Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, per dare ancora speranze a questa umanità sempre più disperata.
Stiamo parlando del cardinal Matteo Maria Zuppi, uno dei pochi veri uomini di autentica pace in questo mondo senza più alcuna morale, capace solo di ragionare in termini di armi & profitti.
E’ intervenuto, suscitando lo sconcerto di tanti, ad una manifestazione indetta da ‘Rifondazione comunista’ (dubitavamo della sua esistenza, per la verità), pronunciando parole che dovrebbero guidare tutti e invece sono state – e continuano ad essere – regolarmente dimenticate.
Ecco le sue parole: “Credo sia importante parlare con tutti, indispensabile è il confronto, ragionare, pensare, discutere anche da posizioni diverse. E’ indispensabile per la Chiesa. Credo che su un tema come la Pace sia decisivo dialogare”.
E poi ha ricordato “l’inchiostro bellissimo con il quale è stata scritta la nostra Costituzione antifascista”.
E’ la mosca (non russa) bianca (non rossa) il cardinal Zuppi che crede nei fatti, e non nelle enunciazioni, alla Pace con la P maiuscola. E’ costantemente da un capo all’altro del mondo per tessere, da autentico diplomatico ‘ispirato’ da Dio, la tela della complessa dei negoziati, in questo mondo devastato da imperialismi & affarismi d’ogni sorta.
Sarebbe l’ideale – una figura come la sua – come Ministro degli Esteri di un Mondo diverso: che applica valori diametralmente opposti rispetto a quelli che regnano incontrastati nell’Occidente, così libero (sic) & così democratico (sic).
Fondamentale faccia un riferimento alla nostra Costituzione, calpestata nei fatti ogni giorno dagli sfascisti al governo e dai fantasmi-ectoplasmi di un’opposizione che non c’è. Quella Carta che Matteo Renzi voleva fare a pezzi con il suo scellerato referendum: se lo perdo abbandono la politica per sempre, aveva giurato, il cattolico capo di Italia Viva.
Un bugiardo che più seriale non si può.
Oggi, però, raggiunto nella hit dei menzogneri da lady Giorgia Meloni.
Che arriva a fare marcia indietro, col suo farsesco esecutivo, sull’unico provvedimento azzeccato preso in questo anno esatto di governo (è proprio oggi l’anniversario del suo insediamento): quello della tassa sugli extraprofitti delle banche. E’ bastata una tiratina d’orecchie in arrivo dall’Europa e una bacchettata – udite udite – dell’ABI (la inutile sigla che raggruppa le banche, le quali sanno ben difendere da sole con le unghie e con i denti i loro luridi profitti) per metterle paura e farle fare una letterale, ridicola inversione a U.
Vergogna. Ci eravamo per un istante illusi.
Vuoi vedere che adesso Giorgia innesca la quinta e tassa finalmente i petrolieri per i loro sporchi extra-profitti totalmente ingiustificati?
Che dà un colpo a quelle maledette accise che ‘accidono’ gli italiani ogni giorno?
E vuoi vedere che arriva qualche più che meritata stangata alle case farmaceutiche, le quali macinano affari sulla pelle della gente soprattutto da quando è cominciata la pandemia? E sulla quale ora le ‘autorità’ stanno gettando ettolitri di benzina, tanto per ‘terrorizzare’ di nuovo e meglio gli italiani…
Pie illusioni. E adesso, invece, siamo costretti ad assistere ad una sceneggiata che più indegna non si può e mai sarebbe stato possibile neanche lontanamente immaginare
Il governo Meloni vuol far cassa, in vista della finanziaria lacrime & sangue, con i classici giochini delle tre carte, che un tempo si facevano in piazza Garibaldi a Napoli, su sgarrupati tavolini di legno.
E adesso, a che giochi giocano lorsignori? Ecco l’ultima: faremo soldi con la messa all’asta del gioco del Lotto, la bellezza di 800 milioni di euro!
Danno davvero i numeri, gli sfascisti di casa nostra. Adesso ci mancava proprio solo il Lotto…
E poi le ultime salvinate. “Sanatoria sui piccoli abusi edilizi”. E subito a seguire “Condono anche su scontrini e fatture”, come titolano le asettiche agenzie.
Siamo tornati ai condoni per far cassa? Alle furbatine da quattro soldi su scontrini e fatture, appunto?
Ma quale segnale vuol dare, il penoso esecutivo di paraculi e parafascisti, ai cittadini che a stento arrivano a metà mese e a tutti quelli che le tasse le pagano fino all’ultimo euro?
E bastano le mance, i regalini o meglio le ‘regalie’ di laurina memoria per risolvere il gigantesco problema del Caro-Tutto mentre di aumenti salariali (vaffanculo all’aumento dei minimi) neanche a parlarne?
E il sindacato dorme tra quattro guanciali?
Basta il buono carrello spesa da 383 euro l’anno, prendendo per il culo quel popolo bue che un giorno, prima o poi (l’autunno si annuncia rovente) s’incazza e sbotta?
Basta la vergogna (a quanto pare addirittura ritirata) del buono benzina una tantum da 80 euro, neanche un pieno, per risolvere il dramma dell’aumento alla pompa quando – come già detto – nessuno al governo se ne fotte di disturbare i manovratori (i petrolieri) e nessuno se ne frega delle accise?
Ma ci facciamo il piacere, direbbe Totò. Levate il disturbo, levate le tende prima che il popolo vi rincorra a calci in culo. E sarebbe davvero la volta buona di svegliarsi e imitare, stavolta sì, i francesi, che s’incazzano un mese sì e l’altro pure se gli si tocca un diritto!
Negli Stati Uniti, d’altro canto, non se la passano certo bene.
I cittadini, of course. Che rischiano di vedersi ‘tagliare’ – oltre ai sussidi, già flagellati dall’esecutivo Biden – anche tanti servizi essenziali.
Perché pochi lo sanno, quasi nessuno nella cloroformizzata Italia mediatica lo scrive o lo dice, ma per la seconda volta nel giro di pochi mesi il nostro grande paese amico, anzi il nostro Padrone, gli Usa, rischiano il default.
Successe a fine maggio, rischia di succedere il 1 ottobre se il Congresso a stelle e strisce non apre ancora un volta i cordoni della borsa.
Ovvio: gli Usa si sono dissanguati e continuano nella loro folle politica di auto-dissanguamento per finanziare Kiev con armi a getto contino, e i cittadini americani ne hanno ormai le palle piene. Un grande economista, Jacques Attali, lo ha scritto mesi fa: a giugno si evita il crac, ma non sarà così a lungo, e previde il default nel giro di un anno. Profetico.
Sembra proprio la mitica scena del famoso dipinto di Pieter Brugel, ‘La parabola dei ciechi’ sui cinque non vedenti che brancolano verso il precipizio. E proprio nello stesso modo gli Stati Uniti stanno conducendo il carro dei paesi europei, in pole position la sempre più genuflessa Italia, la più debole e vulnerabile strutturalmente.
Eppure nessuno dice una parola, neanche una sillaba, mentre stiamo correndo verso il baratro.
Dobbiamo sperare ancora una volta nelle parole del Salvatore, ossia il Cardinal Zuppi?
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