GIULIO TARRO / UNA GRANDE RICERCA SUI ‘MICOPLASMI’ APPENA PUBBLICATA DAL ‘BRITISH JOURNAL’

Inizio d’anno col botto per Giulio Tarro, l’allievo prediletto di Albert Sabin che scoprì l’antipolio.

L’autorevole ‘British Journal of Healthcare and Medical Research’’ – costola del prestigioso British Medical Journal (BMJ), infatti, ha appena pubblicato una sua ricerca su un tema molto delicato e strategico, visto che parte dalla polmonite (soprattutto nei bambini), affronta il tema degli antibiotici e punta i riflettori sui ‘micoplasmi’, che possono svolgere un ruolo significativo – scrive Tarro – come “co-fattori per la progressione dell’infezione da HIV e rappresentare una delle principali armi di potenziali guerre batteriologiche”. ‘Mycoplasmas and Mycoplasmosys’ è il titolo dello studio.

Quelle ‘biologic wars’ studiate con attenzione nei laboratori dell’Istituto di Virologia a Wuhan, abbondantemente finanziati con i fondi del ‘National Institute of Allergy and Infectiouse Deseases’ (NIAID) guidato a vita (dal 1984 al 2022) dal super virologo che ha affiancato ben 7 presidenti Usa, Anthony Fauci. Oggi sotto inchiesta, Fauci, proprio per il ‘Wuhan Cover-Up’, come si intitola un possente libro-j’accuse appena firmato da Robert Kennedy junior (a novembre 2021 era uscito ‘The Real Anthony Fauci’).

 

I due recenti libri di Giulio Tarro, che vediamo nella foto in alto

Ma torniamo a Tarro.

Che proprio come il figlio di Robert e nipote di John Fitzgerald (e candidato indipendente per le presidenziali di fine 2024), ha scritto due libri che tutti dovrebbero leggere su Covid & Vaccini. Il primo, ‘Covid 19 – Il virus della paura’, uscito a giugno 2020, aveva subito acceso i riflettori sulla politica di contrasto (sic) alla pandemia tutta ‘Tachipirina e Vigile Attesa’, negando addirittura cure e farmaci che pure esistevano, come idrossiclorochina e invermectina; inoltre, già illustrando quel meccanismo della paura da inculcare in tutti i cittadini per far passare lockdown e, soprattutto, l’obbligo vaccinale.

Obbligo a ricevere ‘prodotti’ ancora totalmente sperimentali, poco efficaci e, soprattutto, insicuri, come Tarro ampiamente documenta nel secondo libro, ‘Covid 19 – La fine di un incubo’, uscito a giugno 2022, in cui vengono illustrati i tanti ‘effetti avversi’, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio, ma non solo, visto che sono sensibilmente cresciute le patologie tumorali da quando sono iniziate le campagne vaccinali.

E Tarro, inoltre, propone l’uso, per chi deve sottoporsi al vaccino, di specifici ‘test genetici’, in grado di verificare se l’organismo può sopportare l’impatto dei sieri, soprattutto a mRNA, come quelli messi in commercio da ‘Pfizer’ e Moderna’. Ma ovviamente, sia la politica che la ‘scienza’ (sic) di casa nostra, allineate e coperte per ‘tutelare’ gli interessi miliardari di Big Pharma, se ne sono altamente fregate…

Un’altra nota, prima di passare alla lettura del testo pubblicato dal British Journal.

Come più volte ha ricordato la ‘Voce’, l’autorevole rivista scientifica britannica BMJ ha pubblicato diversi reportage scientifici al ‘calor bianco’,

Il primo, a fine agosto 2020, sulla più che anomala autorizzazione firmata dalla statunitense ‘Food and Drug Administration’ (FDA) per i due prodotti griffati Pfizer e Moderna, bypassando tempi e regole: basti solo pensare che i ‘trials’, le sperimentazioni, sarebbero dovute terminare… ieri, il 31 dicembre 2023!

Peter Doshi

Il secondo, a gennaio 2021, firmato dal coeditore e direttore scientifico Peter Doshi, proprio sull’efficacia di quei prodotti anti covid: per niente il tanto sbandierato 93-94 per cento, invece nemmeno il 20 per cento.

Il terzo, nell’estate 2021, su ‘non sicurezza’ dei sieri, grazie ad una intervista-scoop con la responsabile, per alcuni mesi, di quei trials negli Usa. E ormai da mesi sono sotto gli occhi di tutti – ma totalmente ignorati dal mainstream e dai cloroformizzati media di casa nostra – quei sempre più numerosi, e devastanti, ‘effetti avversi’

Ed ha un altro grosso merito, sempre il British Journal: aver pubblicato, proprio in questi quasi 4 anni bollenti di covid & vaccini, numerosissime ricerche firmate proprio da Tarro. La bellezza di 9 nel giro di poco più di un anno (primavera 2022-estate 2023), da autentico guinness dei primati: quando le virostar che hanno imperversato e straparlato per mesi e mesi nei talk e nei salottini tivvù non brillano certo per le pubblicazioni scientifiche, al massimo su qualche gazzettino sanitario regionale…

Potete rileggerle tutte andando alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page: basta digitare GIULIO TARRO oppure BRITISH MEDICAL JOURNAL per ritrovarle. Così come, del resto, potete fare per leggere quanto pubblicato dalla Voce in questi anni di pandemia sugli altri personaggi o sigle citate nel pezzo: da Anthony Fauci a Robert Kennedy, dalla Food and Drug Administration a Pfizer o Moderna oppure al NIAID. Per tutti i gusti. (A. C.)

 

 

Micoplasmi e micoplasmosi

   Di Giulio Tarro

T.&L. Fondazione Bonelli per la Ricerca sul Cancro de Beaumont, Napoli

 

 

ASTRATTO

L’articolo sottolinea l’importanza dei micoplasmi nel decorso della polmonite soprattutto nei bambini. I micoplasmi costituiscono una classe distinta dai batteri poiché sono privi di parete cellulare. Esiste un elenco dei principali micoplasmi patogeni per l’uomo con particolare attenzione al Mycoplasma pneumoniae. L’utilizzo della reazione a catena della polimerasi (PCR) è fondamentale per la diagnosi sierologica. La storia clinica è per lo più favorevole ad un pronto recupero. Poi ci sono problemi riguardanti i trattamenti antibiotici a lungo termine. Vengono riportati studi molto importanti sull’ipotesi che i micoplasmi potrebbero fungere da cofattori per la progressione dell’infezione da HIV e rappresentare una delle principali armi di potenziali guerre batteriologiche. Il genoma trasferito può creare la vita in un nuovo microbo e apre orizzonti più ampi per la ricerca scientifica.

 

INTRODUZIONE

Con l’ondata di polmoniti tra i bambini tornano i presunti studiosi di medicina. Ecco cos’è veramente il Mycoplasma Pneumoniae, studiato fin dagli anni ’60, e tutto quello che c’è da sapere al di là delle dannose generalizzazioni. Attenzione ai trattamenti antibiotici prolungati: possono essere più dannosi che utili.

Nel nostro Bel Paese, l’Italia, sono tanti i lombrichi, soprattutto a livello delle nostre istituzioni, che da un giorno all’altro si proclamano esperti conoscitori di qualche argomento culturale che non conoscono, se non per sentito dire, e si esprimono come esperti.

Purtroppo questa situazione si verifica da un giorno all’altro e i nuovi “relatori” parlano come esperti a cui fare riferimento, senza tenere conto di chi ha vissuto realmente il problema, fornendo anche un contributo scientifico che rientra nell’informazione e/o riconosciuto pubblicazioni.

L’ultimo argomento di conoscenza epidemiologica riguarda i Micoplasmi. Il Prof. Paolo Altucci (Emerito di Medicina Interna 2° Università di Napoli), e il sottoscritto Giulio Tarro (Primario Emerito dell’Ospedale D. Cotugno), già nel 1964 avevano pubblicato alcune nostre osservazioni sulle pneumopatie causate da Mycoplasma pneumoniae (Mp, tutti chiamati PPLO o Organismo simile alla pleuropolmonite). Con quegli studi avevamo, da un lato, impostato un quadro nosologico, clinico e patogenetico della malattia e dall’altro abbiamo provveduto alla validazione delle principali tecniche diagnostiche (tra cui, importante, quella per la coltura degli agenti responsabili su mezzi acellulari) (1).

 

METODI

I micoplasmi costituiscono una classe sui generis, distinguendosi dai batteri anche perché (unico tra i procarioti) sono privi di parete cellulare, ma sono dotati di membrana lipoproteica trilaminare, ricca di steroli.

Vengono elencati i principali micoplasmi patogeni per l’uomo (2).

Mycoplasma pneumoniae: Causa certa di polmonite, asma, malattie delle vie respiratorie (superiori e inferiori) (3-6).

Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum: questi micoplasmi sono presenti nell’apparato urogenitale anche di persone sane. Sono però anche: causa certa di malattie del tratto urogenitale negli adulti, di infezioni respiratorie neonatali e di infezioni opportunistiche nell’ospite compromesso.

Mycoplasma fermentans: è stato ipotizzato un ruolo in alcune artriti, nella Sindrome della Guerra del Golfo (una sindrome fibromialgica con dolore e rigidità).

Mycoplasma genitalium: ruolo ipotizzato in alcune artriti, nelle uretriti croniche non gonococciche e nelle infezioni urogenitali che causano sterilità.

Mycoplasma salivarium: causa certa di gengiviti, malattie parodontali e carie, sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare, infezioni agli occhi e otiti.

 

Infezioni da Mycoplasma pneumoniae

L’ampio spettro di manifestazioni cliniche legate all’infezione da MP è generalmente limitato al sistema respiratorio, con quadri clinicamente indistinguibili da quelli sostenuti da molti virus respiratori. La polmonite si osserva solo in una minoranza di infezioni da MP (5-30%). È in parte legata all’età dei pazienti, in quanto si manifesta soprattutto tra i 5 ed i 14 anni anche se, in un’ampia casistica nordamericana (Seattle), sono colpiti prevalentemente anche soggetti fino a 30 -40 anni. La frequenza delle infezioni è, però, del tutto indipendente dall’età. Documenta la possibilità che M. pneumoniae e virus diano origine a foci broncopnemonici essudativi con estensione segmentale, plurisegmentale e anche lobare.

Le polmoniti interstiziali clinicamente indistinguibili possono essere causate (oltre ai virus Coxiellae) da:

  • Chlamydia trachomatis (nei neonati e nei lattanti)
  • Chlamydia pneumoniae (agente TWAR) (epidemiologia e clinica completamente simili a quelli di M. pneumoniae). Ma anche da batteri:
  • Legionella pneumophila (e altre Legionelle) soprattutto in età avanzata ed in soggetti con patologia di base (ma forme sporadiche e/oligosintomatiche?)
  • Branhmelle catarrhalis: 20% delle infezioni come la polmonite; raramente con segni di consolidamento
  • Klebsiella ed altri batteri “tradizionali” (forme “decapitate” da terapia antibiotica).

In definitiva, l’approccio clinico-diagnostico è piuttosto complesso e necessita ancora di studi di prevalenza che possano meglio definire, nelle singole situazioni epidemiologiche, la frequenza dei diversi candidati come agenti di polmonite. Fondamentale in questo caso diventa la sierologia, in particolare con l’utilizzo della PCR. (Reazione a catena della polimerasi).

   URL: http://dx.doi.org/10.14738/bjhmr.106.16082.

 

RISULTATI

Durante l’attacco del Mycoplasma si osserva prima la perdita di mobilità delle cellule epiteliali, seguita dall’aggregazione e dal distacco delle ciglia.

Leucociti macrofagi

In questo modo, i micoplasmi non invadono il parenchima polmonare, ma lo attaccano con un sistema molto particolare: il peculiare rapporto che si instaura tra micoplasmi ed epiteliociti consente, infatti, da un lato la protezione del microrganismo contro le difese dell’ospite e dall’altro espone anche le cellule infette a danni immunomediati, con il possibile scatenamento di altre patologie.

È nota, infatti, l’ipotesi che, nella patogenesi della polmonite interstiziale, un ruolo importante sia giocato dalla risposta immunitaria che, nel tentativo di eliminare l’agente patogeno, può danneggiare l’ospite con infiammazioni e lesioni tissutali.

