SECRETATI I VERBALI UE SUI VACCINI / SCOOP DELL’ADN KRONOS

Abbiamo più volte raccontato la scandalosa story sia delle autorizzazioni che degli acquisti (soprattutto di marca UE) dei primi vaccini anti covid prodotti al mondo, quelli griffati ‘Pfizer’ e‘Moderna’.

Sul primo fronte, illustrando i totalmente anomali ok prima della sempre rigorosa (fino a quel momento) ‘Food and Drug Administration’ (FDA) negli Stati Uniti, e poi dell’European Medicine Agency’ (EMA) a livello europeo e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).  

Ursula von der Leyen con Bourla

Sul secondo fronte, documentando le connection intercorse fra il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, proprio a proposito dei contratti fantasma stipulati dalla UE (per conto di tutti i paesi aderenti) con la star di Big Pharma.

Contratti capestro per le nazioni, e del tutto favorevoli al colosso in pillole.

E finiti sotto la lente d’ingrandimento della ‘Commissione parlamentare d’inchiesta’ su covid & vaccini istituita proprio a Bruxelles sia per far luce sui contratti, che sull’efficacia e sicurezza dei vaccini (o meglio, la ‘non efficacia’ e ‘non sicurezza’ dei vaccini).

La Commissione, a tal proposito, ha convocato von der Leyen e Bourla, i quali – per tutta risposta – se ne sono altamente fregati e hanno disertato ben due richieste di audizione. Il secondo, in sua vece, ha inviato la responsabile dei mercati esteri, Janine Small, che ha fatto praticamente scena muta: nulla dicendo sulle modalità contrattuali e niente illustrando su efficacia e sicurezza dei sieri. Una sequela di ‘non so’, ‘non ricordo’, ‘tenete conto che eravamo in piena emergenza’.

Janine Small

Smemorata come il supervirologo a stelle e strisce negli Usa, Anthony Fauci, interrogato per 6 ore da due procuratori generali americani, della Louisiana e del Missouri, sia sul giallo (cinese) delle origini del covid che sui depistaggi della Casa Bianca sempre su covid & vaccini.

Incredibile ma vero, per tornare in Europa.

Il terzo dei contratti, quello più sostanzioso, da 31 miliardi di euro (per un totale da 70 miliardi tondi tondi, non bruscolini), è stato sottoscritto tra von der Leyen e Bourla via sms, avete letto bene, un messaggino, il quale – addirittura – si è volatilizzato, letteralmente ‘sparito’. Tanto che uno degli sbigottiti commissari UE, quello finlandese, ha esclamato: “Questo è il più grande scandalo nella storia dell’Unione Europea”, cento volte più colossale di quel ‘Qatargate’ tanto strombazzato dal mainstream per settimane e settimane, poi man mano rivelatosi quasi una bolla di sapone; proprio mentre il ‘Pfizergate’ è stato totalmente oscurato dai media, soprattutto quelli, ormai totalmente cloroformizzati, di casa nostra.

Su tutto questo e molto altro abbiamo un paio di giorni fa (il 28 dicembre) pubblicato una cover story, che trovate proprio in apertura del nostro sito, con non pochi spunti da novanta. E, come al solito, vi invitiamo ad andare all’archivio della Voce, digitando nella casella CERCA, che si trova in alto a destra della nostra home page, i nomi dei personaggi (ad esempio Ursula von der Leyen o Albert Bourla) e delle sigle (FDA, EMA, AIFA oppure per esteso) che vi interessano.

Di seguito pubblichiamo integralmente un reportage di vero giornalismo investigativo appena messo in rete dall’Adn Kronos (da luglio scorso diretta da Davide Desario e per anni guidata con grande perizia da Gianmarco Chiocci, ora al timone del TG1) proprio a proposito dei famigerati contratti UE. In modo significativo si intitola “Vaccini Covid, i verbali Ue sono ancora top secret: l’inchiesta”.

Da leggere tutta d’un fiato: fa riflettere non poco.

 

Lo Stering Board

 

 

 

 

Vaccini Covid, i verbali Ue sono ancora top secret: l’inchiesta

 

 

 

L’Adnkronos ha ottenuto 27 verbali del comitato direttivo sui vaccini, ma la stragrande maggioranza sono coperti da omissis

 

 

 

La gestione a livello Ue della campagna di vaccinazione di massa contro la Covid-19, che ha permesso ai cittadini europei di uscire dai lockdown con relativa rapidità, resta coperta da segreto, malgrado venga generalmente annoverata tra i maggiori successi della Commissione di Ursula von der Leyen. Non sono solo i contratti di acquisto siglati dalla Commissione Europea con le case farmaceutiche e i messaggi scambiati dalla presidente con il Ceo di Pfizer Albert Bourla nei primi mesi del 2020 a rimanere coperti: l’Adnkronos ha ottenuto, mediante una regolare richiesta di accesso agli atti, 27 verbali del comitato direttivo sui vaccini, l’organo che, a partire dal 18 giugno 2020, ha coordinato le trattative per l’acquisto e la distribuzione dei farmaci anti-Covid.

Il comitato direttivo (Steering Board) era la sede in cui il team di negoziatori della Commissione si confrontava e coordinava con gli Stati membri, che erano gli acquirenti effettivi dei vaccini (la Commissione siglava degli accordi preliminari quadro di acquisto anticipato, in gergo Apa, Advanced Purchase Agreement). Il comitato era quindi il ‘quartier generale’ dell’Ue per quella che, nel 2021, sarebbe diventata la campagna vaccinale che ha reso il Sars-CoV-2 via via più gestibile, restituendo agli europei la libertà di movimento e di circolazione che era stata fortemente limitata per ragioni di salute pubblica.

