Non solo corrotta per il ‘Pfizergate’, come abbiamo diverse volte denunciato e più avanti vi rammentiamo di nuovo; ma anche profondamente ignorante, la presidente della Commissione UEUrsula von der Leyen, protagonista di una epica gaffe in occasione della Giornata Mondiale della Memoria, anzi di due falsi storici da far correre i brividi lungo la schiena.
Ecco i fatti.
Sabato 26, sul sito della Commissione vengono riportate le parole appena pronunciate da von der Leyen. Eccole nella versione originale: “On 27 january 1945, the Allied Forces liberated the concentration death camp of Auschwitz-Birkenau”, ossia “Il 27 gennaio 1945, le Forze Alleate liberarono il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau”.
Apriti cielo, in rete cominciano a fioccare prima i trasalimenti, poi le proteste.
Dà il via un tweet che diventa subito virale, firmato ChanzGardiner (dal nome del mitico Peter Sellers nel memorabile ‘Oltre il giardino’) e perciò molto asettico: “La Commissaria UE scrive che gli alleati liberarono Auschwitz, mentre fu la 322° divisione fucilieri, la 107° divisione di fanteria, la 100° di fanteria e la 60° armata dell’Armata Rossa a liberare il campo di concentramento di Auschwitz il 27 gennaio 1945”.
Per la serie: i russi, non gli americani (più alleati).
Non è certo finita qui. Perché l’ineffabile von der Leyen riesce nella strabiliante impresa di beccare addirittura due piccioni con una fava, visto che fa incavolare pesantemente le autorità di un paese amico e alleato fedele come la Polonia.
Ecco cosa dettaglia in una nota del 28 gennaio l’Associated Press: “La Polonia denuncia la svista in una nota della Commissione UE che erroneamente fa intendere che il campo di concentramento ad Auschwitz era polacco. Il post di Ursula von der Leyen su X, l’ex Twitter, è stato corretto domenica precisando che Auschwitz è stata realizzata dalla Germania nazista”.
Precisa il dispaccio della celebre Agenzia di stampa americana: “nel post (il primo, ndr), von der Leyen e altri capi dell’Unione europea rendono un tributo alle vittime dell’Olocausto, facendo i nomi di alcune vittime. In un testo aggiuntivo precisano i loro nomi, i luoghi delle morti e la data; e Auschwitz è descritta come ‘Polonia’”.
Ecco il pezzo originale:
Poland protests error in a social media post by EU chief suggesting Auschwitz death camp was Polish.
Un’altra chicca. Nella stessa nota già passata alla storia viene sottolineata l’importanza di dar la caccia alle fake news, a tutte le ‘disinformazioni’ messe in giro dal nemico russo. Da autentiche facce di bronzo.
Un leit motiv, quello della caccia alle fake news altrui senza osservare quel che succede a casa propria, che ricorre spesso nelle ovattate stanze della Commissione.
Come era successo, per fare un solo esempio, quasi un anno fa, il 9 febbraio 2023.
Così veniva sottolineato nella newsletter ‘EUvsDisinfo’ della task force del ‘Servizio di azione esterna’ della UE (SEAE) contro la disinformazione: “I media pro-Cremlino continuano a diffondere fake news sull’Europa e il suo sostegno all’Ucraina. I siti russi accusano la UE di essere ‘nazista’ e per questo chi supporta Kiev è ‘nazista’”.
Precisa l’agenzia d’informazioni SIR: “In particolare i media russi ‘accusano gli alleati di aver sostenuto i nazisti nella seconda guerra mondiale’. E ancora, il presidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev ha diffuso la fake news sul vertice UE-Ucraina e ‘ha etichettato i presidenti Zelensky e von der Leyen come paziente e medico in un reparto per la tossicodipendenza e ha paragonato l’Europa al medico nazista Josef Mendele con un piano per distruggere l’Ucraina’”.
