MARCO PANTANI / LE TANTE ‘MORTI’ DEL CAMPIONE IN 20 ANNI

A 20 anni esatti da quel tragico San Valentino 2004 il nostro più grande campione di ciclismo, Marco Pantani, sta per essere ucciso ancora una volta.

La procura di Rimini, stando alle ultimissime, è sul punto di archiviare la terza inchiesta sulla sua morte partita dall’ennesima richiesta dei familiari e soprattutto della madre, Tonina Belletti, da sempre convinta che suo figlio è stato ammazzato e non si sia ‘suicidato’ con coca e farmaci come hanno invece sempre sostenuto gli inquirenti che si sono succeduti nel corso degli anni.

E’ questione di giorni, forse di ore, infatti, perché il procuratore di Rimini Elisabetta Melotti e il sostituto Luca Bertuzzi chiedano all’ufficio del gip di archiviare il caso perché, a loro parere, nel corso delle indagini non sarebbero emersi nuovi elementi in grado di corroborare la pista dell’omicidio.

L’avvocato Fiorenzo Alessi

Sconsolato il legale della famiglia, l’ultimo di una serie, Fiorenzo Alessi: “Se e quando arriva la richiesta di archiviazione ne valuteremo le motivazioni e decideremo se verrà la pena di fare opposizione”.

Se non una resa, quasi.

E aggiunge: “A quanto sappiamo, in questi mesi la Procura ha indagato a fondo seguendo anche i nuovi elementi e le nuove tracce che abbiamo fornito per conto della famiglia Pantani”. Ma niente.

Secondo quanto filtra, le nuove indagini non avrebbero portato ad alcun risultato concreto; né qualcosa di significativo sarebbe emerso dai nomi di nuovi testi e conoscenti di Marco indicati dalla madre Tonina.

Ma la questione alta come un grattacielo è ben altra: la mole di prove, fatti, documenti, verbalizzazioni è così gigantesca e chiara che solo chi è cieco (o altro) può non vedere, valutare e tenerne conto.

Partiamo da uno degli episodi più clamorosi, tra gli ultimi. La Commissione Parlamentare Antimafia sul caso Pantani ha terminato i suoi lavori (una volta tanto svolti in modo abbastanza valido, al contrario di quanto è storicamente successo con le Commissioni più insabbiatrici che altro) poco più di un anno fa, a dicembre 2022, ascoltando, tra l’altro, anche il procuratore Melotti. Ma soprattutto le parole, in audizione, di Fabio Miradossa, il ‘pusher’ che aveva procurato la coca al campione. Eccole: “Marco Pantani è stato ucciso perché era perennemente alla ricerca della verità su Madonna di Campiglio”.

Fabio Miradossa

Ossia la verità su quel tragico Giro d’Italia del 1999 costato la prima ‘morte’ del nostro grande ciclista: squalificato per doping, delegittimato, gettato nella polvere, per una combine organizzata dalla camorra, che aveva scommesso enormi cifre sulla sconfitta del ‘Pirata’, il quale “non doveva arrivare all’ultima tappa di Milano”.

Clamorosa circostanza addirittura confermata da una serie di collaboratori di giustizia che hanno verbalizzato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Ma delle quali gli inquirenti se ne sono altamente fregati.

Come di tutta la montagna di anomalie, addirittura oltre 100, come le ha raccolte e dettagliate il legale ‘storico’ di Marco, il bolognese Antonio De Rensis, anni spesi a raccogliere da vero 007 uno sconfinato materiale probatorio. Sia sul fronte di quel Giro taroccato e condizionato pesantemente dalla malavita organizzata partenopea, sia sul versante della tragica fine di Pantani appunto 20 anni fa al residence ‘Le Rose’ di Rimini.

Sul primo, basti solo pensare alle pressioni esercitate da uomini dei clan sui componenti dell’equipe medica chiamata a pronunciarsi sui prelievi effettuati dopo la tappa a Madonna di Campiglio e alla tragica fine, avvolta nel mistero, del suo capo, l’olandese Wim Jeremiasse, finito con la sua auto, mesi dopo, in un lago ghiacciato austriaco, il Weissensee.

L’avvocato Antonio De Rensis

Sul secondo, a tutto quanto è successo nei giorni precedenti l’omicidio (lo ribadiamo per l’ennesima volta) di Marco e soprattutto nelle ultime ore (con la richiesta di aiuto al centralino del residence), fino alla ‘scena del crimine’ che parla da sola: mobili e oggetti fracassati, segni di lesioni e trascinamento del corpo, alcune palline di pane & coca rinvenute (a significare che Pantani fu costretto a ingurgitarne per simulare il suicidio), insomma di tutto e di più affinchè anche un pivello alle prime armi potesse battere con sicurezza la pista dell’omicidio.

Di camorra.

Non vogliamo portarla per le lunghe.

Ma solo invitarvi a spulciare nell’archivio della Voce, per leggere alcune fra le tante inchieste scritte in questi anni. Troverete elementi a iosa per capire cosa è veramente successo nel 1999 a Madonna di Campiglio e dopo 5 anni, giorno di San Valentino, quel tragico 14 febbraio 2004 a Rimini.

Dovete solo andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page e digitare MARCO PANTANI

Per conservare la MEMORIA calpestata di Marco, e capire come per 20 anni sia stato ucciso da quella che da noi si chiama GIUSTIZIA: spesso e volentieri trasformata in un PATIBOLO per chi cerca solo la Verità


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento