Armi & pillole: l’accoppiata è sempre più vincente a livello internazionale, il vero ‘Potere’ capace di condizione i governi e rastrellare utili con la pala.
Ne stiamo osservando ‘in vitro’, proprio in queste ore, la conferma.
Ecco le due ‘chicche’.
ARMI & PILLOLE, IL SUPER TANDEM
In occasione della conferenza ‘Plenaria’ all’Eurocamera, la presidente della Commissione UE che ha appena lanciato la sua candidatura per il bis, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che nel campo della difesa, delle armi, delle forniture militari occorre “dare la priorità agli appalti congiunti, proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale”.
Una bella faccia tosta.
Perché se tanto mi dà tanto, ne vedremo delle belle – sul fronte di maxi corruzioni – per i prossimi appalti militari. Visto che la lady tedesca è invischiata fino al collo nel ‘Pfizergate’, in combutta con il Ceo di ‘Pfizer’, appunto, ossia il veterinario greco Albert Bourla: al centro i maxi contratti per i vaccini anti-covid, soprattutto il terzo, da ben 31 miliardi di dollari (il totale complessivo supera i 70), stipulato addirittura via sms, un messaggino per giunta sparito, volatilizzato!
La vicenda è stata totalmente oscurata dal mainstream, censurata dai media di regime tranne rarissime eccezioni, così come i lavori della ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini’, chiamata ad indagare sulla ‘sua’ presidente…
La ‘Voce’ ha scritto svariate inchieste sul Pfizergate, l’ultima è fresca fresca, e l’abbiamo messa in rete proprio dopo l’annuncio in pompa magna della ricandidatura von der Leyen per la poltronissima. Ecco il link:
URSULA VON DER LEYEN / CRIMINI & CORRUZIONI. MA VUOLE IL BIS AL VERTICE UE…
A TUTTA NATO
La seconda chicca riguarda la nomina di un nuovo portavoce della NATO.
Pochi mesi prima di lasciare lo scranno di Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica (per il quale è stata in corsa per mesi la stessa von der Leyen, sempre più assetata di potere), il norvegese Jens Stoltenberg ha infatti scelto come responsabile di tutta la comunicazione Farah Dakhlallah, britannica di origine araba.
Un nome fino ad oggi di particolare peso nel mondo sanitario (e farmaceutico) che conta.
Arriva infatti dritta dritta dall’incarico di coordinatore dell’informazione per il Medio Oriente di ‘AstraZeneca’, il colosso in pillole che ha passato qualche guaio (è un eufemismo) con il suo vaccino anti-covid, ma che viaggia pur sempre con il vento in poppa e macina utili miliardari.
E nel pedigree di Farah – laureata a Cambridge e specializzata alla prestigiosa ‘London School of Economics’ – fa capolino un altro incarico da non poco: e cioè quello di ‘Communication Manager’all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che tra pochi mesi avrà il controllo e la gestione totale in tutte le nazioni aderenti (193 per la precisione) sul fronte delle future pandemie (vaccini, forniture sanitarie, lockdown e via di questo passo), attraverso quel ‘Trattato Pandemico’ che sottrarrà ogni autonomia decisionale ai paesi membri. Ai confini della realtà: come lo è altrettanto la circostanza che l’OMS sia ormai eterodiretta dall’uomo di tutti i vaccini e i cambiamenti climatici, Bill Gates, che è il primo finanziatore dell’OMS a livello internazionale, solo alle spalle degli Stati Uniti!
