Esistesse un concorso che laurea in simpatia, sarebbe molto improbabile l’incoronazione di Vincenzo De Luca, che fa poco o niente per catturare l’empatia popolare, dei media, della politica ‘piaciosa’. Cambierebbe tutto se il giudizio sul presidente della Campania scaturisse dal prevalere della sostanza sulla forma, dell’essere sull’apparire. De Luca non ha rivali nell’uso della sfrontata esternazione di sentenze contro nemici e amici della partitocrazia colpevolmente autoreferenziale, inconcludente, farraginosa, incompetente. Dicono di lui, salernitano doc, che ha dato lustro alla sua città e che se non gli fosse riconosciuto il diritto a un terzo mandato di governatore, potrebbe trasferire su Napoli, nel ruolo di primo cittadino, l’autorevolezza istituzionale acquisita, con sicuro vantaggio per l’auspicato ‘Rinascimento’ della città. Della grinta non fine a sé stessa di De Luca è tardivamente consapevole il media system che, con inedita frequenza gli dà voce. L’ultima performance politico-televisiva dell’anomalo affiliato al caleidoscopico Dem, soggetto eterogeneo del centrosinistra, è un caso unico, raro, senza precedenti, di sfida diretta alla destra di governo, a un suo ministro. De Luca, fiume in piena, contro Fitto: “Pronti a denunciarlo, si deve dimettere. Ministro (per gli affari europei) con delega per il Mezzogiorno del Paese, è incompetente, evanescente e nemico del Sud pur essendo meridionale. Lo denunceremo alla giustizia amministrativa per atti di omissione rispetto a procedimenti che vengono strumentalmente bloccati con un danno immenso per la comunità campana, per la sua economia e per interventi di assoluta urgenza. Nell’ambito del Pnrr, Fitto ha tagliato 350 case di comunità, 1.800 posti letto in terapia intensiva, ha rinviato di due anni l’acquisto di strumenti moderni per la sanità italiana, ecografi, mammografi, risonanze magnetiche. È un delitto nei confronti della sanità nazionale e in particolare degli ospedali dell’area meridionale”. Fitto finge di non aver sentito e tace, De Luca condisce così le accuse: “Il ministro è una calamità per il Sud. Sono fermi a Roma, da diciotto mesi, sei miliardi dei fondi per lo sviluppo. Chiederemo le dimissioni di Fitto e intanto lo sfido per un confronto pubblico. Il 22 gennaio partirà la denuncia per omissione di atti d’ufficio e inadempienza dell’ultimatum del 20 gennaio fissato dalla Regione per sbloccare le risorse disponibili”. De Luca auspica che i parlamentari del Sud si sveglino e non siano totalmente assorbiti dall’impegno per le imminenti scadenze elettorali. Sullo sfondo: come si concluderà il braccio di ferro di De Luca con il Pd? Elly Schlein è contro il terzo mandato, il presidente della Campania ribatte che a decidere devono essere i cittadini e cita il caso di Zaia, governatore del Veneto che la Lega confermerebbe addirittura per il quarto mandato. Per sé, pronostica rielezioni a vita.
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