Nobel per la medicina alla biochimica ungherese americanizzata Katalin Karikò e all’immunologo statunitense Drew Weissman.
Tanto valeva assegnarlo direttamente nelle mani del Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla e del numero uno di ‘Moderna’, Stephane Bancel: ossia i vertici delle prime due aziende farmaceutiche al mondo ad aver brevettato i vaccini anti Covid-19. A seguire vi spieghiamo il perché, che suona come un autentico schiaffo in faccia alle decine di migliaia di vittime dei loro vaccini, per i letali effetti avversi scatenati, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio ma non solo: sono in esponenziale aumento, da quando sono cominciate le campagne vaccinali a fine 2020, per fare un solo esempio, le patologie tumorali.
In soldoni, come aver assegnato a Dracula il Nobel per i suoi ‘studi’ sul sangue!
Cosa tanto più grave in questo particolare frangente, quando stanno partendo le nuove campagne vaccinali targate soprattutto Pfizer, sbandierando la pericolosità delle varianti!
Questa la motivazione ufficiale resa nota dai membri del Karolinska Institute che ha scelto i due freschi Nobel: “Per le loro scoperte nelle modifiche alle basi azotate dei nucleosidi che hanno reso possibile lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro la Covid-19”.
Un autentico ‘falso scientifico’, visto che quei vaccini prodotti e brevettati da Pfizer eModerna si sono ben presto rivelati poco efficaci e, soprattutto, assai poco ‘sicuri’, come invece sbandierato dalle due star di Big Pharma.
Basta leggere quanto ha messo nero su bianco e denunciato, fin dall’inizio, il direttore scientifico e coeditore del prestigioso ‘British Medical Journal’, Peter Doshi, che a gennaio 2021 – appena entrati in commercio quei vaccini – ha scritto di un’efficacia inferiore al 20 per cento (mentre le due aziende parlavano del 95 per cento); e poi a metà 2021 ha pubblicato un reportage – più volte ripreso dalla ‘Voce’ – in grado di documentare in che modo i ‘trials’, ossia le ‘sperimentazioni’ effettuate nei centri Usa allestiti da Pfizer, siano stati totalmente taroccati: un’autentica presa per in giro, sulle pelle di tutti i cittadini che sono stati ‘obbligati’ per legge a subire quei vaccini. Torneremo su questi drammatici temi (del resto più volte illustrati nelle inchieste della Voce), ma partiamo dalle news, e quindi dalla investitura appena ufficializzata dei due Nobel.
L’IMMEDIATO ENCOMIO VIA ‘AGI’
Ecco alcuni flash di fonte AGI, che scrive a botta calda: “Grazie alle loro intuizioni rivoluzionarie, i due scienziati hanno cambiato radicalmente la comprensione del modo in cui l’mRNA interagisce con il sistema immunitario. E hanno contribuito, con un ritmo senza precedenti, allo sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce pandemiche degli ultimi tempi”.
In particolare Karikò “si è dedicata allo sviluppo di metodi per impiegare l’mRNA a fini terapeutici. Ad inizio anni ’90, quando era assistente all’Università della Pennsylvania, rimase fedele alla sua idea, da molti contrastata, che l’uso di mRNA avrebbe potuto avere grossi sviluppi terapeutici”.
Poi il magico incontro con l’immunologo Weissman, Il quale “si è particolarmente interessato alle cellule dendritiche, che hanno una particolare importanza nella sorveglianza immunitaria e nella attivazione delle risposte immunitarie indotte dai vaccini”. La collaborazione tra i due ricercatori, spiega il dispaccio AGI, si focalizza soprattutto su un fatto: ossia come “le cellule dendritiche riconoscono l’mRNA tesato in vitro come una sostanza estranea; il che porta alla loro attivazione e al rilascio di molecole di segnalazione infiammatoria”.