Passiamo infine alle maxi corruzioni griffate Ursula von der Leyen, sulle quali la Voce ha spesso puntato i riflettori.
Più volte, in modo totalmente criminale, la Commissione UE ha messo in guardia i cittadini europei dalle fake news di marca No Vax sui vaccini, occultando & negando quella marea montante (da quando sono iniziate le campagne vaccinali) di ‘effetti avversi’ che colpisce soprattutto il sistema cardiocircolatorio (con pericarditi, miocarditi, ictus, trombosi e infarti) ma non solo, visto che sono in esponenziale aumento, solo per fare un altro esempio lampante, le patologie tumorali.
Ma veniamo al vergognoso versante della corruzione.
Che tira in ballo il terzo dei maxi contratti da ben 71 miliardi di euro – certo non noccioline – stipulati dalla UE per l’acquisto delle ‘miracolose’ dosi di vaccini griffati ‘Pfizer’, la star di Big Pharma che per prima ha tagliato lo storico traguardo nella produzione del suo siero a mRNA, il più pericoloso perché interviene direttamente sui nostri geni.
Ebbene, del terzo di quei contratti – il più pingue, da 31 miliardi di euro – si sono letteralmente perse le tracce. Sparito, scomparso, volatilizzato.
Lo hanno (o avrebbero, a questo punto) sottoscritto Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla (dal canto suo in affari con il marito della super commissaria UE, ossia Heiko von der Leyen), via sms, il messaggino vocale che però non si trova più, ‘desaparecido’. I due compagni di grosse merende sono stati più volte convocati dalla Commissione d’inchiesta sui vaccini istituita più di un anno fa per volontà dello stesso parlamento europeo.
Sforzi del tutto vani, perché sia von der Leyen che Bourla se ne sono altamente fregati di quella convocazione. Il secondo, in sua vece, ha inviato la responsabile per i mercati esteri di Pfizer, Janine Small, che ha praticamente fatto scena muta. Una serie di ‘non so’, ‘non ricordo’, ‘non era di mia competenza’, al massimo un risicato “beh, tenete conto che eravamo in piena emergenza”. In sostanza, nessuna risposta alle due domande-base poste dai commissari UE, vale a dire su quei contratti fantasma e sull’efficacia e, soprattutto, sulla sicurezza dei vaccini Pfizer.
Sbigottito il componente finlandese della Commissione d’inchiesta che ha così sbottato: “Siamo davanti al più grande scandalo da quanto è nata l’Unione europea”.
Lady von der Leyen, però, fa spallucce. E fino ad oggi con successo è riuscita ad ‘insabbiare’ i lavori della meritoria Commissione che, di tutta evidenza, ha le ‘armi’ spuntate ed è nell’impossibilità di fare più di tanto.
Lei, invece, le sue armi le affila con gran cura. Sta preparando da mesi il terreno per il prossimo futuro: la riconferma alla super poltrona di presidente della strategica Commissione UE. In alternativa, ci può essere un altro scranno da non poco: quello di Segretario generale della NATO, visto che l’attuale numero uno, il norvegese Jens Stoltenberg, dopo ben due riconferme, non è più eleggibile; quindi possibile disco verde (o meglio, a stelle e strisce) per lady Ursula, già esperta nella materia, dal momento che ha ricoperto undici anni fa, nel 2013, l’incarico di ministro della Difesa nell’esecutivo tedesco, oggi più che mai schierato sul fronte anti Cremlino.
E visto il suo pedigree tutto corruzione & ignoranza, può continuare davvero a puntare sempre più in alto.
Cin cin o, per i teutonici, Prost!
P.S. Vi rammentiamo come al solito che se volete rileggere articoli e inchieste della Voce sui personaggi citati nel pezzo, basta andare alla casella CERCA, in alto a destra della nostra home page, e quindi digitare il nome e cognome di chi vi interessa: ad esempio, URSULA VON DER LEYEN oALBERT BOURLA, per ritrovarne delle belle in questi 4 anni di pandemia.
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