190 mila morti, distruzione, massacri, 160 miliardi buttati al vento, o meglio ‘investiti’ nell’industria militare che sta macinando profitti con la pala, come denuncia – autentica ‘vox clamans in deserto’ – Papa Francesco ogni domenica dal balcone di piazza San Pietro.
Ma i ‘signori della guerra’ se ne fottono. Anche a costo di sacrificare “fino la pelle dell’ultimo ucraino”, come hanno sempre tuonato all’unisono sia il capo della Casa Bianca e sempre più rincoglionito (per questo tanto più pericoloso) Joe Biden che il presidente-fantoccio dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Il quale appena accolto stamattina i graditi ospiti griffati G7 (con tutto il carico di ‘eterne’ e concrete promesse militari al seguito) al grido di ‘Vittoria!’, come neanche nel più tragicomico movie a stelle e strisce.
Da perfetto Dottor Stranamore…
E la parata-kermesse G7 è capeggiata dalla nostra premier Giorgia Meloni, sbarcata alle 7 e 30 a Kiev con un codazzo da novanta, composto dalla ormai ‘amica’ (nemica giurata fino a poco più di un anno fa) Ursula von der Leyen e dai premier del Belgio Alexander De Croo (anche nelle vesti di presidente di turno del Consiglio UE) e da quello canadese Justin Trudeau.
Passiamo in rapida carrellata, fior tra fiori, alcune dichiarazioni, in occasione del secondo anniversario dall’inizio del conflitto.
GUERRAFONDAI IN CAMPO
Partiamo da capo-Meloni: “Bisogna ribadire in tutti i modi il nostro sostegno all’Ucraina fino a quando sarà necessario. Dobbiamo essere sempre più vicini a Volodymyr Zelensky e al suo eroico popolo. L’Italia è ferma sulle sue posizioni”.
Gonfiando il petto continua: “Questa terra è un pezzo della nostra storia e noi faremo la nostra parte per difenderla”.
Riferendosi all’aeroporto Antonov dove si svolge la commemorazione dei soldati caduti, con un groppo in gola commenta: “Questo posto è il simbolo della follia di Mosca e dell’orgoglio ucraino, ci ricorda che c’è qualcosa di più forte di missili e guerre: è l’amore per la terra e per la libertà”.
Improvvisamente Illuminata sulla via di Ken Loach?
“Questa guerra ci insegna molto e ci fa capire i pericoli che tutti noi europei corriamo e correremo se non fermiamo Vladimir Putin”.
Costi quel che costi.
Non meno ‘patriottica’ la lady di ferro UE che ha appena annunciato la sua candidatura per il bis sulla poltrona di presidente della strategica Commissione UE, Ursula von der Leyen, così rivolta al grande amico Volodymyr: “L’Europa vi sosterrà fino a che sarà necessario, cioè fino alla vittoria. Ci sarà più sostegno finanziario per armi, munizioni e tutto quello che serve per fronteggiare con successo l’aggressione russa. Non c’è posto migliore di questo aeroporto per ricordare e rafforzare il nostro impegno per l’Ucraina”.
Emozionata fino al midollo: “Qui c’era il più grande aereo del mondo, l’Antonov An-225 Mriya e Mriya vuol dire sogno. Il sogno che hanno tutti gli ucraini è di avere posto nella famiglia europea e insieme realizzeremo questo sogno. L’Ucraina in pace farà parte dell’Unione Europea”.
Afferma compiaciuto il presidente-pupazzo: “Chiediamo al mondo di aumentare la pressione sull’economia russa. Grazie per i pacchetti di aiuti, vi ringrazio per ogni decisione sulle sanzioni e per ogni passo che consente di arrivare alla fine giusta di questa guerra, con la nostra vittoria. Putin deve fallire. Qua come a Hostomel. Vi sono grato per essere qui con noi, per il vostro sostegno, per l’aiuto al nostro Paese a distruggere l’occupante”.