Continua l’enfatica (solitamente il tono delle agenzie dovrebbe essere ‘asettico’) ricostruzione made in AGI: “Dopo lo scoppio della pandemia, sono stati sviluppati a velocità record due vaccini anti covid (quelli di Pfizer e Moderna, ndr) a base di mRNAmodificati. Sono stati riportati effetti protettivi di circa il 95 per cento (quelli appunto sbandierati subito dalle due aziende, ndr) e entrambi i vaccini sono stati approvati a dicembre 2020”.
Non è certo finita qui, e così continua la nota: “La grande flessibilità e velocità con cui è possibile sviluppare vaccini a mRNA aprono la strada all’uso della nuova piattaforma anche per vaccini contro altre malattie infettive. E in futuro la nuova tecnologia potrebbe essere utilizzata anche per veicolare proteine terapeutiche e trattare alcuni tipi di cancro”.
Un futuro a mRNA tutto rose e fiori, dunque, quello che si spalanca per il futuro i cittadini del mondo dopo che i ‘miracoli’ griffati Pfizer & Moderna (pardon, i due ricercatori di riferimento) hanno ricevuto addirittura il riconoscimento maximo via Nobel!
A questo punto vediamo, più in dettaglio, e restando ben dentro i confini della ‘ufficialità’, i profili dei due ‘eroi’ sul campo di battaglia contro la pandemia più tremenda da decenni a questa parte (forse bisogna tornare ad Ebola post prima guerra mondiale).
ATTENTI A QUEI DUE
Presto sbrigata la pratica Weissman. Se andate su ‘Wikipedia’, potete constatare che il suo profilo nasce praticamente… oggi. Oltre alla data e al luogo di nascita (1959, Lexington nel Kentucky), infatti, non c’è letteralmente niente. Tranne la notizia, fresca fresca, del Nobel piovuto dal cielo di Stoccolma.
Molto più denso il profilo della biochimica ungherese, fuggita giovanissima dal comunismo per rifugiarsi sotto le protettive ali della democrazia a stelle e strisce.
Sbarcata nei tanto accoglienti States, trova subito spazio alla ‘Temple University’, per poi approdare all’ateneo dove ha lavorato e ricercato per una vita, l’Università della Pennsylvania.
Ecco, in rapida carrellata, alcuni passaggi del suo itinerario scientifico griffato Usa: “Nel 1990, dove è docente all’Università della Pennsylvania, presenta per la prima volta una richiesta di fondi per un progetto di ricerca sulla terapia genica basata sull’mRNA, che da allora diventa il suo interesse primario”.
Purtroppo, però, l’Università non crede troppo in lei, nelle sue ricerche, e per questo la ‘demansiona’.
La svolta, però, arriva proprio con l’arrivo nell’ateneo dell’immunologo Weissman, con il quale inizia un percorso tutto a ritmo di RNA messaggero.
Nel 2006 tengono insieme a battesimo una piccola azienda che man mano cresce, si sviluppa, e dopo alcuni anni – per la precisione nel 2013 – “brevetta l’uso di nucleotidi modificati per ridurre la risposta immunitaria antivirale all’mRNA”.
Così dettaglia i successi passaggi Wikipedia: “Poco dopo la società vende la licenza della proprietà intellettuale a Gary Dahl, a capo di una società di forniture per laboratori che si chiamerà poi ‘Cellscript’. Poche settimane dopo, la società di venture capital che sostiene e finanzia ‘Moderna’, la contattò per farsi concedere in licenza il brevetto. Karikò rispose ‘non lo abbiamo’”.
Ma eccoci al passaggio clou: “All’inizio del 2013 Karikò veniva a conoscenza dell’accordo da 240 milioni di dollari tra Moderna e AstraZeneca per sviluppare un mRNA VEGF. Si rese conto, a quel punto, che non avrebbe mai avuto la possibilità di applicare la sua esperienza con l’mRNA all’Università della Pennsylvania”.
E quale fu il ‘clamoroso’ passaggio successivo? La biochimica ungherese prende armi e bagagli e si trasferisce al quartier generale della tedesca ‘BionTech’, e per la precisione va ad occupare la strategica poltrona di vice presidente della ‘BionTech RNA Pharmaceuticals’!
