Adesso arriva ad ammetterlo perfino l’ultramoderato responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell: il governo israeliano ha finanziato e da anni finanzia Hamas.
L’ha appena affermato in Spagna, in occasione del conferimento della laurea honoris causaall’Università di Valladolid.
Ecco le sue clamorose, precise parole: “Hamas è stato finanziato dal governo israeliano nel tentativo di indebolire l’Autorità Palestinese”, guidata da Abu Mazen, negli ultimi anni ‘sparito’ dalla scena politica e mediatica per far posto al quanto meno controverso Hamas.
E poi: “L’unica soluzione è creare due Stati che condividano la terra per la quale i palestinesi muoiono da cento anni”, parole che pesano come macigni.
Ancora, secondo Borrell, “tale soluzione deve essere imposta dall’esterno”, e soprattutto, of course, da USA e UE.
Più chiari di così…
Parole che risuonano tanto più basilari oggi, perché fanno letteralmente a pugni con le ultime farneticazioni griffate Bibi Netanyahu, il nazista a capo del governo che ha massacrato, dal 7 ottobre ad oggi, oltre 25 mila (cifre ufficiali) palestinesi innocenti nella Striscia di Gaza con il pretesto – incredibile ma tragicamente vero – di voler sradicare dai territori Hamas che sottobanco (ma neanche poi tanto) finanzia.
Ecco le ultime parole del boia di Tel Aviv, contro il quale stanno insorgendo decine di migliaia di israeliani che quotidianamente scendono in piazza: “Mai uno Stato palestinese, né mai alcuna sovranità all’Autorità Palestinese, perché ciò stride con la sicurezza di Israele”.
E aggiunge, tanto per far capire meglio il criminale progetto: “Israele deve mantenere il controllo della sicurezza nella Striscia per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia, e questo è in conflitto con la richiesta di sovranità palestinese sotto la guida dell’ANP”.
Infine la ciliegina sulla torta: “La nostra è una posizione coerente da anni”.
Certo coerente con quanto aveva dichiarato – lo stesso attuale premier corrotto e assassino – a metà 2019 nel corso di una convention del suo partito, il fascista e ultraconservatore Likud (che però ora si sta spaccando a metà): “Chiunque voglia impedire la creazione di uno Stato palestinese deve sostenere il rafforzamento di Hamas”.
Parole chiare, inequivocabili, che non lasciano spazio ad alcun dubbio circa la precisa volontà dei vertici israeliani di voler spalleggiare a tutti i costi Hamas, pur di contrastare la sempre moderata Autorità Palestinese, nata sulle ceneri della un tempo famosa OLP, storicamente guidata da Yasser Arafat, ossia l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
Del resto il ‘New York Times’, proprio l’8 ottobre 2023, ossia il giorno dopo la strage organizzata da Hamas, a botta calda raccontava: “Israele ha consentito a valigie contenenti milioni di contanti del Qatar di entrare a Gaza attraverso i suoi valichi fin dal 2018”.
Non da poco.
Infine, le parole appena pronunciate dal fino ad oggi inascoltato (così come Papa Francesco) Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterrez: “E’ inaccettabile il rifiuto israeliano della soluzione di due Stati e la negazione del diritto ad uno Stato per il popolo palestinese. Ciò prolungherebbe indefinitamente il conflitto che è diventato una minaccia per la pace e la sicurezza globale, esacerberebbe la polarizzazione e incoraggerebbe gli estremisti ovunque”.
Altre parole che lasciano il segno.
Per illustrare meglio la situazione e, soprattutto, per chiarire meglio il ruolo giocato dai vertici di Tel Aviv nel favorire e alimentare la crescita del ‘nemico’ (sic), Hamas, vi proponiamo la lettura di alcuni articoli. Attenti alla cronologia, proprio perché alcuni pezzi sono di alcuni anni fa e vanno alla scoperta – in tempi non sospetti – delle vere origini e lo sviluppo di Hamas. Per i pezzi esteri, nel caso, dovrete azionare il traduttore automatico.
Partiamo da un articolo di poche ore fa, pubblicato da ‘Politico’, circa l’esplosiva esternazione di Borrell:
EU’s top diplomat accuses Israel of funding Hamas.
Poi un documentatissimo pezzo firmato il 21 gennaio scorso da Fabrizio Gatti per ‘Today’, ossia
Soldi ad Hamas, lotta ai moderati: 7 errori di Israele hanno acceso il terrorismo nel mondo.
Quindi, un reportage pubblicato appena dopo la strage del 7 ottobre dal certo insospettabile ‘The Times of Israel’ e titolato
For years, Netanyahu propped up Hamas. Now it’s blown up in our faces.
Ancora, un intervento datato 14 novembre 2019 e firmato da Umberto De Giovannangeli:
Gaza, il ‘matrimonio d’interesse’ tra Netanyahu e Hamas.
Infine, un emozionate (anche per l’assordante sottofondo) pezzo comparso il 19 febbraio dell’ormai lontano 2018 e pubblicato dall’ottimo sito di contro-informazione ‘The Intercept’:
Blowback: how Israel went from helping create Hamas to bombing it.
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