E ancora, alcuni punti ‘tattico-strategici’ che aveva appena espresso in un’intervista a ‘Fox News’: “La difesa dell’Ucraina è il compito numero uno. Continueremo con i successi nel Mar Nero. Stiamo preparando alcune sorprese per la Russia (chissà, il 1 aprile è vicino, ndr), non entro nei dettagli. Il Sud è importante. La difesa dell’Est, dove i russi hanno 200 mila soldati, è molto importante. Naturalmente prepareremo una nuova controffensiva (dopo il clamoroso fallimento della prima, ndr), nuove operazioni. Non rimarremo fermi. Dipende da molte cose”.
Da notare la significativa assenza al super G7 di Kiev del presidente francese Emmanuel Macron. Così precisa una nota dell’Eliseo: “E’ impegnato al Salone dell’Agricoltura e con la crisi dei trattori”.
Finalmente uno con la schiena dritta, mentre tutti gli altri leader europei sono regolarmente genuflessi davanti ai diktat della Casa Bianca.
BIDEN RINCOGLIONITO & SCATENATO
E a proposito, il sempre più invasato, rincoglionito e ‘senza memoria’ (in questo modo lo ha appena etichettato il procuratore speciale Usa Robert Hur nella assoluzione penale che politicamente lo condanna) Joe Biden, fresco reduce dalle esternazioni quantomeno da cowboy ubriaco (“quel pazzo figlio di puttana” si è rivolto in modo davvero ‘istituzionale’ a Putin, il ‘macellaio’, ricordate?), così ha subito messo in riga tutti i partecipanti al G7: “Oggi annuncio più di 500 nuove sanzioni contro la Russia per la sua guerra di conquista contro l’Ucraina e per la morte di Navalny, un coraggioso attivista anti-corruzione e il più accanito leader dell’opposizione a Putin”.
E più nello specifico: “Queste sanzioni prenderanno di mira individui collegati alla detenzione di Navalny, il settore finanziario russo, la sua base industriale della Difesa, le reti di approvvigionamento e gli evasori delle sanzioni in più continenti. Faranno sì che Putin paghi un prezzo ancora più alto per la sua aggressione all’estero per la repressione in patria”.
E la conclusione che non lascia spazio a equivoci: “Tutti devono capire che se Putin non paga il prezzo della morte e della distruzione che sta provocando, andrà avanti. E sarà l’Europa a subire le inevitabili conseguenze”.
Torniamo perciò all’Europa, che ha previsto un abbondante pacchetto di aiuti & sanzioni. Sanzioni per colpire il nemico russo soprattutto sotto il profilo economico-finanziario. Tra le misure più mirate, quelle che tendono a far ridurre drasticamente i flussi di approvvigionamenti energetici verso paesi terzi, sanzionando in modo pesante quei paesi e tutte le ‘entità’ finanziarie, bancarie e commerciali che ancora consentono quei flussi. E poi: sono allo studio le possibilità di usare i fondi sovrani, già confiscati dalla Banca centrale russa e depositati in alcuni paesi.
L’Italia, in particolare, farà la sua parte in prima linea: in queste ore si sta ‘limando’ l’accordo bipolare multiplo (aiuti & sanzioni, il Verbo of course) tra Roma e Kiev, mancano solo le firme della nostra premier e del presidente-fantoccio. Accordi bilaterali in dirittura d’arrivo anche in Germania, Regno Unito e Francia, sottoscritti o ora in fase di sottoscrizione sulla base delle intese raggiunte al vertice NATO di luglio a Vilnius.
Un’altra tappa – commentano in seno all’Alleanza Atlantica – per accelerare l’ingresso dell’Ucraina nelle sempre più accoglienti braccia della NATO.
E anche dell’Unione Europea, visto che il protocollo bilaterale in fase di firma prevede come caposaldo l’incondizionato e concreto appoggio dell’Italia a un altrettanto rapido ingresso dell’Ucraina nella UE.
DALLA GERMANIA ALLA BIELORUSSIA
Avevamo dimenticato la Germania, diventata a tambur battente negli ultimi mesi sempre più pro-Kiev, per la precisa volontà del suo esecutivo e del suo Cancelliere Olaf Scholz.
E sono molto pragmatici, come al solito, i tedeschi. Visto che Scholz, a sua volta, sta per firmare l’immediata consegna all’esercito ucraino di un consistente (ma fino ad ora non precisato) numero di nuovi missili da crociera e a lunghissima gittata, i ‘Taurus’.