Avete letto bene: la neo Nobel diventa un vertice di BionTech, che poi diventa il partner strategico della perla di Big Pharma, la già affermata e arcimiliardaria Pfizer che aveva raccolto negli anni dollari con la pala, per fare un solo esempio con Viagra superstar.
Ed è così che Pfizer, per incanto, scopre il nuovo Eldorado: che si chiama vaccino anti-covid.
Come del resto fa, di pari passo, l’altra miracolata eccellente, Moderna, la quale nasce nel 2010 come una piccola start-up tra quattro stanze e tanta buona volontà, soprattutto di far business con la salute degli altri (come direbbe oggi, con la sua metafora migratoria, la nostra Giorgia Meloni). Ma ha subito la fortuna, Moderna, di trovare una gran santo nel suo Paradiso: il miliardario-filantropo Bill Gates che, finita la passione per chip & computer a bordo di Microsoft superstar, decide di darsi anima e corpo a vaccini e cambiamenti climatici. Proprio per questo ‘sponsorizza’ (sic) a botte da milioni di dollari l’irresistibile ascesa di Moderna nell’empireo farmaceutico prima statunitense e poi internazionale.
Solo dieci anni 10 per vederla – grazie al vaccino anti covid – nella super hit di Big Pharma!
Per concludere. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un’inchiesta (la trova, come altre, nella nostra home page) dedicata ad un ricercatore che ha lavorato per anni alla Pzifer e ‘capito’ i segreti che ruotano intorno all’ormai celebre RNA messaggero: ha affermato senza paura di aver creduto in quei vaccini (anche per gli sviluppi futuri), di averli fatti e fatti fare a parenti e amici. Ma ad un certo punto si è reso conto che l’apprendista stregone la stava combinando grossa.
Lo stesso è successo per un altro ‘inventore’ della tecnologia a mRNA, Robert Malone, oggi uno dei più feroci – e documentati – nel denunciare gli effetti avversi prodotti da quei vaccini.
Come del resto fa da tanti mesi il celebre cardiologo statunitense Peter McCullough, il quale ha dettagliato per filo e per segno, in un fresco studio, tutti i tremendi danni prodotti dall’impatto della proteina Spike.
Da noi, una delle poche ‘vox clamans in deserto’ è quella di Giulio Tarro, l’allievo di Albert Sabin che inventò il vaccino antipolio senza brevettarlo, e quindi regalandolo all’umanità.
Tarro ha scritto due libri che tutti, oggi, soprattutto alla luce dell’assegnazione del Nobel a Pfizer e Moderna, pardòn a Karikò e Weissman, dovrebbero leggere. Si tratta di ‘Covid 19 – Il virus della paura’ uscito a giugno 2020, davvero profetico sulla folle gestione in Italia della pandemia che ha causato 120 mila morti innocenti, quando esistevano farmaci e cure incredibilmente vietati per legge; e di ‘Covid 19 – La fine di un incubo’ pubblicato nell’estate 2022, un vero atto d’accusa contro quei vaccini ‘sperimentali’, ‘inefficaci’ e soprattutto ‘insicuri’.
Dovrebbero leggerli soprattutto quei Soloni hanno assegnato i due premi Nobel: seguendo un criterio che ammazza non solo tanti cittadini innocenti in mezzo mondo, ma anche la Ricerca, quella vera, e la Medicina autentica, non quella foraggiata con i luridi soldi & profitti di Big Pharma.
Il sempre ricordato Ippocrate, a questo punto, giustamente si sta rivoltando nella tomba.
P.S. Come al solito, per saperne di più su personaggi e società citati nel pezzo, dovete andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page, e quindi digitarne il nome (ad esempio GIULIO TARRO oppure PETER DOSHI, PETER MCCOLLOUGH o ROBERT MALONE, o ancora ALBERT BOURLA) o la sigla (ad esempio PFIZER o MODERNA, oppure BRITISH MEDICAL JOURNAL). E comunque, vi consigliamo di leggere le inchieste pubblicate in tutto il mese di settembre (a partire proprio dal 1 settembre) sulla Voce e dedicate a Covid & Vaccini.
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