Considerata l’età non proprio giovanile, la memoria non è più il normale serbatoio ricco di ricordi e il signor Valditara, piazzato dalla Meloni a governare il delicatissimo ministero dell’Istruzione, è probabile che abbia dimenticato le contestazioni per le sue ‘gaffe’ di notevole spessore. Il ministro sugli studenti responsabili di violenze, di bullismo: “Umiliazione serve per far crescere gli studenti, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”. Più tardi, la preside di un liceo fiorentino scrive una bellissima lettera di condanna per un’aggressione fascista e sul pericolo di recrudescenze del Ventennio. Valditara: “Non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo, in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria e nessun pericolo fascista (!!!), è un’iniziativa strumentale che denota una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole e se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere delle misure”. E sul reddito di cittadinanza propone di escludere i giovani che non hanno completato l’intero ciclo dell’istruzione obbligatoria. In pratica niente reddito ai figli di famiglie povere che non possono sostenere le spese scolastiche. L’ultima, insostenibile esternazione è di questo 20 settembre, tempo di mobilitazione per tenere viva la memoria di cosa fu il fascismo, la lotta eroica di quanti lo hanno combattuto e dato vita alla Costituzione democratica. Valditara si schiera contro la presenza dell’ANPI nelle scuole, che di fatto ignorano la storia moderna e del Ventennio fascista, dei volontari che colmano le lacune di programmi scolastici privi della conoscenza di quanto ha portato l’Italia al disastro della seconda guerra mondiale, all’alleanza con il nazifascismo. L’incredibile ministro dell’Istruzione, per giustificare l’ostracismo nei confronti dell’ANPI, usa quanto è ampiamente noto all’associazione partigiani e cioè che alla liberazione non hanno preso parte solo i comunisti, ma anche cattolici, liberali, azionisti e perfino monarchici. Esattamente quanto sostiene l’ANPI. Dunque, dice Valditara, tutti devono rappresentare l’antifascismo, anche altre organizzazioni partigiane. Ben vengano replica l’Anpi e sospetta a giusta ragione, che Valditara riproponga l’assurdo parallelismo tra shoa e foibe (imparagonabilie alla tragedia del Ventennio che comunque l’ANPI non trascura). In sostanza: è scontro di Valditara con l’ANPI (c’entra Fratelli d’Italia?), dopo nove anni della sua presenza fondamentale nelle scuole. Forse Valditara non legge la Repubblica e tanto meno l’edizione napoletana, altrimenti inventerebbe qualcosa per contestare le quattro pagine riservate alle iniziative dell’ANPI di Napoli per l’anniversario delle “Quattro Giornate” e la pubblicazione dei due volumi gratuiti ‘Napoli 1943’, ‘Salerno 1943’.
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