L’Adnkronos ha fatto richiesta dei verbali del comitato nell’aprile 2023; dopo qualche trattativa, dovuta al fatto che la quantità di documenti era eccessiva per poter essere gestita dall’ufficio che si occupa delle richieste di accesso ai documenti, l’agenzia ha ottenuto, il 26 maggio 2023, 27 verbali di riunione, dal 18 giugno al 31 dicembre 2020, relativi solamente alle trattative con Pfizer-BionTech, le case che hanno prodotto il vaccino più usato nell’Ue per immunizzare i cittadini. Peccato che i documenti siano coperti, per la stragrande maggioranza dei loro contenuti, da omissis, utilizzati estensivamente, a tappeto, su pagine intere.

La Commissione ha fornito due motivazioni per spiegare l’uso estensivo del segreto: anzitutto, ha spiegato il 26 maggio, i documenti includono “i nomi o le iniziali e i dati di contatto di persone”, tutti dati personali che non possono essere comunicati a terzi per motivi di privacy. In realtà si tratta con ogni probabilità di pubblici funzionari, intenti a prendere decisioni di pubblica rilevanza, che implicano l’utilizzo di soldi dei contribuenti: che abbiano diritto ad un così alto grado di tutela della privacy, mentre erano intenti a svolgere funzioni pubbliche, appare quantomeno dubbio.

Ma la ragione principale, esattamente come per i contratti di acquisto, è che i verbali “includono riferimenti a informazioni commerciali sensibili legate allo sviluppo, alla produzione, riempimento e finitura, consegna dei vaccini contro la Covid-19, come pure informazioni scientifiche sui vaccini, i loro prezzi, le tempistiche di sviluppo…” eccetera. Insomma, la Commissione invoca il segreto commerciale, esattamente come ha fatto per i contratti di acquisto.

Inoltre, la Commissione asserisce, nella sua risposta, di non essere in grado di identificare motivi per cui un “preminente interesse pubblico” debba configurarsi per giustificare la diffusione di tali informazioni, facendo premio sul diritto alla privacy per i pubblici funzionari e sulla tutela del segreto commerciale cui si è impegnata con le case farmaceutiche in questione.

Nei documenti ricevuti tutte le informazioni rilevanti (prezzi dei vaccini, date di consegna, quantità ordinate, questioni relative alla responsabilità giuridica, eccetera) sono state ‘omissate’. Non c’è un singolo verbale, su 27, che non sia stato oscurato elettronicamente per meno della metà del suo contenuto. La stragrande maggioranza è ‘scolorinato’ per almeno l’80%, toccando picchi di comicità involontaria, come nel verbale del 13 agosto, che è composto da due pagine interamente coperte da omissis. Non una singola parola è lasciata in chiaro, a parte il titolo (“Steering Board: incontro del 13 agosto 2020”).

Negli altri verbali, la musica non cambia. A titolo di esempio: il verbale della riunione del 18 giugno, la prima del comitato, è composto da tre pagine, illeggibili per almeno l’80%. Le minute della riunione del 24 luglio occupano 4 pagine, delle quali sono leggibili solo nove righe, anche queste solo in parte, perché inframmezzate da omissis; il verbale del 31 luglio è composto da cinque pagine, tutte coperte da omissis tranne una decina di righe, prive di informazioni rilevanti; nel documento del 17 agosto, tre pagine, si legge solo che “i negoziati continuano con BionTech”. E così via per tutto l’autunno.

Dal verbale del 17 dicembre, cinque pagine largamente coperte da omissis, emerge che non tutti gli Stati membri avevano dato indicazioni su dove consegnare le prime dosi di vaccini il 26 dicembre 2020. La minuta del 31 dicembre 2020 consiste in una pagina sola con relativamente pochi omissis, che riguardano però i dettagli chiave: emerge che la “stragrande maggioranza degli Stati membri” esprime “forte interesse” per acquistare dosi aggiuntive di vaccino e si inizia a discutere della ripartizione delle dosi in eccesso acquistate da alcuni Stati membri.

I problemi con AstraZeneca, che non riuscirà a consegnare all’Ue le dosi che si era impegnata a fornire, diverranno di dominio pubblico nel gennaio 2021.

L’Adnkronos, dopo aver visionato i 27 documenti, a due riprese, il 9 e 16 giugno, ha fatto regolare appello alla Commissione, affinché rivedesse la decisione di ‘omissare’ così pesantemente documenti che sono di evidente pubblico interesse. Il 30 giugno la Commissione ha informato l’Adnkronos di non essere in grado di concludere le “consultazioni interne” relative alla richiesta di revisione della decisione entro la scadenza di legge, il 5 luglio 2023. Scusandosi per il ritardo, ha fissato una nuova scadenza per il 26 luglio.

Il 26 luglio, la Commissione ha informato l’Adnkronos, ripetendo le scuse, di non aver ancora potuto concludere le “consultazioni interne” relative alla richiesta di revisione. Il 30 novembre 2023, quando questa agenzia ha chiesto se l’ufficio avesse concluso le consultazioni interne, ha ricevuto risposta negativa, a causa del “volume molto elevato delle richieste che arrivano ai nostri servizi”. Al 28 dicembre 2023, nessuna ulteriore comunicazione è giunta a questa agenzia. Il 21 settembre scorso l’Ombudsman Ue, Emily O’Reilly, ha stigmatizzato i ritardi “sistemici” della Commissione nella gestione delle richieste di documenti, invitando l’esecutivo Ue a potenziare il servizio.


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