La ‘borgatara’ della Garbatella’, che oltre a vantarsi di essere “donna, madre, cattolica”, è una signorina (perché nubile) di ‘elevata cultura’’, anche se visibilmente nostalgica di “Eia, eia alalà”, frequenta i verbi ‘tacere’, ‘blindare’ a cui ricorre un giorno sì e l’altro pure. Lei tace su gaffe e malgoverno di ministri e sottosegretari, dei La Russa, Nordio, Piantedosi, Valditara, Lollobrigida, eccetera, eccetera e nel caso specifico di questi giorni del sottosegretario DelMastro. Li blinda. Cioè li sottrae a circostanziate accuse dell’opposizione e della stampa non asservita. Tace e blinda, blinda e tace. Tempo addietro, identico atteggiamento nei confronti del suo affezionatissimo capogruppo Donzelli, che illegalmente informato (da Del Mastro) su presunti dialoghi tra mafiosi in carcere con il ‘41bis’ e una delegazione di parlamentari dem (che come è prassi istituzionale visitavano l’istituto di pena), in aula di Montecitorio accusò il Pd di collusione con la criminalità. Del Mastro, sottosegretario alla giustizia rinviato a giudizio, dovrà rispondere ai magistrati della illecita rivelazione di informazioni secretate e usate illecitamente dall’‘amico’ Donzelli in Parlamento. I magistrati le giudicano pericolose per la sicurezza nazionale. Del Mastro rifiuta di dimettersi e la Meloni, come sempre, blinda il suo protetto. “Il caso Delmastro conferma l’arroganza vergognosa di questo Governo, che protegge i suoi come ha fatto con Lollobrigida”. L’accusa è di Anna Laura Orrico del M5s. “Le nuove rivelazioni emerse dalla stampa sulle pressioni di Del Mastro, per ottenere le informazioni secretate, usate politicamente da Donzelli, confermano le sue gravi responsabilità e giustificano la richiesta di dimissioni. “Mi chiedo come faccia Meloni a legittimare questi atteggiamenti. Tra i principali compiti di una presidente del Consiglio c’è la tutela le istituzioni, ma da quando sono al governo, tra lei e i suoi maggiori esponenti di maggioranza, arrivano solo dita negli occhi per i pilastri della nostra democrazia”. Firmato Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera. Post scriptum: Del Mastro (da la Repubblica) è accusato di diffamazione, deve rispondere anche all’accusa di aver definito un magistrato “Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria”. La decisione è della Cassazione, che annulla l’archiviazione del Gip. Giorgia tace e blinda.
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