Circa il nuovo assetto delle ‘comunicazioni’ NATO, vi proponiamo la lettura di un pezzo firmato da Laura Ruggeri per l’ottimo blog ‘Maurizio Blondet & friends’, titolato
NATO e OMS sono una cosa sola… e Big Pharma del 28 febbraio
Blog che pubblica un’altra ricostruzione tutta da leggere e che tira in ballo di nuovo la NATO e, soprattutto, quegli accordi bilaterali e ‘segreti’ che l’Ucraina ha sottoscritto con vari paesi europei, Italia ben compresa. Una lettura di particolare interesse dopo la clamorosa uscita del presidente francese Emmanuel Macron di inviare non solo armi & missili, ma anche militari e truppe a sostegno dell’Ucraina! Il pezzo si riferisce ad una rivelazione del premier slovacco Robert Fico al termine del summit sul sostegno all’Ucraina organizzato dal capo dell’Eliseo, e si intitola
Meloni manda truppe a Z ‘sulla base di accordi bilaterali? del 27 febbraio
Prima di passare la parola a lady von der Leyen, un cenno a quel tandem di fuoco armi-pillole, ossia industria militare e industria farmaceutica.
Prendiamo subito il toro per le corna e vediamo cosa succede negli Stati Uniti, faro di libertà & democrazia per tutto l’Occidente: peccato che entrambe siano troppo spesso esportate via invasioni, massacri, bombardamenti ‘chirurgici’ e sterminando di questo passo.
Fa niente. Ma eccoci a quanto succede negli Usa proprio in queste settimane, e succede ‘da sempre’ in occasione delle presidenziali.
I colossi industriali hanno storicamente appoggiato in modo trasversale, bipartisan i due candidati in corsa. Fino alla dinasty dei Bush la bilancia pendeva più dalla parte dei repubblicani, poi la rotta si è invertita e il favore in soldoni è passato più verso la sponda democratica, incarnata dai due Clinton, da Barack Obama e quindi da Joe Biden (con l’intermezzo del Trump soprattutto fai-da-te).
Sul fronte dei settori impegnati, per anni ha primeggiato quello petrolifero, con le 7 sorelle in pole position, affiancato dalla sempre più ‘agguerrita’ e soprattutto ricchissima industria militare, vista la smisurata sfilza di appalti, commesse e forniture all’ombra del Pentagono e della Difesa.
Poi, man mano, si è fatta sotto e ha guadagnato prepotentemente terreno l’industria farmaceutica, come ha sempre sottolineato nei suoi saggi e nei suoi libri uno che di sanità se ne intende, l’ematologo e per anni sindaco di Pavia Elio Veltri. Il quale già una quindicina d’anni fa metteva sullo stesso piano il ‘potere’ delle star di Big Pharma e quello dei colossi in armi, come per fare solo due esempi Raytheon Company e Lockheed Martin.
Ed oggi quella situazione si consolida e si fa più ricca: visti gli stratosferici utili che riescono a moltiplicare in modo esponenziale grazie a Guerre & Pandemie!
IL VERBO DI URSULA
E’ venuto il momento di passare la parola alla sempre più lanciata lady von der Leyen. Riportiamo i passaggi salienti del suo fresco intervento all’Eurocamera perché le sue già memorabili frasi sono non solo da politica di razza (ariana), ma anche da storica provetta, e intrise da un profondo senso etico…
Partenza col botto: “L’Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Dalle prossime settimane presenteremo alcune proposte con la prima strategia europea industriale per la difesa. Uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti, proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale”.
Una faccia di bronzo che più europea, anzi mondiale, non si può, da autentico guinness dei primati. E basti ricordare la lapidaria frase pronunciata dal commissario finlandese che con gli altri membri cerca tra mille ostacoli di far luce su quei contratti illegali e arcimiliardari: “Si tratta del più grande scandalo da quando è nata l’Unione Europea”. Capito?
Ma proseguiamo senza più interrompere il Verbo di lady Ursula, il vero Decalogo per tutti i cittadini-sudditi della nostra povera Europa ridotta in questo stato.
“E’ tempo di discutere dell’utilizzo dei profitti insospettati dei beni russi congelati per acquistare congiuntamente equipaggiamenti militari per l’Ucraina. Si tratta di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa per la propria sicurezza”.
