La grande impresa di famiglia l’ha fino adesso fatta franca per la tragedia del Ponte Morandi a Genova?
Evitate manette e sanzioni milionarie?
Bene, tutto ok. Siete stati bravi, bravissimi.
A tal punto che oggi il rampollo di famiglia, Alessandro Benetton, riceve nientemeno che dalle mani del Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterrez, il prestigioso Premio UNCA come ‘Global Advocate of the Year 2023’ nel corso di una sontuosa celebrazione che si è appena svolta a ‘Casa Cipriani’ di New York.
Non basta, perché una ciliegia tira l’altra.
Dalle motivazioni del premio, infatti, veniamo a saperne una grossa e alta come un grattacielo: ossia che una società che fa capo alla dinasty, ‘Mundys’, ha ricevuto dal ‘World Economic Forum’ (WEF) “la leadership del tavolo per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo a livello internazionale”.
Ai confini della realtà.
Riavvolgiamo il nastro e vediamo le tessere del mosaico. Una breve ricostruzione che si concluderà con le amare parole pronunciate da Egle Possetti, presidente del ‘Comitato Vittime Ponte Morandi’, allibita alla notizia choc.
UN GRAZIE A ‘VANITY FAIR’
Per farlo, ci affidiamo alla patinata e fresca story pubblicata il 18 dicembre dal magazine ‘Vanity Fair’ (e firmato ‘Redazione Fashion’), re del gossip e stavolta molto utile per capire quanto è incredibilmente successo, addirittura sotto l’egida delle Nazioni Unite. E tramite un sicuramente inconsapevole Guterrez che in queste settimane sta lottando in quasi perfetta solitudine (solo Papa Francesco alza la sua voce ancora più forte) per un cessate il fuoco a Gaza, accusando senza mezzi termini di genocidio il governo di Tel Aviv.
Evidentemente distratto da quelle immani preoccupazioni, anche il Segretario del Palazzo di Vetro può prendere un gigantesco granchio senza neanche accorgersene.
Eccoci, quindi, alle frasi griffate Vanity Fair: “L’UNCA, Associazione dei corrispondenti presso le Nazioni Unite, ha assegnato ad Alessandro Benetton il premio come Global Advocate of the Year 2023. L’evento di premiazione, avvenuto a New York, ha visto tra i protagonisti Sharon Stone, scelta come Global Citizen of the Year, e Sofia Carlson (ambasciatrice Onu, ndr), Global Advocate of the Year”.
Il riconoscimento, precisa il magazine, viene ogni anno assegnato a “personalità di alto profilo che lavorano su soluzioni a questioni globali come la risoluzione dei conflitti, aiuti umanitari, controllo delle malattie e cambiamenti climatici”.
Sembrano, pari pari, gli obiettivi più volte indicati dal miliardario-filantropo Bill Gates, e di quel ‘Great Reset’ messo a punto per il Nostro Prossimo Futuro proprio dalle Menti del WEF, fondato e animato dal banchiere tedesco filo-nazi Klaus Schwab.
Il reportage di Vanity Fair, nel rimarcare le motivazioni del premio, sottolinea i grandi meriti di Benetton junior, la sua “dedizione e leadership nella promozione di politiche sostenibili in qualità di Presidente di Edizioni spa, una delle principali holding industriali europee”. E poi, nel “promuovere la cultura dei principi ESG delle Nazioni Unite all’interno di un portafoglio di attività che impiega oltre 70 mila persone e che spazia in tutto il mondo, dalle infrastrutture per la mobilità con Mundys al food retail (Avolta), dall’abbigliamento (United Colors) all’agricoltura, al digitale, raccogliendo la sfida di uno sviluppo che non generi diseguaglianza, ma sia equamente distribuito tra donne e uomini, e generazioni”.
Ancora una stella al merito. “Il premio è il riconoscimento all’approccio strategico che Alessandro Benetton ha realizzato negli anni applicando gli insegnamenti ricevuti ad Harvard da Michael Porter nelle attività di 21Invest, gruppo europeo di investimenti da lui fondato nel 1992”.