La rivista ‘Stern’ ha appena pubblicato il contenuto di un documento riservato elaborato dai gruppi parlamentari del Bundestag in cui si chiede “la fornitura di ulteriori sistemi d’arma e munizioni a lungo raggio, necessari per consentire all’Ucraina di trasportare attacchi mirati in conformità del diritto internazionale contro obiettivi strategicamente rilevanti nelle retrovie dell’aggressore russo”.
E’ questa la ‘sorpresa’ pasquale a cui faceva cenno il presidente-burattino?
Così prosegue il documento citato da ‘Stern’: “In particolare, l’Ucraina deve continuare ad essere in grado di effettuare attacchi contro obiettivi militari come depositi di munizioni, vie di rifornimento e posti di comando molto dietro le linee del fronte e di proteggere i suoi soldati nel modo migliore possibile dai diversi attacchi dell’esercito russo. Il Bundestag accoglie quindi con favore la consegna dei missili suindicati da parte dei partner francese e britannico all’Ucraina”.
Una consegna moltiplicata per tre, dunque: finalizzata ad armare l’esercito di Kiev fino ai denti e tragicamente…. fino alla pelle dell’ultimo ucraino!
Un’ultima news dalla Bielorussia.
Il presidente Alexander Lukashenko ha sganciato una vera ‘bomba’ poche ore fa, preannunciando una possibile ‘false flag’: si tratta di quelle azioni stragiste (o maxi attentati anche alle infrastrutture) organizzate dai servizi segreti di questo o quel paese per attribuirne la colpa al paese ‘nemico’. Un esempio classico proprio nel corso del conflitto ucraino: l’attacco al gasdotto Nord Stream, inizialmente attribuito alla Russia per dar fuoco agli attacchi contro il Cremlino. Ebbene, c’è voluto tutto il fiuto investigativo (e le fonti giuste) del Pulitzer americano Seymour Hersh per scoprire che si trattava di una ‘false flag’, ossia di un attentato organizzato dalla CIA e dai servizi segreti polacchi.
E sembra che ora – pari pari – il copione possa ripetersi a breve. Così denuncia, infatti, Lukashenko: “I servizi segreti polacchi e quelli americani stanno preparando una provocazione su larga scala contro la popolazione civile della Polonia, per incolpare Russia e Bielorussia”.
Vero? Falso? Speriamo che il grande Hersh drizzi le antenne!
A seguire vi proponiamo una serie di articoli e inchieste per leggere meglio la complessa situazione geopolitica, sempre più incandescente.
Per capire i motivi del conflitto, ecco un reportage della ‘Voce’ pubblicato il giorno stesso dell’inizio, nel quale si faceva riferimento ad un esplosivo documento inedito (fino a 5 anni prima top secret), scovato e pubblicato da ‘Der Spiegel’. Ecco il titolo della nostra cover story del 23 febbraio 2022
Per illustrare ancora quei motivi sempre nascosti dal maistream e dai media di regime, cloroformizzati e genuflessi davanti agli Usa, ecco ancora un’analisi firmata da Gianandrea Gaiani(animatore dell’ottimo sito ‘AnalisiDifesa’), pubblicata il 24 febbraio da ‘La Nuova Bussola Quotidiana’ e titolata
Ucraina, due anni dopo – Due illusioni e un inganno di una guerra di propaganda.
Sempre ‘La Nuova Bussola Quotidiana’ mette in rete un altro stimolante intervento di Eugenio Capozzi, Ucraina, due anni dopo – La guerra eterna che l’Occidente dovrebbe evitare nel proprio interesse.
Quindi, dal sempre interessante e soprattutto documentato ‘Piccole Note’,
Navalny e Imran Kahn, dissidenti a confronto.
Poi, da ‘Contropiano’, Guerra reale e ‘truppe da esposizione, del 24 febbraio.
Infine, uno sguardo dagli Usa sugli Usa, pubblicato dall’ottimo ‘Responsible Statecraft’, Biden wants to put the US on permanent war footing.
Buone letture
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