosa digressione su Vate Speranza, torniamo a bomba, che rischia di deflagrare.

Quella chiamata Angelo Chiorazzo.

 

CHIORAZZO STORY

Ben 15 anni fa, per la precisione a giugno 2009, sulla ‘Voce’ scrivemmo e pubblicammo una grossa inchiesta che vedeva come protagonisti i fratelli Chiorazzo, Angelo e Pietro, già allora molto attivi sul fronte della ‘solidarietà’ (sic) e soprattutto sull’attivazione di centri per gli immigrati, potendo contare su una società, ‘Auxilium’, capace di calamitare appalti pubblici su quel fronte.

All’epoca il numero uno sul versante politico-amministrativo era l’ex prefetto Mario Morcone, PD, ancora oggi in prima linea per quanto concerne le iniziative in tema di immigrazione.

Mentre uno dei grandi amici e sponsor dei Chiorazzo era l’inossidabile Gianni Letta, l’uomo sempre a un passo da Silvio Berlusconi, e ancora oggi eminenza grigia in Forza Italia.

Trasversali al più giusto, i Chiorazzo, baciati dalla dea non poi tanto bendata, proprio per attrarre fondi pubblici; e documentammo anche l’avvio di un’inchiesta della procura di Potenza, per impulso del pm Heny John Woodcock.

Il nostro reportage destò non poco interesse, tanto che a settembre 2009 venne ripreso nell’apertura in prima pagina de ‘Il Fatto’, proprio nel numero di esordio del quotidiano, allora guidato da Antonio Padellaro, nelle edicole nazionali.

In estrema sintesi, quell’inchiesta giudiziaria – come poi sottolineammo quasi 10 anni dopo, in un servizio di gennaio 2018 – finì nelle nebbie.

Ma – scrivemmo – “restano documentati gli interessi a molti zeri del gruppo Chiorazzo e della loro corazzata ‘Auxilium’, da cui sono gemmate altre sigle, sempre nel nome della solidarietà e dello spirito evangelico”.

Nello stesso articolo, infatti, facevamo cenno alle iniziative di una tra le svariate gemme, ‘Mondo Migliore’ e ad una visita ‘eccellente’ effettuata a Rocca di Papa, nei Castelli romani, dove era stata allestita l’ennesima struttura per l’ospitalità dei migranti, quella volta in grado di accogliere una cinquantina di profughi libici.

Il cardinale Becciu

E sapete chi era l’ospite vip? Nientemeno che l’allora Sostituto per gli Affari generali della Segretaria di Stato vaticana, al secolo il cardinal Angelo Becciu.

Sì proprio lui…

Un nome che nelle ultime settimane torna alla ribalta.

E sei anni fa un imperdibile servizio del Tg2 immortalò l’abbraccio tra Becciu e Chiorazzo: per la serie, Dio li fa e poi li accoppia.

 

A seguire vogliamo proporvi una serie di chicche.

Subito un’immagine del nostro editoriale di ottobre 2009, in cui si parla del primo numero de ‘il Fatto’ con la citazione dell’inchiesta Voce sul tandem Letta-Chiorazzo.

 

Poi il pezzo dell’8 giugno 2015 che ricostruisce tutta la story, e comprende il fondamentale LINK(alla fine dell’articolo) attraverso il quale poter visualizzare il reportage di giugno 2009. Ecco il titolo:

BUSINESS MIGRANTI / ANGELO CHIORAZZO, ‘O VATICANISTA. E QUELL’INCHIESTA DEL 2009

 

Quindi il breve ma succoso articolo di aggiornamento uscito il 12 gennaio 2018:

IL BUSINESS DEI MIGRANTI / ARIECCO I CHIORAZZO

 

Infine, per conoscere tutte le novità di casa Chiorazzo, vi proponiamo un lungo e documentato reportage messo in rete il 5 dicembre 2023 dal quotidiano on line ‘Basilicata.it’ e intitolatoANGELO CHIORAZZO E IL SUO ARCIPELAGO.

Buone letture.

Dedicate non solo ai nostri lettori ma anche a tutti gli elettori del campo più o meno largo…

 

P.S. Nella tarda serata di mercoledì le Menti del centrosinistra hanno partorito il classico topolino salvatutti. Trovato (SIC) l’accordo su un nome fino a quel momento mai avanzato, né proposto, neanche mai trapelato dai ‘rumors’ mediatici locali e nazionali. Quello dell’oculista barlettano ma da anni trapiantato in Basilicata Domenico Lacerenza (direttore SIC-Struttura Interprovinciale Complessa, all’azienda ospedaliera ‘San Carlo’ di Potenza) che a botta calda dichiara: “Per me, che mi sono dedicato sempre alla professione di medico a tempo pieno, è il primo incarico politico. Mi impegnerò il massimo per essere all’altezza”.

Lo sostengono PD, 5 Stelle, AVS e + Europa. Italia Viva e Azione appoggeranno il candidato del centrodestra Vito Bardi (e avranno alcuni uomini in lista). “Non siamo stati neanche informati e abbiamo appreso la notizia dalle agenzie”, mastica amaro Maurizio Pittella, ex governatore PD e oggi in Azione.

Una nota del campo semi allargato rileva: “Al primo punto la sanità. Una sfida essenziale per rilanciare un territorio che ha sofferto un profondo disagio per ciò che attiene la fruizione del diritto alla salute e il diritto alle cure”.

Il precedente, però, non incoraggia. Proprio alle ultime regionali il centrosinistra candidò il farmacista Carlo Trerotola che venne sonoramente sconfitto dal generale in pensione delle Fiamme gialle Bardi. Con un oculista si spera che gli elettori vedano meglio cosa scrivere nella scheda.

Il minaccioso Chiorazzo fa buon viso a cattivo gioco e ‘gongola’: “Il dialogo di questi giorni ci ha portati al risultato. Il lavoro condotto insieme al segretario Schlein e al presidente Conte (che non hanno mai incontrato Lacerenza, ndr) è stato coniugato in modo virtuoso con il lavoro di semina condotto da ‘Basilicata casa comune’. Ora ci attende un lavoro coerente per quello che dal principio è stato l’unico obiettivo del mio impegno politico: offrire alla Basilicata una classe dirigente nuova e competente, capace di mettere fine alla peggiore esperienza di governo nella storia della Basilicata, quella di Vito Bardi. Mettiamoci all’opera per risolvere i tanti problemi dei lucani e andiamo, tutti insieme, a vincere!”.

Al di là dell’urlo di guerra, dove sono andate a finire le minacce e le intimidazioni (anche dei suoi) del ‘giorno prima’?

Quale ‘miracolo’ ha favorito la taumaturgica ricucitura?

Staremo a vedere.


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