Una volta invasa la cellula ospite, i micoplasmi sopravvivono soprattutto nei leucociti, all’interno dei quali vengono trasportati, con il torrente sanguigno, in tutto l’organismo, diffondendosi ovunque (anche nel SNC, attraverso la barriera ematoencefalica).

Riesaminando la nostra casistica di Pneumopatie, vediamo che il loro decorso è stato per lo più favorevole e con guarigione in tempi relativamente brevi.

Gli autoanticorpi diretti contro i tessuti dell’ospite si trovano spesso in M. p. infezione. Potrebbe trattarsi di modificazioni antigeniche delle cellule infette o, più probabilmente, di reattività crociata degli antigeni del micoplasma con i tessuti ospiti. Le manifestazioni di maggiore interesse sono quelle che interessano il SNC.

Abbiamo già accennato agli stretti rapporti che M. p. si instaura con il sistema immunitario dell’ospite, sebbene molti altri micoplasmi siano stati implicati per la loro capacità di attivare malattie autoimmuni.

Informazioni non meno interessanti provengono dai risultati di ricerche sperimentali sull’artrite in alcune specie animali (7). Riportiamo lo stato attuale delle conoscenze sul possibile ruolo patogeno di questi microrganismi.

 

DISCUSSIONE

Nell’ambito della patologia genito-urinaria maschile (8), l’unica responsabilità eziologica accertata è quella degli Ureaplasmi nel 10-30% delle uretriti non gonococciche e in alcune forme post-gonococciche, mentre ci sarebbe evidenza del ruolo causale di M. hominis in alcuni casi di pielonefrite acuta.

A livello terapeutico, al momento, l’unica indicazione al trattamento chemioantibiotico sono le forme di uretrite non gonococcica clamidia-negativa. Per quanto riguarda la scelta dell’antibiotico, invece, ricordiamo le numerose segnalazioni di resistenza alle tetracicline tra i microbi e all’eritromicina da parte di Ureaplasmi e M. hominis.

C’è poi il problema delle cure antibiotiche a lungo termine (per mesi e anni), che vengono prescritte da alcuni medici a pazienti affetti da artrite, sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia, ecc., nell’ipotesi di un’eziologia micoplasmica.

Il danno di questi trattamenti è certamente maggiore degli ipotetici benefici (9).

Abbiamo raccomandato a questi pazienti di interrompere l’assunzione di antidepressivi e immunosoppressori. Alcuni di questi farmaci vengono utilizzati per alleviare disturbi e sintomi, ma a nostro avviso possono interferire con le terapie e vanno quindi gradualmente ridotti o eliminati.

Il virus dell’Aids

Fu lo stesso Montagnier ad avanzare l’ipotesi che i micoplasmi potessero agire come cofattori, catalizzando la progressione dell’infezione da HIV verso l’AIDS conclamato (10, 11). Inoltre, ipotizzò che l’AIDS potesse addirittura essere nato da una coevoluzione del Mycoplasma dell’HIV, i cui genomi si sarebbero modificati reciprocamente, potenziandone la virulenza (12).

Ma poiché i pigmei dell’Africa centrale cacciano scimmie e scimpanzé fin dalla notte dei tempi, a scatenare l’impressionante virulenza dell’HIV deve necessariamente essere intervenuto un altro fattore biologico sconosciuto. Si ipotizza addirittura che si tratti di un micoplasma geneticamente modificato nei laboratori di guerra biologica (13).

Per le loro peculiari caratteristiche, i micoplasmi sono facilmente suscettibili alla manipolazione genetica, per cui hanno rappresentato una delle principali armi di potenziali guerre batteriologiche (14).

Nei laboratori di Fort Detrick alla creazione di varianti del ceppo Mycoplasma fermentas di particolare virulenza attraverso una mutazione genetica indotta su Brucella abortus mediante l’utilizzo di un virus Visna. La propagazione dell’infezione sarebbe stata garantita dalla creazione di microcristalli poi diffusi nell’atmosfera.

