Proprio mentre la nostra premier Giorgia Meloni incontra a Washington il presedente degli Stati Uniti, Joe Biden, negli Usa scoppiano due ‘bombe’ che investono in pieno proprio la Casa Bianca.
Due Commissioni speciali del Congresso a stelle e strisce, infatti, da mesi sono al lavoro sue due bollenti filoni d’inchiesta.
Uno riguarda i ‘dirty business’ portati avanti dal rampollo presidenziale Hunter Biden quando il padre era il vice di Barack Obama, soprattutto in Cina e in Ucraina: vicende di cui la Voce ha più volte scritto negli ultimi anni e regolarmente silenziate, oscurate dai media di casa nostra, sempre genuflessi davanti ai diktat del ‘padrone’ yankee.
L’altro riguarda la pandemia, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, nonché il condizionamento dei social media americani e il cosiddetto ‘Wuhangate’, per via dei rapporti ‘scientifici’ (sic) e d’affari tra il ‘National Institute for Allergy and Infectiouse Deseases’ (NIAID), guidato dal 1984 al 2022 da Anthony Fauci, e l’Istituto di Virologia a Wuhan, sul fronte del ‘gain of function’, all’origine del coronavirus.
In queste ore, poi, un’altra notizia tiene banco negli Usa. Il clamoroso guanto di sfida lanciato dal numero uno del Pentagono, Lloyd Austin, al Cremlino: “Se l’Ucraina perde la guerra, la Nato dovrà combattere contro la Russia”.
Ecco, più in dettaglio, le lapidarie frasi che stanno mettendo in fibrillazione il mondo: “Sappiamo che se Putin avrà successo non si fermerà. Continuerà ad essere più aggressivo nella regione. E altri leader in tutto il mondo, altri autocrati guarderanno a questo. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno Stato democratico. Se sei un paese Baltico, sei molto preoccupato se sarai il prossimo: conoscono Putin, sanno di cosa è capace. E francamente, se l’Ucraina cade, credo davvero che la NATO entri in guerra contro la Russia”.
Parole che fanno letteralmente correre i brividi lungo la schiena.
Ma torniamo alle due Commissioni.
I ‘DIRTY BUSINESS’ IN CINA
Partiamo dalla prima.
E cominciamo con il titolo a caratteri cubitali del ‘New York Post’, che ha sempre seguito la vicenda. Eccolo: After years of denails, Hunter Biden FINALLY acknowledged Joe was ‘the big guy’ in 5 million dollars China deal, ossia “Dopo aver negato per anni, FINALMENTE Hunter Biden ammette che Joe era ‘the big guy’ nell’affare da 5 milioni di dollari con la Cina”.
Un lungo, dettagliato reportage, con un abbondante corredo fotografico e anche alcuni significativi articoli precedenti, come quello di ottobre 2022 intitolato, sempre a caratteri di scatole, ‘BIDEN CHINA DEAL’.
In sostanza, nel corso dell’ultima verbalizzazione davanti alla Commissione congressuale, per la precisione nel corso di quella che è stata definita la “impeachment inquiry deposition” (la verbalizzazione giudiziaria per l’impeachment), Hunter ha ammesso, dopo averlo negato per anni, che quel misterioso ‘big guy’ insieme al quale faceva business da milioni di dollari (almeno 5 quelli accertati) con faccendieri cinesi anche parecchio vicini alle alte sfere governative, era proprio il padre, Joe, all’epoca dei fatti (2017) certo meno rincoglionito di quanto lo sia oggi (stando almeno al fresco rapporto del procuratore speciale Robert Hur).
A questo punto vi proponiamo la ri-lettura di un nostro pezzo di fine 2023, intitolato GIALLO CINESE / MAXI AFFARI & CONNECTION DI JOE E HUNTER BIDEN. MENTRE LLOYD AUSTIN…
Particolarmente interessante, e attuale, proprio perché una delle figure cardine è quella del bellicoso capo del Pentagono, così come quella del suo braccio destro, Kathy Chung, di evidenti origini cinesi, prima stretta collaboratrice di Hunter Biden, poi del padre Joe ai tempi della vicepresidenza con Barack Obama alla Casa Bianca.
Per completezza, vogliamo riproporvi altri tre reportage pubblicati dalla Voce in anni precedenti, e sempre sui business cinesi del tandem presidenziale: e cioè
JOE & HUNTER BIDEN NELLA BUFERA / TORNANO A GALLA I ‘DIRTY BUSINESS’ IN CINA E UCRAINA del 15 aprile 2023
JOE BIDEN / TUTTI GLI AFFARI DEL FIGLIO HUNTER CON GLI 007 CINESI
HUNTER BIDEN / I MAXI BUSINESS DEL RAMPOLLO PRESIDENZIALE, DALLA CINA AI QUADRI MILIONARI dell’8 dicembre 2021
Per leggere molte altre inchieste della Voce sui maxi affari della dinasty presidenziale, ad esempio anche in Ucraina, ma non solo, come al solito vi consigliamo di andare alla casella CERCA, che si trova in alto a destra della nostra home page: a quel punto dovete sono digitare HUTER BIDEN eJOE BIDEN per ritrovarne delle belle.
QUEI VACCINI “INEFFICACI”
Adesso, dopo oltre tre anni dall’inizio delle campagne vaccinali anti-covid, anche le massime autorità statunitensi in campo sanitario, come i ‘Centers for Deseases Control’ (CDC) e la ‘Food and Drug Administration’ (FDA) si vedono costrette ad ammetterlo: quei sieri sono poco efficaci, non servono neanche ad evitare la trasmissione del virus.
Sorge subito spontanea la domanda: quando ammetteranno, soprattutto, che quei vaccini, in particolare a mRNAcome i ‘prodotti’ di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’, NON SONO SICURI?