“La semplice verità è che non possiamo più permetterci il lusso di stare tranquilli. Non abbiamo il controllo sulle elezioni o sulle decisioni in altre parti del mondo. Con o senza il sostegno dei nostri partner, non possiamo permettere che la Russia vinca”.
Quindi guerra ad oltranza, fino alla Vittoria finale – come ha detto a Kiev all’unisono con il presidente pupazzo Volodymyr Zelensky – e “fino alla pelle dell’ultimo ucraino”, come il sempre più invasato capo di Kiev ha sempre sostenuto in perfetta sintonia col sempre più rincoglionito (e per questo ancor più pericoloso) capo della Casa Bianca, Joe Biden.
Promesso, non interromperemo più le parole del Vate (o della Vate) tedesco fino al termine del suo memorabile intervento all’Eurocamera.
“Su un punto vorrei essere chiara. La sovranità europea renderà più forti i nostri partenariati. Non influirà mai sull’importanza e la necessità della nostra alleanza NATO. Anzi, un’Europa più sovrana, soprattutto in materia di difesa, è fondamentale per il rafforzamento della NATO. Ecco perché sono molto lieta della notizia che la Svezia diventerà presto un alleato della NATO”. Tre volte NATO…
“Negli ultimi anni abbiamo vissuto nell’illusione di una pace. Vladimir Putin ha usato questo dividendo frutto della pace per scatenare una nuova guerra. Ora stiamo assistendo alla potenza e ai pericoli legati ad una crescente e inquietante lega di leader autoritari. La Corea del Nord sta consegnando alla Russia ordini su ordini di munizioni. L’Iran sta fornendo droni d’attacco e, cosa fondamentale, c’è anche la tecnologia che li sostiene, per infliggere danni incalcolabili alle città e ai cittadini ucraini”.
Da un fronte all’altro. “La guerra a Gaza e la destabilizzazione su larga scala in Medio Oriente indicano un’area di insicurezza e di conflitto nella regione. E, naturalmente, assistiamo alla continua ascesa della concorrenza aggressiva e di distorsioni che comportano rischi reali per l’economia europea”, con evidente riferimento alla bollente situazione nel Mar Rosso.
“Per dirla senza mezzi termini, come ha fatto il mese scorso il presidente finlandese Sauli Niinisto, ‘L’Europa deve svegliarsi’ e aggiungerei con urgenza! Perché la posta in gioco è molto alta: la nostra libertà e la nostra prosperità. E dobbiamo iniziare a comportarci di conseguenza”. Secondo la perfetta dottrina Usa.
“Gli ultimi anni non sono riusciti a infrangere solo alcune illusioni europee. Ma hanno infranto molte illusioni sull’Europa, ovvero che la nostra unità non avrebbe retto di fronte ad una guerra nel nostro continente. O che le nostre regole e divisioni ci avrebbero impedito di fornire un massiccio sostegno finanziario, militare e politico all’Ucraina. Negli ultimi due anni, l’Europa ha dimostrato che sosterrà l’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario. E abbiamo dimostrato che un’Europa più sovrana non è solo un pio desiderio”.
E poi un ritorno alle armi. “Fare questi passi insieme per la difesa non sarà facile. Richiederà decisioni coraggiose e soprattutto una nuova mentalità in materia di difesa, dalle istituzioni all’industria e agli investitori. Per questo sono molto incoraggiata dalle parole del presidente Calvino (l’economista spagnola Nadia, ndr), secondo cui la BEI (Banca Europea Investimenti, ndr) è preparata a fare molto di più per contribuire a sostenere progetti comuni che diano impulso all’industria militare”.
E per chi non ha ancora inteso: “L’industria della difesa in Europa ha bisogno accesso ai capitali. Vorrei incoraggiare i nostri finanziatori pubblici e privati a sostenere la nostra difesa e in particolare anche le piccole e medie imprese”.
Tutti pronti per l’assalto decisivo fino alla Vittoria.
Heil, Ursula!
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