L’analisi delle colonie resistenti alla tetraciclina risultanti dal processo di trasferimento del genoma ha rivelato che il processo di trasferimento del genoma è stato un successo. Il genoma introdotto di M. mycoides era sufficiente per supportare la vita e la replicazione. Questo esperimento dimostra che un genoma sintetizzato artificialmente e trasferito chimicamente può creare la vita in un nuovo microbo e quindi apre nuovi e più ampi orizzonti per la ricerca scientifica.

 

CONLUSIONE

Abbiamo voluto segnalare un aggiornamento dell’argomento “Micoplasmi e Micoplasmosi” già trattato nel recente passato (15). Vengono richiamati i micoplasmi più frequenti nella patologia umana e ribadita l’importanza del test della reazione a catena della polimerasi (PCR) per la loro identificazione. Molto spazio viene dato al M. pneumoniae e alle varie forme patologiche che provoca nelle patologie respiratorie, con le varianti rispetto a quella che veniva chiamata “polmonite atipica primaria”. Viene suggerita anche la possibilità di un’evoluzione cronica, talvolta in fibrosi, di questa malattia.

Vengono menzionati gli altri siti (in particolare il sistema nervoso centrale) in cui M. pneumoniae può essere localizzato e viene menzionato il sistema genito-urinario. per M. hominis e Ureaplasmi.

Infine viene discussa la relazione – almeno adiuvante (vedi M. fermentans) – di questi agenti con l’infezione da HIV.

Infine viene approfondita la conoscenza degli aspetti genetici e di biologia molecolare di questi singolari microrganismi (16).

Vengono approfondite le attuali conoscenze sulla biologia molecolare e sugli aspetti genetici dei micoplasmi e come, per alcuni aspetti, essi siano stati presi in considerazione anche ai fini dell’utilizzo per la guerra batteriologica.

 

Pochi cambiamenti nella vita umana sono stati così profondi come quelli che hanno interessato l’assistenza sanitaria e la virtuale eliminazione di una serie di malattie infettive. La diagnosi precoce e l’applicazione di tecnologie avanzate hanno contribuito ad allungare l’esistenza. Si tratta di utilizzare la medicina non solo per trattare patologie biologiche, ma anche per migliorare le capacità umane, essenzialmente per normalizzare e ottimizzare. Ovviamente la medicina è influenzata dall’economia e dalla politica della società di cui fa parte e ne segue le indicazioni (17, 18).

 

RICONOSCIMENTI

L’autore ringrazia per il sostegno: Fondazione T. & L. De Beaumont Bonelli for Cancer Research. Naples, Italy.

References

  1. Altucci P, Jori GP, Tarro G: Mycoplasma pneumoniae pneumopathy: nosological and clinical framework and first personal observations. Journal of Infectious and Parasitic Diseases 1964; 1:1-41.
  2. Altucci P, Jori GP, LORENZUTTI G, ET AL: Definition of methods for the cultivation of PPLOs in acellular media. Bulletin of the Italian Society of Experimental Biology 1964; 50: 1311-1314.
  3. Clyde WA Jr.: Immunopathology of experimental Mycoplasma pneumoniae disease. Infect Immun 1971; 4:757-763.
  4. Fernald GW: Immunological mechanisms suggested in the association of M. pneumoniae infection and extrapulmonary disease: A review. Yale J Biol Med 1983;56: 481-186.
  5. Catena E, Micillo E, Marzo C, ET AL: Respiratory virosis: etiology and particular clinical manifestations. Proceedings Congr Naz Soc It of Pneumology Nov 1983; 271-275.
  6. Bruzzese L, Boudillon G, Catalano G, ET AL: Pleuropneumopathies with atypical cytology. Relationships with Myc pneumoniae infection. Med Clin Experiment, 1968; 18:485.
  7. Taylor-Robinson D, Thomas BJ, Furr PM, ET AL: The association of Mycoplasma hominis with arthritis. Sex Transm Dis 1983; 10:341-344.
  8. Altucci P, Varone GL, Catalano G, ET AL: Mycoplasmas in human genito-urinary pathology. Path Microbiol, 1971; 37:89.

 

British Journal of Healthcare and Medical Research (BJHMR) Vol 10, numero 6, dicembre 2023

 

 

LEGGI L’ARTICOLO ORIGINALE

Mycoplasmas and Mycoplasmosis


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