Staremo a vedere.
Intanto partiamo dalla prima, clamorosa retromarcia.
Tutto è successo davanti agli sbigottiti membri della Sottocommissione del Congresso Usa chiamata a far luce su pandemia & vaccini.
Settimane fa ha testimoniato per 14 ore, spalmate in due giorni, il super virologo di ben 7 presidenti Usa, Anthony Fauci, sul quale indagano anche da un paio d’anni due procuratori generali, per la precisione della Louisiana e del Missouri, sia per il pesante condizionamento dei ‘social media’(sotto i riflettori anche altri 9 papaveri della Casa Bianca), sia per il ‘Wuhangate’, che tira in ballo i pingui fondi elargiti da suo ‘National Institute for Allergy and Infectiouse Deseases’ (NIAID) all’Istituto di Virologia a Wuhan per le ricerche sul ‘gain of function’ all’origine della pandemia.
Ma torniamo a bomba, ossia alle ultime verbalizzazioni davanti alla Sottocommissione del Congresso Usa.
Sono stati chiamati a rispondere alcuni pezzi da non poco della nomenklatura sanitaria a stelle e strisce: Peter Marks, direttore del ‘Center for Biologic Evaluation and Research’ presso la FDA;Daniel Jerwingan, direttore del ‘National Center for Emerging Zoonotic Infectious Deseases’ che fa capo ai CDC; e George Grimes, direttore del programma per i risarcimenti ai danneggiati presso la ‘Health Rescue Services Administration’.
Hanno fatto autentiche capriole verbali, i tre, per minimizzare quanto, pur tra mezze parole, sono stati costretti ad ammettere. Ecco un paio di frasi smozzicate che si sono lasciati sfuggire.
“I dati sulla questione (se il vaccino protegge dalla trasmissione del virus, ndr) sono molto difficili da definire… Non è improbabile la trasmissione, in assoluto”.
Boh…
“Quello che sappiamo è che il vaccino ti impedisce di contrarre malattie gravi e ricoveri”. La solita solfa…
E il top: “I vaccini anti covid potrebbero non prevenire l’infezione”.
Il massimo.
Dopo che per mesi e mesi, a fine 2020, appena messi in distribuzione, Pfizer e Moderna hanno sbandierato al mondo un’efficacia e sicurezza pari al 94-95 per cento. Smentite clamorosamente in tempo reale da Peter Doshi in un editoriale al vetriolo del ‘British Medical Journal’ (BMJ) di gennaio 2021, in cui scriveva di un 18-20 per cento massimo”, poi man mano praticamente azzeratosi nel tempo; e ad agosto dello stesso anno il BMJ assestava il colpo dako sulla sicurezza del vaccino Pfizer, pubblicando una ‘contro-inchiesta’ scientifica sui ‘trials’ taroccati dal colosso di Big Pharma!
Notizie totalmente oscurate dal ‘mainstream’ e negate dai media di regime – genuflessi davanti al potere di Big Pharma– e negati alla conoscenza di tutti i cittadini.
Mosca bianca, da noi, Giulio Tarro, l’allievo di Albert Sabin, in prima linea per sconfiggere negli anni ’70 il colera e poi il ‘male oscuro’, autore addirittura a giugno 2020 (quindi a pochi mesi dallo scoppio della pandemia) di ‘Covid 19 – Il virus della paura’ e due anni dopo di ‘Covid 19 – La fine di un incubo’.
Dimenticavamo un dato raggelante trapelato nel corso dell’audizione alla Sottocommissione del Congresso Usa: le cifre totali delle richieste di risarcimenti per danni alla salute ammontano a 13 mila circa, di cui quasi tutte (12.800) per effetti avversi prodotti dai vaccini. E sapete quanti sono stati fino ad oggi i risarciti? 11, undici, avete letto bene. Se risponde al vero, ai confini della realtà.
Come ai confini della realtà un’altra notizia che arriva dal Canada: rammentiamolo bene, si tratta della nazione che più di ogni altra ha spinto per ‘questi’ vaccini e ha adottato una posizione di assoluta intransigenza (fino a costruire dei quasi-lager) per chi non intendeva vaccinarsi; senza dimenticare le repressioni contro chi manifestava, già all’epoca a bordo di trattori, contro i lockdown.
Ebbene, quel tanto democratico Canada che di certo non largheggia con i risarcimenti per i danni prodotti dai vaccini, stanzia fondi per consentire l’eutanasia è stato danneggiato in modo irreversibile da quei vaccini!
Incredibile ma vero.
Per questo vi proponiamo la lettura dell’istruttivo pezzo messo in rete da ‘Renovatio 21’ il 29 febbraio e titolato Offrono l’eutanasia ad una danneggiata da vaccino Covid.
E poi, sempre sul fronte degli effetti avversi, ecco la drammatica testimonianza pubblicata alcune settimane fa, il 12 dicembre 2023, da ‘Il Giornale d’Italia’, firmata da Max Del Papa e titolata
Vi racconto il mio tumore (e perché so che è stato il vaccino).
Infine, un intervento del PH.D. Brenda Baletti messo in rete da ‘The Defender’, la costola informativa della sempre battagliera ‘Children’s Health Defence’, l’associazione fondata e animata da Robert Kennedy junior. Sotto i riflettori proprio quell’azione censoria e di forte pressione sui social media esercitata dall’amministrazione Biden, gran regista proprio Fauci su cui ha scritto due imperdibili Robert Kennedy, ‘The Real Anthony Fauci’ e ‘Wuhan – The Cover Up’.
Il pezzo si intitola Kennedy, CHD Win Jnjunction in Landmark Censorship Case against Biden Administration.
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