Germania ogni giorno che passa più ‘impresentabile’, nel già vergognoso panorama occidentale.
Sempre più guerrafondaio, il paese guidato da Olaf Scholz, e sempre più anti-umanitario, sul fronte della questione ‘migranti’.
Un Cancelliere, quindi, che sta dando il peggio del peggio di sé, in questi ultimi mesi. Viste anche le non poche gatte da pelare ‘interne’, come la ‘Voce’ ha documentato qualche giorno fa a proposito dei legami d’affari più che border line (quando Scholz nel 2018 era sindaco di Amburgo) con Rene Banco, l’immobiliarista-faccendiere austriaco appena finito in crac col suo colosso ‘Sigma Group’.
Ma veniamo ai bollenti fronti esteri.
Partiamo dall’Ucraina. Con le fresche esternazioni del ministro degli Esteri, la Verde (come sono caduti in basso gli un tempo mitici ‘die Grunen’!) Annalena Baerbock, ormai più realista del re, più guerrafondaia degli stessi ‘mandanti a stelle e strisce.
Ha appena dichiarato, la Verde (di vergogna, forse), che la sua Germania “espanderà e aumenterà il sostegno militare a Kiev” ed ha assicurato una piena “protezione invernale”.
Non bisogna assolutamente dimenticare l’Ucraina – ha esortato, col cuore in mano, nonché missili & tank nella mente – perché “le prossime sfide geopolitiche si affrontano in Europa”.
Ed ha aggiunto: “Il nostro sostegno sarà ampliato notevolmente, soprattutto per il 2024”, avvertendo il Cremlino di non attendersi un calo di attenzione e, soprattutto, di aiuti militari pro Kiev per via della drammatica situazione mondiale, soprattutto in Medio Oriente.
Per chi non abbia inteso, ha quindi rincarato la dose: “Non solo continueremo nel nostro sostegno all’Ucraina, ma continueremo ad espanderlo e ad aumentarlo”. Più chiari e bellicisti di così davvero non si può: soprattutto se le rassicurazioni arrivano da una ‘green’ e ‘pacifista’…
Ma eccoci alle cifre nude e crude, così come documentate dall’autorevole settimanale tedesco ‘Bild’. Il governo tedesco, in sostanza, avrebbe deciso addirittura di raddoppiare – pur in tempi di palese crisi economica e sociale – gli stanziamenti militari a favore di Volodymyr Zelensky & C, passando dagli attuali 4 miliardi annui (per la precisione 4,3 miliardi di euro) ad oltre 8 (per la precisione 8.7 miliardi di euro). Un vero record.
Tale da piazzare la Germania, secondo le statistiche effettuate dal ‘Kiel Institute for the World Economy’, al secondo posto assoluto nella special hit della fornitura di armi a Kiev: dietro solo, of course, al ‘burattinaio’, gli Stati Uniti, dall’alto dei loro 45 miliardi di dollari.
Secondo le news, la Commissione Bilancio del Bundestag dovrebbe varare i nuovi, pingui stanziamenti, proprio nei prossimi giorni.
Non è finita qui. Perché secondo altre attendibili fonti, non pochi soldati della ‘Bundeswehr’, ossia l’esercito regolare tedesco, stanno prestando i loro servizi per le truppe di Zelensky. Con un ruolo ben preciso, ossia quello di pilotare i tank, i carri armati, strategici nel corso del conflitto che quindi, secondo i desiderata di Kiev, Washington e Berlino, deve proseguire ‘ad oltranza’: fino alla debacle di Vladimir Putin, anche a costo della pelle di tutti gli ucraini.
Ai confini della realtà.
Ultima chicca, in questo tragico contesto.
La sempre più invasata ‘verde’ a capo degli Esteri ha promesso di sostenere Kiev, appunto, costi quel che costi: anche contro il volere dei suo stessi elettori. Una tragica capitolazione per i capi storici dei ‘Grunen’, il movimento ambientalista fondato in Germania esattamente trent’anni fa, a lungo ben al di sopra del 10 per cento dei consensi: incredibilmente zitti e muti di fronte a tale tracotanza (se non più in vita, di certo si staranno rivoltando nelle loro tombe).
Passiamo alla seconda grana, quella degli immigrati.
Non è bastata la batosta inflitta dalla Corte Suprema britannica all’esecutivo inglese guidato da Rishi Sunak (ma il progetto originario era griffato Boris Johnson, il premier precedente, sempre conservatore) per far aprire gli occhi a quello tedesco.
La Corte inglese, infatti, ha sonoramente bocciato il piano-immigrazione governativo, che prevedeva l’invio in Ruanda dei richiedenti asilo.
Ora cosa ti propone l’imperturbabile Cancelliere Scholz? Di spedire tutti i richiedenti asilo in una sfilza di paesi africani: un bel super pacco con tutti i fottuti neri che vogliono entrare nella sempre più ariana terra tedesca!
Ma è da mesi che la banda Scholz sta pianificando la deportazione di massa, forse rimembrando con nostalgia i tempi del Fuhrer.
Secondo un reportage del ‘Wall Street Journal’, infatti, Berlino da tempo ha preso contatti con una serie di paesi africani – Kenya, Ghana, Senegal e Marocco in pole position – per piazzare una marea di richiedenti asilo, “mentre le loro domande vengono esaminate, perché le procedure possono richiedere anni”, come precisa il quotidiano a stelle e strisce. Aggiunge infatti il W.S.J: “per mesi Scholz e i suoi funzionari hanno esplorato accordi per reindirizzare ingenti flussi di immigrati attraverso l’Africa e stanno elaborando precise offerte a vari governi”.
Come del resto fa la nostra premier Giorgia Meloni con l’Albania. E forse presto farà con la Tunisia.
Secondo il ‘Times’, il sistema di immigrazione tedesco si trova ad affrontare un sempre crescente numero di richieste d’asilo da immigrati africani. Ai quali si aggiunge il milione tondo di profughi arrivati dall’Ucraina. “Stiamo raggiungendo il livello di saturazione – sostengono nell’entourage di Scholz – e la previsione per questo fine 2023 è quella di altri 300 mila nuovi arrivi”.
Ma volete risolvere il problema con il metodo nazi, via deportazioni in massa verso l’Africa?
In Ruanda, come ha cercato di fare l’esecutivo inglese?
Oppure in altri paesi, sempre in terra d’Africa, come sta da mesi ‘trattando’ – proprio al pari delle partite di carni da macello – il governo ‘democratico’ di coalizione griffato Scholz-Baerbock?
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