Dulcis in fundo, “il Premio valorizza inoltre l’introduzione, da parte di Benetton, di una nuova cultura di impresa sostenibile in ‘Edizione’, attraverso iniziative portate avanti da società come Mundys, capogruppo infrastrutturale le cui asset companies presenti in 24 Paesi dimezzeranno le emissioni proprio entro il 2030, per azzerarle al più tardi entro il 2040 (anche se COP 28 ha appena spostato l’asticella al 2050, ndr), e a cui il World Economic Forum ha affidato la leadership del tavolo per indirizzare il processo di decarbonizzazione del trasporto aereo”.
Davvero grazie, Vanity Fair, perché si tratta di uno scoop in piena regola: il piano di decarbonizzazione internazionale del trasporto aereo affidato dal WEF alle sigle della dinasty Benetton! Da prima, primissima pagina!!
Se andate alla casella CERCA, che conduce all’archivio Voce e si trova in alto a destra della nostra home page, poi digitate WORLD ECONOMIC FORUM oppure KLAUS SCHWAB o BILL GATES, ne potrete rileggere delle belle.
E anche di quella ‘profezia’ lanciata da Super Bill in occasione del mitico WEF 2010, nella solita incantata cornice svizzera, a Davos. Fu allora che il re di Microsoft pronunciò il Verbo: “il prossimo decennio sarà caratterizzato da terribili pandemie e da altrettanto catastrofici cambiamenti climatici”. Era fornito, evidentemente, di una strepitosa sfera di cristallo…
E non dimentichiamo mai che il miliardario-filantropo a stelle e strisce è il deus ex machina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), essendo in assoluto il maggior donatore-finanziatore, secondo solo alle spalle degli Stati Uniti e ben prima di nazioni del calibro di Francia, Regno Unito e Germania. Quell’OMS che, nel più totale silenzio mediatico, sta per introdurre per i primi mesi 2024 quel ‘Trattato’ al quale dovranno sottostare tutte le nazioni aderenti (circa 200) per le prossime, tremende (la più fresca previsione OMS agita lo spettro di un’aviaria che colpirà il 60 per cento della popolazione mondiale!) pandemie: quei paesi, cioè, delegano ogni potere e decisione all’OMS, che diventerà d’un colpo il padrone assoluto dei loro destini ‘sanitari’ e della loro salute: come consegnare a Bill Gates le chiavi del mondo!
Oppure a Dracula la gestione dell’Avis o della Banca del Sangue….
Incredibile ma vero.
Ma torniamo a bomba. Ossia al maxi riconoscimento internazionale tributato, con tutti gli squilli di tromba del caso, all’Imprenditore del Futuro, al secolo Alessandro Benetton.
Per riportare le amare parole, come dicevamo all’inizio, di Egle Possetti, così come battute dall’ANSA.
SBIGOTTITI I FAMILIARI DELLE VITTIME
“La Edizione spa della famiglia Benetton ottiene il premio Global Advocate of the Year 2023 da parte dell’UNCA, associazione dei corrispondenti presso l’Onu. La motivazione trae radice negli oltre 3,5 miliardi di investimenti in sostenibilità. Non possiamo esimerci da alcune riflessioni”.
Eccole. “Non si può che restare perplessi rispetto alle brevi vie di purificazione. Infatti gli azionisti, dopo aver letteralmente spremuto le autostrade italiane in concessione, e che hanno all’attivo due tragedie come quelle di Avellino e di Genova, assumono ora il ruolo di filantropi premiati”.
“Siamo terribilmente perplessi che le vie per il ritorno a candide vesti non passino per la verità e la giustizia. Dovremmo riflettere tutti sui percorsi che portano ai riconoscimenti. A volte per ottenerli le persone calpestano quelli che incontrano, in questi casi immediatamente il valore di quanto ottenuto diventa così flebile che non si percepisce più”.
“A noi non basta l’impegno in progetti di sostenibilità pur apprezzabili, crediamo che la risonanza di questa notizia strida come il rumore del cemento frantumato del Ponte Morandi sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà mai cancellare quello che è stato”.
“Sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario liberare definitivamente il Vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del Ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata. Il tempo verrà; noi e tante persone che hanno a cuore il bene stiamo lavorando per ottenere quel piccolo ‘premio’ nella nostra vita che si chiama giustizia, che non ci darà nuovamente le nostre famiglie, ma forse potrà salvarne altre”.
Non c’è bisogno di alcun commento.
FERRAGNI CONCEDE SUBITO IL BIS
Giorni fa abbiamo scritto e pubblicato un pezzo titolato “Un Mondo Capovolto” dedicato ai casi del chirurgo del Papa e dell’influencer numero uno, Chiara Ferragni.
Il secondo caso ha fatto registrare ulteriori, sconcertanti sviluppi.
Dopo un paio di giorni in pausa riflessivo-meditativa, la Vate s’è presentata alle sue sterminate orde di followers pallida, dimessa, senza trucco chiedendo scusa: non capiterà mai più – ha giurato – è stato un errore al quale voglio rimediare subito donando 1 milione di euro all’ospedale Regina Margherita.
Una marcia indietro in piena regola, dopo gli strepiti del ‘compagno’ Fedez contro il complotto e contro la premier Meloni che una volta tanto ci azzecca denunciando ad Atreju l’incredibile vicenda.
Ma ecco, in tempo reale, il secondo episodio della sceneggiata.
Selvaggia Lucarelli, per ‘il Fatto quotidiano’, ne scova un’altra sempre griffata Ferragni: dopo la ‘Pandoro Balocco fiocco rosso’ story di Natale 2022, è la volta delle Uova pasquali della primavera precedente. Con le stesse, identiche modalità operative: super campagna promozionale per comprare le Uova più care, e griffate Ferragni, perché con il ricavato si potranno aiutare tanti piccoli malati che hanno bisogno di cure. E incassi milionari.
Proprio come è successo con i poveri bimbi del Regina Margherita, trattati come carne da macello o cavie da esperimenti in laboratorio.
Ieri sera, nel programma firmato da Nicola Porro per Rete 4, si sono ascoltate vomitevoli minimizzazioni del tipo, “ma cosa volete, perché la fate così lunga, la Ferragni ha chiesto scusa e addirittura ridà subito 1 milione di euro”.
A questo punto la sequela degli interrogativi si fa molto più lunga. E ‘tosta’.
Possibile che la questione dai più sia stata vista come un piccolo peccatuccio veniale, un errore, una superficialità, risolta con l’intervento e la multa dell’Antitrust?
Quell’Antitrust che – ricordiamolo bene – solo mesi fa aveva affibbiato una multa da 700 mila e passa euro al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e snobbata da tutti i media?
Possibile che tutto, torniamo al giallo Ferragni, possa risolversi con un volemose bene e il ‘cadeau’ da 1 milione elargito, ora, dalla Ferragni?
Ma da dove li tira fuori, sull’unghia, dall’oggi al domani, tutti quei soldi la nostra influencer? Un’accurata indagine delle Fiamme gialle non farebbe male.
E poi l’interrogativo numero uno.
Possibile che fino a questo momento di questa pazzesca storia non si sia ancora interessata una Procura del Belpaese?
Stiamo attenti. Non si tratta solo di truffa ai danni dei cittadini, come sta per denunciare (almeno, lo ha annunciato) il Codacons, ossia la principale associazione a tutela dei consumatori; non si tratta solo di aver preso per il culo, tanti italiani che hanno abboccato all’amo per spirito di solidarietà.
Ma si tratta di aver letteralmente scherzato con la salute di tanti poveri bimbi, uno dei crimini più gravi che si possano commettere al mondo.
E di averci fatto affari sopra: perché c’è in ballo un cachet da 1 milione di euro, non proprio noccioline.
Se non sono questi i reati da codice penale, da inchiesta, rinvio a giudizio, processo e poi galera, allora in gattabuia ci vanno come sempre solo i ladri di mele al supermercato?
Altro che mondo capovolto…
LINK VANITY FAIR
Alessandro Benetton premiato dal Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterrez
LINK Voce
MONDO CAPOVOLTO / I CASI ALFIERI E FERRAGNI. MA NON SOLO
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